Комментарии 0
...комментариев пока нет
Le pensioni del 2024: tagli agli assegni alti, ritocchi alle minime e Quota 103 (e mezzo)
Come ogni anno, gli assegni pensionistici giovano di un adeguamento generato dalla differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente con quello attuale. L’obiettivo è la tutela del potere d’acquisto. Ma, come sappiamo, per riportare in vita Quota 103 e per finanziare l’aumento delle pensioni basse, il governo Meloni ha deciso di inasprire le penalizzazioni sulla rivalutazione delle pensioni. Il meccanismo decrescente è quello che l’esecutivo a trazione FdI aveva già applicato nel 2023, quando non tutte le pensioni hanno beneficiato di un aumento pari a quello del costo della vita. A questo giro, però, saranno ancora più tartassate le pensioni superiori a 10 volte l’assegno minimo Inps: per loro il ritocco sarà solo del 22%, contro l’attuale 32%. Quelle maggiormente favorite saranno invece le pensioni i fino a 4 volte il minimo.
Le pensioni di tutte le categorie sia previdenziali che assistenziali come noto sono collegate al valore dell’aumento dei prezzi al consumo calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023 rispetto al 2022. In base a questo, il 29 novembre 2023 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale lavoro-economia che dispone a partire dal 1° gennaio 2024 un adeguamento delle pensioni all’inflazione pari a +5,4%.
N.B. L’Inps provvede ogni anno ad adeguare gli importi degli assegni alla differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente e quello attuale solo in caso di aumento. Le eventuali variazioni in negativo vengono ignorate (per questo il meccanismo è definito indicizzazione o perequazione automatica o rivalutazione) delle pensioni.
Le pensioni di tutte le categorie sia previdenziali che assistenziali come noto sono collegate al valore dell’aumento dei prezzi al consumo calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023 rispetto al 2022. In base a questo, il 29 novembre 2023 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale lavoro-economia che dispone a partire dal 1° gennaio 2024 un adeguamento delle pensioni all’inflazione pari a +5,4%.
N.B. L’Inps provvede ogni anno ad adeguare gli importi degli assegni alla differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente e quello attuale solo in caso di aumento. Le eventuali variazioni in negativo vengono ignorate (per questo il meccanismo è definito indicizzazione o perequazione automatica o rivalutazione) delle pensioni.