Aeroporti italiani in vendita: i fondi pronti a cedere il 49%, ecco dove
di Daniela Polizzi
Il riassetto degli aeroporti della Sicilia nelle prossime settimane entrerà nel vivo e un ruolo vuole giocarlo anche il governo. Sulla privatizzazione dello scalo di Palermo spunta l’idea di schierare Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia. È quanto apprende il Corriere da tre fonti istituzionali. Nei piani — al momento allo stato embrionale — Enav (di cui il Tesoro ha il 53,3%) dovrebbe rilevare in Gesap, la società di gestione dello scalo siciliano valutata 400 milioni di euro, i pacchetti che intendono cedere il Comune di Palermo (31,55%) e la Camera di commercio di Palermo ed Enna (22,87%).
di Daniela Polizzi
Secondo le prime verifiche legali l’investimento di Enav sarebbe possibile, al massimo con una piccola modifica statutaria, anche perché non creerebbe problemi di concorrenza. L’azienda è una società quotata in Borsa, genera il 75% dei ricavi dal traffico di rotta ed è guidata dall’amministratore delegato Pasqualino Monti dal 28 aprile scorso. Monti, secondo le fonti, giocherebbe un ruolo importante nell’eventuale partita non solo perché ritenuto all’altezza dell’operazione, ma anche perché è un conoscitore dell’ambiente dal momento che è pure presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale (porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle).
di Leonard Berberi
Non sarebbe un’iniziativa unica nel mondo. Un caso del genere esiste già in Spagna dove il corrispettivo locale dell’Enav, Enaire, ha il 51% di Aena, la società che gestisce quasi tutti gli scali nazionali. L’intenzione del governo italiano non è quello di adottare il modello spagnolo, ma di affiancarsi alle realtà private che funzionano — come 2i Aeroporti e Mundys —provando da un lato a rilanciare quegli impianti ritenuti «non performanti» nella fornitura di un servizio pubblico, dall’altro a iniziare a sviluppare un’intermodalità completa treno-aereo-nave.
A proposito delle realtà private le fonti che seguono l’iter di privatizzazione di Sac, la società di gestione di Catania e Comiso, spiegano che si guarda con molto favore a un passo avanti di Mundys, colosso che detiene il 99,39% di Aeroporti di Roma (Fiumicino e Ciampino). Sac oggi vede la Camera di Commercio del Sud Est Sicilia come principale azionista con il 60,64%, poi la Città metropolitana di Catania, Irsap Palermo e il Libero consorzio comunale di Siracusa ciascuno con il 12,13%. Quindi il Comune di Catania con il 2,02% e quello di Comiso con lo 0,96%.
di Leonard Berberi
Sac — che ha ingaggiato Mediobanca e lo studio legale Gianni&Origoni per preparare la privatizzazione — dopo l’esame dei numeri all’interno della data room si aspetta diverse offerte tra gli 800 milioni e un miliardo di euro. Stando alle prime valutazioni il suo valore reale sarebbe attorno a 650 milioni. I numeri forniti dai database specializzati e consultati dal Corriere mostrano che per le compagnie aeree che vi hanno volato l’aeroporto di Catania ha generato nell’ultimo anno 830 milioni di euro di ricavi sui voli diretti, quello di Comiso poco più di 17 milioni. Enav, Tesoro, AdR e Mundys non commentano le indiscrezioni. Sac non ha risposto alle domande. Secondo Assaeroporti i tre scali siciliani — Palermo, Catania, Comiso — hanno visto transitare nei primi undici mesi di quest’anno 17,8 milioni di persone.
di Leonard Berberi
Il riassetto interessa da diverso tempo anche la Sardegna dove però l’operazione di F2i di mettere insieme i tre scali — Cagliari, Olbia, Alghero — si è incagliata di fronte alle dispute locali nel Sud dell’isola. Al momento c’è «Nord Sardegna Aeroporti» che ha riunito Geasar (Olbia) e Sogeaal (Alghero) e che vede la maggioranza del capitale detenuta — direttamente e indirettamente — da F2i Ligantia. In attesa che si sblocchi la situazione Cagliari, è stato deciso di affidare la guida unica dei due scali della Sardegna settentrionale a Silvio Pippobello che oltre ad essere ceo di Geasar è diventato ceo e direttore generale di Sogeaal.
lberberi@corriere.it
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23 dic 2023
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di Leonard Berberi
di Mario Sensini