Aerei, allarme Ue sulla sicurezza delle compagnie egiziane: «Preoccupati dopo le ispezioni»

Aerei, allarme Ue sulla sicurezza delle compagnie egiziane: «Preoccupati dopo le ispezioni» Aerei, allarme Ue sulla sicurezza delle compagnie egiziane: «Preoccupati dopo le ispezioni» La compagnia egiziana AlMasria non può più volare nei cieli dell’Unione europea

Gli standard delle compagnie egiziane allarmano l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) che sospende l’autorizzazione a volare nei cieli Ue di un vettore e «commissaria» tutti gli altri. Senza escludere, in assenza di miglioramenti, di inserire tutte o parte delle aviolinee del Paese nella «black list» comunitaria in quella che sarebbe la prima volta nella storia delle relazioni tra il Vecchio Continente e Il Cairo. È quanto si legge nei documenti ufficiali della Commissione europea.

La sospensione

«Nell’ambito del monitoraggio continuo e a seguito dell’analisi delle ispezioni di rampa i vettori aerei certificati dall’Egitto hanno destato crescente preoccupazione per le questioni riguardanti la sicurezza», mettono nero su bianco gli ispettori dell’Easa. «Per una serie di aviolinee egiziane sono emersi rilievi significativi», proseguono. Aggiungendo che «l’autorizzazione di AlMasria Universal Airlines è stata sospesa per motivi di sicurezza per la seconda volta in due anni». Si tratta di un vettore che ha volato anche in Italia secondo la programmazione ufficiale.

Cosa sono le ispezioni

Le «ispezioni di rampa» puntano a verificare la documentazione dell’aeromobile, dell’operatore e degli equipaggi e alla verifica delle condizioni dell’aeromobile «con lo scopo di riscontrare eventuali carenze degli operatori stranieri rispetto a tali standard». Queste carenze «danno luogo a dei rilievi, classificati in tre categorie, in funzione dell’impatto potenziale sulla sicurezza del volo, e vengono riportati in un rapporto ispettivo compilato al termine dell’ispezione».

Le comunicazioni

Il 21 giugno scorso — ricostruisce la Commissione europea — da Bruxelles hanno scritto all’Autorità egiziana per l’aviazione civile (Ecaa) «esprimendo le sue preoccupazioni in merito alle prestazioni di sicurezza dei vettori certificati dall’Ecaa e ha chiesto una serie di documenti che descrivano l’organizzazione e illustrino le sue capacità di sorveglianza e le attività associate». Tre settimane dopo, il 13 luglio, Il Cairo «ha fornito una prima serie di informazioni e documentazione sull’organizzazione, il personale, la formazione degli ispettori, le procedure e i manuali, nonché una panoramica degli audit effettuati e pianificati e della segnalazione di eventi per il periodo 2020-2023».

Diversi velivoli di EgyptAir in sosta all’aeroporto del Cairo (foto Afp)
Diversi velivoli di EgyptAir in sosta all’aeroporto del Cairo (foto Afp)
«Informazioni incomplete»

Ma «dalla valutazione dei documenti effettuata con l’assistenza degli esperti dell’Easa — sottolinea l’Ue — è emerso che l’Ecaa non ha fornito tutte le informazioni richieste in merito al numero di dipendenti, ai requisiti di qualifica del personale, ai requisiti di formazione degli ispettori e alla formazione effettivamente svolta». E così «la Commissione ha inviato una seconda lettera il 5 ottobre in merito ai documenti e alle informazioni mancanti, successivamente ricevuti il 13 novembre 2023 e attualmente in fase di revisione e analisi».

Il vertice a inizio 2024

Nel «primo trimestre 2024» la Commissione europea «organizzerà una riunione tecnica con l’Ecaa» e da lì potrebbe venire fuori una promozione o una bocciatura dei vettori egiziani. Bruxelles «ritiene che per il momento non vi siano motivi che giustifichino la modifica dell’elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo all’interno della Ue per quanto riguarda i vettori aerei certificati in Egitto».

L’ipotesi «black list»

Ma, aggiunge la relazione, «gli Stati membri dovrebbero continuare a verificare l’effettiva conformità dei vettori certificati in Egitto alle pertinenti norme internazionali di sicurezza, dando la priorità alle ispezioni di rampa». «Qualora informazioni dovessero rivelare l’esistenza di rischi imminenti per la sicurezza dovuti alla non conformità, potrebbe rendersi necessaria un’ulteriore azione della Commissione». Tradotto: i vettori egiziani potrebbero così finire — per la prima volta, appunto — nella black list e impossibilità a volare sopra l’Europa.

Chi vola da noi

L’informativa di Bruxelles non indica in modo esplicito quali compagnie abbiano mostrato «crescente preoccupazione» dopo i controlli. L’analisi del Corriere sui dati forniti dalla piattaforma specializzata Ch-Aviation mostra che ci sono nove compagnie egiziane adibite al trasporto passeggeri — escluse quelle tipicamente charter — e di queste volano verso l’Europa, oltre ad AlMasria (fino alla sospensione), EgyptAir, Air Cairo (anche in Italia), Nile Air (non da noi) e Red Sea Airlines (anche nel nostro Paese). Nel 2023, calcola il database di Cirium Diio, circa 870 mila sedili — sui 2,5 milioni totali — tra Italia ed Egitto sono stati offerti dai vettori egiziani.

I casi aperti

Il Corriere ha chiesto maggiori dettagli a Easa che non commenta e rimanda alla Commissione europea. Dalla Direzione generale dei Trasporti Ue non è arrivata alcuna risposta al momento della pubblicazione di questo articolo. Nessuna replica è pervenuta dall’Autorità egiziana per l’aviazione civile e nemmeno da AlMasria, la compagnia colpita dalla revoca dell’autorizzazione. L’Egitto è da qualche anno «attenzionato» dalle autorità nazionali e internazionali per la sicurezza aerea anche per la gestione dell’indagine sul volo EgyptAir MS804 Parigi-Il Cairo precipitato nel Mediterraneo la notte del 19 maggio 2016. Come ha svelato questo giornale il jet con 66 persone a bordo è precipitato per una fuga di ossigeno che ha saturato la cabina di pilotaggio facilitando l’incendio causato con ogni probabilità da una sigaretta accesa. Ma l’inchiesta — di competenza egiziana — non ha portato ad alcun documento finale.

Le indagini

Di recente la Iata, la principale associazione internazionale delle aviolinee, ha lanciato l’allarme sui troppi Stati che non indagano in modo appropriato o non pubblicano le relazioni d’inchiesta sugli incidenti aerei che si verificano nel proprio territorio. «È inaccettabile che quella delle investigazioni sui disastri sia la voce meno rispettata secondo il programma di controllo universale della sicurezza dell’Icao (l’agenzia Onu dell’aviazione civile, ndr)», ha denunciato Nick Careen, senior vice president della Iata con delega su safety e security.

lberberi@corriere.it

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