Pensione, i tagli per medici e infermieri e la carenza di personale: i motivi dello sciopero

Pensione, i tagli per medici e infermieri e la carenza di personale: i motivi dello sciopero Pensione, i tagli per medici e infermieri e la carenza di personale: i motivi dello sciopero

Con lo sciopero del personale sanitario di martedì 5 dicembre sono a rischio tutte le tipologie di servizio. Secondo il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, uno dei proclamatori insieme a Cimo-Fesmed e Nursing Up per il comparto infermieristico, potrebbero essere annullate circa 1,5 milioni di prestazioni sanitarie. Dalla mezzanotte fino alle 23.59, lo stop coinvolgerà circa il 50% dei lavoratori sindacalizzati, ma una nuova astensione del personale sanitario è già in programma per lunedì 18 dicembre, stavolta indetto dalle altre sigle della Intersindacale medica. Le motivazioni sono diverse, dalle retribuzioni ritenute inadeguate, alla mancanza di nuove assunzioni fino ai tagli delle pensioni. Lo slogan dell’iniziativa: «Salviamo il Ssn».

Carenza di personale e stipendi inadeguati

Organizzazioni e sindacati continuano a ribadire che la legge di bilancio 2024, a cui il governo sta lavorando per giungere all’approvazione definitiva entro la fine dell’anno, non tutela la categoria e piuttosto evidenzia molte criticità del sistema sanitario in Italia. Prima fra tutte la carenza di personale: si stima che ad oggi manchino 30 mila medici ospedialieri, necessari soprattutto in Pronto soccorso per i casi emergenziali. Inoltre, entro il 2025 andranno in pensione 65 mila infermieri e altri 40 mila addetti del personale sanitario. Inoltre, i professionisti denunciano condizioni di lavoro gravose e stipendi poco attrattivi. Presupposti che rendono sempre più complicato fare nuove assunzioni, che potrebbero colmare i vuoti presenti e futuri tra il personale.

Le richieste dei sindacati

Ma tra le altre ragioni dello sciopero ci sono anche la detassazione di una parte della retribuzione, il bisogno di risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro e la depenalizzazione dell’atto medico. Una delle richieste dei sindacati all’esecutivo, infatti, consiste nel destinare i soldi stanziati dalla manovra alla retribuzione del lavoro extra dei sanitari per lo smaltimento delle liste di attesa, circa 200 milioni di euro, all’aumento degli stipendi di medici e infermieri. E lo stesso per i 600 milioni disposti nei confronti della sanità privata convenzionata. «Come ha salvato le banche dal prelievo sugli extra profitti — avvertono le sigle — trovi il coraggio di rendere efficiente il Ssn». Nella giornata dello sciopero, i leader delle associazioni parteciperanno aa una manifestazione di protesta prevista a Roma in Piazza SS Apostoli a partire dalle ore 11.30 proprio per far valere queste richieste.

Il taglio delle pensioni

Il governo, intanto, si sta muovendo a una revisione della manovra, in particolare della norma che prevede una stretta sulle pensioni di medici e di altre categorie, tra cui dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. In una prima versione del testo, infatti, l’articolo 33 prevede una modifica del calcolo dell’assegno previdenziale dei dipendenti a partire dal primo gennaio 2024 allo scopo di reperire nuove risorse, ma anche correggere un’anomalia alla tabella di calcolo di alcune casse. La conseguenza, però, sarebbe un taglio dell’importo che, stando alle stime dei sindacati e associazioni, oscillerebbe tra il 5% a il 25% a seconda di molti fattori, tra cui anni di lavoro nel retributivo. Con lo scontento dei camici bianchi dichiarato ormai da mesi, l’esecutivo ha deciso di intervenire escludendo dalla penalizzazione le pensioni di vecchiaia e probabilmente anche quelle di anzianità. Una novità che potrebbero riguardare non solo i sanitari, ma anche gli altri lavoratori in uscita.

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