Tra chi l’ha definita anacronistica e chi ideale, la proposta di legge �Obbligatoriet� della Doggy bag� continua a far discutere. Il testo, presentato il 10 gennaio scorso nella Sala Stampa della Camera dei Deputati dall’onorevole di Forza Italia Giandiego Gatta, prevede che tutti i ristoranti abbiano sempre a disposizione delle confezioni, a norma e biodegradabili o riutilizzabili, per poter permettere a chi lo desiderasse di portare a casa il cibo eventualmente avanzato. E di consumarlo il giorno dopo. Nella volont� della proposta sta il tentativo di contrastare lo spreco alimentare. Ma � una legge davvero necessaria? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Dona, avvocato, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori e celebre sui social per i video in cui spiega in modo breve, ma approfondito, quali sono i diritti dei consumatori e come comportarsi in determinate situazioni. L’avvocato Dona si era gi� espresso anche su questo argomento, definendo la legge �inutile�.
«Doggy bag obbligatoria? Inutile, è già un diritto». L’avvocato Massimiliano Dona contro la proposta di legge


Avvocato, ci spieghi: perch� �inutile�?
�Il codice civile prevede gi� una norma di questo tipo: nel momento in cui pago una cosa, � mio diritto portarla via. Vale tanto per una maglietta in un negozio di abbigliamento, quanto per il cibo al ristorante. Non c’� alcun bisogno di creare un’altra legge: andrebbe solo ad aumentare i costi per i ristoratori che si troverebbero a dover acquistare contenitori in pi� e pagare del personale che vi trasferisca gli avanzi. Oltretutto la legge parte anche da un presupposto sbagliato: la statistica sullo spreco alimentare citata nella proposta riguarda lo spreco alimentare in generale, non nella ristorazione. Di quel dato, solo una minima percentuale � riconducibile agli avanzi nei ristoranti: la gran parte ha origine domestica�.
Il consumatore ha diritto ad avere una confezione da portare a casa?
�Il cibo non pu� essere consegnato direttamente in mano. Motivo per cui il ristoratore deve consentire al consumatore di portare via ci� che ha pagato, fornendogli un contenitore idoneo. Al consumatore pu� essere chiesto un sovrapprezzo solo nel caso in cui quest’ultimo fosse esplicitato nel menu. Diversamente al cliente non pu� essere chiesto alcun costo aggiuntivo, nemmeno per pagare la confezione�.

Come facciamo a essere certi che le confezioni siano a norma?
�Allo stato attuale il ristorante pu� fornire i contenitori che ha gi� a disposizione: in genere sono sempre a norma, in quanto realizzati ad hoc. Quello che cambia con questa proposta di legge � che i titolari dei ristoranti dovranno acquistare confezioni apposite. Nel qual caso ci sar� un sovrapprezzo sui coperti. Io penso che tutto questo andr� a peggiorare il rapporto tra clientela e ristorazione, rapporto appena risanato dopo la “guerra degli scontrini” della scorsa estate�.
Pu� un ristorante rifiutarsi di fornire la doggy bag?
�In questo momento non � obbligato a fornirla, ma sinceramente non ho mai sentito di un ristorante che abbia negato questa possibilit�: a nessuno piace sprecare il cibo. Nel disegno di legge, invece, � prevista l’eventualit� per il consumatore di portarsi un contenitore da casa, ma � anche probabile che il ristoratore non lo ritenga idoneo al trasporto e faccia, quindi, utilizzare quello del ristorante, con costo aggiuntivo annesso�.
Pensa che la proposta di legge possa ridurre lo spreco alimentare?
�No. Serve educazione a tutti i livelli, non soltanto al ristorante. Servono consapevolezza e responsabilit� in casa, a scuola. Io, ad esempio, porterei il tema nelle scuole proprio per smuovere le coscienze e creare una sorta senso del dovere collettivo�.
Lei sostiene anche che il termine, �doggy bag�, non generi cultura. Come dovremmo chiamarla?
�Se l’obiettivo della proposta di legge � quello di eliminare il senso di “vergogna”, in Italia ancora diffuso, nel portare a casa gli avanzi, chiamarla “doggy bag” � controproducente. “Doggy bag” era il nome grazie a cui, un tempo, si tendeva a camuffare la destinazione degli avanzi. Come dire: “non sono per me, sono per il cane”. Io la chiamerei piuttosto “Save bag”, cos� che sia chiaro fin da subito il significato: anti-spreco s�, ma anche salvaguardia ambientale�.
Il concetto di doggy bag vale anche per il vino?
�Vino, s�, e acqua. Entrambi, infatti, rientrano in ci� che il cliente ha pagato e che, per questo motivo, ha il diritto di portare via. Sul vino il senso di vergogna sembra essere meno persistente, forse perch� � visto come un prodotto diverso, pi� raffinato, che non tutti potremmo avere normalmente a casa. Quindi, a titolo di esempio, se avanzo met� di una bottiglia da 30 euro, ci penso due volte prima di lasciarla sul tavolo. Per quanto riguarda i vuoti a rendere, invece, sono un accordo tra il fornitore e il ristoratore, da cui il cliente � escluso. Quando ordino una bottiglia al ristorante pago anche il prezzo del vetro, quindi ho il diritto di portarmelo a casa e il ristoratore non pu� impedirmelo, qualsiasi siano gli accordi che ha a monte�.
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15 gennaio 2024 (modifica il 15 gennaio 2024 | 07:21)
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