Energia: prezzi in calo, gas ai livelli del 2021, il petrolio perde un altro 3%

Energia: prezzi in calo, gas ai livelli del 2021, il petrolio perde un altro 3% Energia: prezzi in calo, gas ai livelli del 2021, il petrolio perde un altro 3%

L’attacco con un missile lanciato dallo Yemen controllato dagli Houthi a una nave cisterna norvegese non crea tensione in un mercato condizionato piuttosto dai timori di un calo della domanda, a partire da quella cinese. Il Wti scende del 3,7% a 68,6 dollari al barile mentre il gas va sotto i 35 euro (meno 3,5%, con un calo su base annua del 54%) con gli stock della Ue che restano sopra il 90% (Italia all’89,69%) Nonostante le rinnovate tensioni in Medio Oriente i prezzi dei prodotti energetici vivono un’altra giornata di grandi ribassi. I prezzi del gas naturale chiudono in calo sotto 35 euro per megawattora in Europa (meno 3,55% a 34,84 ad Amsterdam), portando al 54% il ribasso rispetto all’anno scorso, tra segnali di una domanda contenuta e prove di un’ampia offerta.

Scorte abbondanti

Le temperature invernali nel continente sono tornate a livelli moderatamente superiori alla norma stagionale dopo un’ondata di freddo all’inizio di dicembre, mantenendo la domanda di riscaldamento ad alta intensità di gas ben al di sotto degli estremi. Di conseguenza, gli operatori di mercato hanno esteso le scommesse sul fatto che gli attuali livelli di scorte abbondanti forniranno un forte cuscinetto contro il rischio di carenza di forniture nel continente se le temperature dovessero inaspettatamente diventare più fredde. Gli ultimi dati hanno mostrato che le scorte di gas europee sono destinate a rimanere vicino ai massimi storici fino all’inizio di gennaio. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (aggiornata al 10 dicembre), sono in calo le quote di tutti i Paesi, tranne Austria, Belgio, Danimarca e Germania. L’Italia cala all’89,69%, mentre la media Ue si ferma 90,75%. Anche il Portogallo, dopo settimane di serbatoi pieni oltre quota 100%, è sceso a 98,83%. Croazia in ultima posizione preceduta dal Belgio.

Tagli alla produzione di petrolio: nessun effetto sui prezzi

Sul calo del prezzo del petrolio invece il ribasso continua ad essere legato a un timore di eccesso di offerta, con il rallentamento della domanda che ha permesso di non far ritenere così importante sul fronte delle forniture l’attacco a una nave cisterna norvegese con un missile da crociera lanciato dallo Yemen controllato dagli Houthi. Così il prezzo del greggio ha perso oltre il 3%, con i trader preoccupati sul fatto che la Federal Reserve non abbia ancora l’inflazione sotto controllo e possa tenere il piede sull’acceleratore in termini di tassi d’interesse frenando con l’economia anche la domanda di petrolio. I Paesi esportatori dell’Opec+ si sono impegnati a tagliare la produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, nel primo trimestre del 2024, ma gli investitori restano scettici sul reale calo della fornitura totale, vista la crescita della produzione negli altri Paesi. «La crescita dello shale oil negli Stati Uniti continua a sorprendere e anche la produzione nei Paesi non Opec e’ stata inaspettatamente elevata», hanno commentato gli analisti di ANZ Research in una nota, riportata dalla Cnbc. C’e’ poi da considerare il calo della domanda cinese, maggior importatore di petrolio al mondo, per il petrolio saudita, sceso ai minimi degli ultimi cinque mesi. Così il Wti, reduce da sette settimane consecutive in calo, dopo l’andamento leggermente rialzista di lunedì, ieri è tornato a perdere vistosamente

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