Europee, leader in corsa oppure no? Cosa rischia il centrodestra nelle scelte per le elezioni

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di Nando Pagnoncelli

La candidatura di Giorgia Meloni pu� penalizzare gli alleati Salvini e Tajani. Conte sembra deciso a non presentarsi e Schlein decider� a marzo

Europee, leader in corsa oppure no? Cosa rischia il centrodestra nelle scelte per le elezioni

Il tema della candidatura dei leader dei principali partiti alle prossime Europee tiene banco negli ultimi giorni. Vanno considerati diversi aspetti: opportunit�, ricadute politiche, ricadute elettorali. Quanto all’opportunit�, � stato sottolineato da molti che queste candidature sarebbero state solo uno specchietto per le allodole, poich� � noto che nessuno dei leader sarebbe alla fine diventato parlamentare Ue. La risposta della premier � stata, testualmente, �i cittadini lo sanno, anche questa � democrazia�. Se formalmente sussiste qualche dubbio, sostanzialmente si coglie un atteggiamento diffuso nella gran parte degli elettori. Unico limite, dice sempre la premier, la garanzia che un impegno diretto non abbia ricadute negative sull’attivit� di governo. Su questo Tajani, perplesso, ha espresso forti preoccupazioni. Insomma, per quanto non ci siano formalmente impedimenti, qualche dubbio sull’opportunit� della scelta resta.

Pi� complesso il tema delle ricadute politiche. Il centrodestra corre qualche rischio, il principale dei quali � che Meloni ottenga un importante consenso, se non cannibalizzando, almeno riducendo quello degli alleati. Questo risultato renderebbe pi� complessa la stabilit� di governo, peraltro gi� appannata da posizioni non sempre compatibili nella maggioranza. Salvini ha escluso di candidarsi, ma � difficile valutare le conseguenze della decisone: da un lato infatti tenuto conto dell’andamento dei consensi per la Lega che si attestano su valori inferiori al risultato delle ultime Politiche, la candidatura di Salvini avrebbe potuto rappresentare un segnale dell’impegno del leader per contenere le perdite e garantire la compattezza del gruppo dirigente del partito inevitabilmente stretto intorno al Capitano; dall’altro il risultato che otterr� la Lega, assai distante dal 34,3% con cui trionf� alle precedenti Europee, con molta probabilit� sar� comunque attribuito a Salvini, indipendentemente dalla sua candidatura. Per Tajani la decisione appare decisamente complicata: infatti, la riduzione dei consensi per Forza Italia — che negli ultimi tempi, in particolare in relazione all’astensione sul Mes, ha un po’ indebolito il suo profilo europeista e popolare — va combattuta proprio su questo terreno, e lui sarebbe presumibilmente uno degli esponenti pi� accreditati a farlo. Tuttavia, si tratta di tenere insieme il partito superando le divisioni interne ed � probabile che nulla possa essere deciso prima del congresso di fine febbraio.

Tra le forze di opposizione sembra che Conte sia decisissimo a non candidarsi. La scelta lo distingue da altri leader e lo colloca sul terreno della pi� ampia correttezza, consentendogli di cavalcare il tema dell’inopportunit� per gli altri di farlo. Comunicativamente, al momento, sembra una buona mossa. Elly Schlein ha detto che decider� a marzo. In questo caso i tempi non brevi possono favorire gli avversari e all’interno sembrano emergere difficolt� (dalla preoccupazione che una sua corsa in tutte le circoscrizioni rischi di penalizzare le donne, alle perplessit� dell’area riformista). Quindi un processo lungo, con tutte le incognite del caso.

Infine, le ricadute elettorali. Oltre alle Europee si vota per un robusto turno di Amministrative. Sono in entrambi i casi elezioni non molto attrattive per i cittadini (per quanto anche le Politiche abbiano segnato un raffreddamento pesante della partecipazione). In queste, come in quasi tutte le tornate ormai, quello che conta � quindi motivare i propri elettori. Non si tratta tanto di conquistare nuovi consensi quanto di portare al voto i propri sostenitori. In questo senso le candidature dei leader hanno senza dubbio, pur se con impatti diversi, proprio questo risultato, quello di mobilitare. E, data la forte caratterizzazione proporzionale del voto, � probabile che questo sia, alla fine, il tema sul quale molti decideranno il da farsi.

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10 gennaio 2024 (modifica il 10 gennaio 2024 | 21:13)

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