Banco Bpm presenta il piano «stand alone»: «Nessuna fusione nell’arco del piano»

Banco Bpm presenta il piano «stand alone»: «Nessuna fusione nell'arco del piano» Banco Bpm presenta il piano «stand alone»: «Nessuna fusione nell’arco del piano»

Né preda, né predatore. Alle speculazioni sul risiko bancario, il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, risponde senza tanti giri di parole: avanti da soli, con un nuovo piano strategico che punta a spingere piazza Meda di qui al 2026 verso i 6 miliardi di euro di utile cumulato e con una distribuzione ai soci che ne vale circa 4, cinque volte quella degli ultimi quattro anni. Il tutto mantenendo invariati i requisiti di patrimonializzazione, cioè quel 14% di Cet1 Ratio atteso per fine anno. Questo perché la banca ha già superato i risultati del precedente piano: 5,2 miliardi di ricavi quest’anno contro i 4,6 previsti nel 2024 e 1,2 miliardi di utili contro un miliardo.

Nessuna fusione nell’arco del piano

I nuovi obiettivi escludono dunque qualsiasi matrimonio. Su un eventuale coinvolgimento di Mps, la risposta di Castagna è ancora più netta: «Non ci sono possibilità che la banca possa prendere in considerazione una fusione nell’arco del piano». Banco Bpm non è interessata a «una complicata transazione che non ci consente di accelerare nei molti aspetti del piano. Quando hai tali tailwind (vento in poppa, ndr) in tuo favore è meglio non considerare transazioni che distrarrebbero le persone dai target che abbiamo». Anzi, Mps secondo Castagna con i suoi risultati non ha bisogno di fondersi. Piazza Meda però non contempla nemmeno di finire nel mirino: «In passato abbiamo detto che ci avrebbe dato fastidio perché pensavamo di valere di più e pensiamo ci dia fastidio ancora, perché pensiamo di valere molto di più-. Non è che ci dobbiamo proteggere perché la contendibilità crea valore – puntualizza il ceo —, quindi da bravi manager cerchiamo di far crescere la banca e consegnare risultati sempre migliori per far capire quale è il nostro potenziale», ha aggiunto Castagna.

Valore

«Avere il titolo alto, valorizzare le prospettive della banca è uno strumento importante per far capire quanto vale la banca stand alone e quanto deve essere alta un’eventuale offerta». E secondo l’ad c’è ancora spazio di recupero: «Anche solo applicando un multiplo di sei volte» rispetto agli 1,5 miliardi di utili attesi a fine piano, «bassissimo» considerato che «normalmente il rapporto price earning è di 8-9 volte», «dovremmo valere 9-10 miliardi». Il titolo ieri ha chiuso a +1,2%.

Uscite e nuovi ingressi

Castagna intende già dal prossimo anno introdurre l’acconto di dividendo e distribuire ai soci 1,3 miliardi di euro mentre cedole e buyback saranno definiti di anno in anno. Nella crescita dei ricavi la performance di commissioni, utili delle partecipate a patrimonio netto e risultato dell’attività assicurativa (in aumento a 2,4 miliardi dai 2 del 2023) più che compenserà la discesa del margine di interesse (a 3,05 miliardi da 3,25) in seguito all’allentamento della politica monetaria. Sono previste inoltre 1.600 uscite volontarie a fronte di 800 assunzioni e la riduzione da 1.504 a 1.250 filiali. Quanto alle fabbriche prodotto, come la monetica e il risparmio di Anima, la banca è disposta a «supportare le ambizioni di crescita». Un «piano ambizioso e su basi solide», l’ha definito Lando Maria Sileoni, segretario Fabi. «Ci auguriamo che Banco Bpm resti autonoma ancora per molto tempo».

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