In quattro ore e mezza, il giorno di Natale, l’Airbus A320 di MedSky Airways ha volato dall’aeroporto internazionale di Mitiga-Tripoli (Libia) a Roma Fiumicino e viceversa con i codici BM522 e BM523. Questo non è un collegamento qualsiasi. L’Italia è l’unico grande Paese dell’Unione europea che al momento ha un volo diretto con un Paese strategico per l’Europa, ma travagliato al suo interno. Gli ultimi viaggi di questo tipo sono stati nove anni fa, poco prima di un colpo di Stato.
Aerei europei e nessuna «black list», così tornano i voli diretti Italia-Libia (dopo 9 anni)


Il memorandum
Dopo settimane di incontri e mediazioni e analisi tecniche la ripresa dei collegamenti — senza scalo — tra Italia e Libia è stata ribadita lo scorso 17 dicembre. Quando il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma — «su delega del vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani», come precisa la nota ufficiale — ha firmato a Tripoli un memorandum di intesa tra Enac e l’Autorità per l’aviazione civile locale.

I numeri
Il documento, spiega Enac, «definisce la cornice per la ripresa del traffico aereo commerciale e recepisce le clausole europee in termini di safety, security e riconoscimento della designazione dei vettori». Il primo volo, un charter con a bordo le istituzioni italiane, c’è stato il 24 luglio: un Airbus A320 di Ita Airways ha interrotto il «digiuno» di collegamenti diretti tra i due Paesi operando la Roma-Tripoli. Bisogna tornare al 2014 per gli ultimi viaggi di Alitalia e la libica Afriqiyah Airways. Secondo i bollettini statistici dell’Enac quell’anno 30.530 passeggeri hanno volato tra le due capitali, dopo il picco di 147.528 del 2010, di cui 128.333 solo sull’asse Roma-Tripoli.
Da Roma e Milano
Da alcune settimane i voli di linea li opera MedSky Airways, vettore libico che ha nella sua flotta tre Airbus A320: uno battente bandiera nordafricana, gli altri due noleggiati da una società maltese, Malta MedAir. È con questi ultimi velivoli che gestisce i collegamenti su Roma Fiumicino. Ita Airways ha espresso l’interesse a servire le capitali. Mentre Neos Air — vettore del gruppo Alpitour — potrebbe operare da Milano Malpensa, secondo le indiscrezioni raccolte dal Corriere. A queste aviolinee potrebbe aggiungersi Poste Air Cargo (Poste italiane) per il trasporto merci.
Le frequenze
L’accordo sottoscritto — come si legge sui documenti — prevede che ogni Paese indichi uno o più vettori per le rotte Italia-Libia. Dal lato italiano queste compagnie devono essere dell’Unione europea o dell’Associazione europea di libero scambio, low cost incluse. In Libia si può volare su Tripoli, Bengasi «e un terzo scalo da scegliere liberamente». In Italia su Roma, Milano e Venezia. L’intesa fissa anche il numero massimo delle frequenze dei voli passeggeri (14 rotazioni settimanali su ogni rotta) e cargo (7 rotazioni settimanali su ogni tratta).
La sicurezza
Con questo memorandum l’Italia diventa il più grande Paese Ue a consentire i voli diretti con la Libia, il terzo se si considerano anche Malta e Grecia (qui c’è il collegamento Bengasi-Atene). Ma mentre la mossa di questi ultimi due Stati comunitari non ha suscitato particolari reazioni, l’intesa Italia-Libia, invece, ha fatto sollevare qualche perplessità alla Francia, spiegano fonti diplomatiche al Corriere. Tanto che, nelle settimane passate, ha provato a fermare il tutto bussando alla porta dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa).
La «black list» dei vettori
Nel 2014 Easa ha emesso un bollettino sulla Libia ritenendola «zona di guerra» e quindi chiede di tenere in considerazione il rischio di «attacchi sia intenzionali che non intenzionali all’aviazione civile a tutte le altitudini». Non c’è un divieto esplicito perché tocca agli enti regolatori nazionali e alle singole compagnie decidere se volare o no sul Paese. La Farnesina al momento «sconsiglia» i viaggi «a qualsiasi titolo». Poi c’è l’«elenco dei vettori soggetti a divieto operativo nell’Unione europea».

Gli aerei maltesi
La «black list» è rigida e i vettori libici non possono solcare i cieli comunitari. Nella versione aggiornata a novembre non compare però MedSky Airways. Uno dei punti del memorandum stabilisce che «la compagnia designata dalla Libia per i voli con l’Italia può utilizzare aerei in wet lease (il noleggio di un aeromobile includendo anche l’equipaggio, l’assicurazione e la manutenzione, ndr) di un’aviolinea non inclusa nell black list Ue». In questo modo MedSky ha preso in leasing aerei di una società maltese, Malta MedAir.
Il ruolo della diplomazia
«Condivido il pensiero dell’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Gianluca Alberini, che nei giorni scorsi ha evidenziato l’importanza della storica presenza delle aziende italiane», ha commentato il presidente dell’Enac Di Palma dopo la firma con la controparte libica. «Con l’intesa si aprono nuove opportunità che rafforzano i collegamenti e che sono frutto del lavoro portato avanti, su indicazione del governo, dall’Enac supportato dall’Aise (il servizio segreto italiano per l’estero, ndr) e dall’ambasciata italiana».
lberberi@corriere.it
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26 dic 2023
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