Aeroporti, i sauditi entrano a Londra Heathrow: al fondo sovrano Pif il 10% dello scalo

Aeroporti, a Londra Heathrow entrano i sauditi: al fondo sovrano Pif il 10% dello scalo Aeroporti, a Londra Heathrow entrano i sauditi: al fondo sovrano Pif il 10% dello scalo

Il fondo sovrano saudita e uno dei principali private equity d’Europa entrano all’aeroporto di Londra Heathrow, uno degli snodi globali del trasporto aereo che da tempo è però finito in mezzo al fuoco incrociato dei vettori e del governo britannico. La multinazionale spagnola Ferrovial ha deciso di cedere la sua intera quota del 25% in Fgp Topco (la società di Heathrow Airport Holdings) per 2,368 miliardi di sterline, circa 2,74 miliardi di euro al cambio odierno. Il 10% dello scalo sarà acquistato da Public Investment Fund (Pif), il fondo sovrano di Riyadh, per 947 milioni di sterline (1,1 miliardi di euro), l’altro 15% sarà rilevato da Ardian, il colosso francese del private equity molto attivo anche in Italia, per 1,42 miliardi di sterline.

Le trattative

I primi contatti tra Ferrovial, Pif e Ardian ci sono stati nella tarda primavera del 2022, spiegano due fonti al Corriere, in un momento post Covid in cui sono riprese le operazioni di consolidamento anche negli aeroporti. L’intenzione iniziale era quella di cedere il 25% a un consorzio unico formato dai sauditi e i francesi. Ma alla fine si è deciso di vendere la quota a due entità separate tenendo conto anche degli equilibri geopolitici dell’attuale azionariato, proseguono le fonti. All’interno di Fgp Topco oltre all’uscente Ferrovial ci sono il fondo sovrano del Qatar (Qatar Investment Authority) con il 20%, quello sovrano di Singapore (Gic) con l’11,2%, i canadesi di Caisse de dépôt et placement du Québec (12,62%), il fondo pensionistico Australian Retirement Trust (11.18%), il fondo sovrano cinese China Investment Corporation (10%) e il fondo pensionistico accademico Universities Superannuation Scheme (10%). Questi azionisti possono esercitare il diritto di rilevare il 25% di Ferrovial e tutti guardano alle mosse del Qatar per capire se vorrà impedire l’ingresso dei sauditi.

Gli investimenti

«Negli ultimi 17 anni abbiamo contribuito alla trasformazione di Heathrow, insieme ai nostri colleghi azionisti, raggiungendo traguardi eccellenti nel nostro ruolo a lungo termine di investitori», commenta in una nota Luke Bugeja, ceo di Ferrovial Airports. «Questi includono la supervisione di un investimento di 12 miliardi di sterline, l’espansione della sua capacità con la costruzione del Terminal 2 e il miglioramento delle sue prestazioni operative». Nel comunicato la società spagnola — che ha spostato la sede in Olanda — sottolinea il suo impegno «nello sviluppo delle proprie attività aeroportuali e negli investimenti nel settore»: detiene il 50% degli aeroporti di Aberdeen, Glasgow e Southampton, il 60% dell’aeroporto di Dalaman (Turchia) e il 49% del Terminal 1 dell’aeroporto «JFK» di New York.

Le criticità

In realtà dietro alla cessione di un quarto della quota di Londra Heathrow — che vale quasi 10 miliardi di sterline — ci sono anche le continue tensioni «locali» tra il management dello scalo, il governo britannico, l’Autorità per l’aviazione civile, le compagnie aeree e i passeggeri. Di recente l’aeroporto — non certo conveniente per i vettori — ha dovuto ridurre di un quinto la tariffa di decollo e atterraggio dopo una lite con le aviolinee. Negli ultimi due anni non sono mancati i disagi per i viaggiatori tra blocchi informatici, problemi con i bagagli, carenza di personale. Gli azionisti, poi, non hanno ancora deciso se dare il via libera alla realizzazione della terza pista, osteggiata dai residenti e dagli ambientalisti ma necessaria nei prossimi decenni date le previsioni di crescita.

Il bilancio

A livello operativo lo scalo di Heathrow nei primi dieci mesi ha visto transitare 66,33 milioni di passeggeri, è il quarto snodo nel mondo guadagnando posizioni dopo essere crollato per la pandemia e le restrizioni del governo britannico. Sempre quest’anno nei primi nove mesi ha registrato 2,74 miliardi di sterline di ricavi (+19% sul 2019) e un Ebitda rettificato di 1,7 miliardi, ma mantiene un indebitamento netto di 14,66 miliardi. La struttura è l’hub di riferimento di British Airways che detiene il 46% dei posti offerti per l’intero anno in corso, secondo i dati forniti al Corriere dalla piattaforma specializzata Cirium Diio.

I due nuovi soci

Per quanto riguarda i due nuovi azionisti Pif gestisce asset per oltre 700 miliardi di dollari e investe un po’ in tutti i settori sia domestici che internazionali (c’è, tra le altre cose, anche in Uber). Ardian ha un patrimonio di 156 miliardi di dollari gestito o in advisory, ha avuto il 49% dell’aeroporto londinese di Luton (molto usato dai vettori low cost), oggi guida un consorzio che detiene il 49% di 2i Aeroporti (l’altro 51% è in mano a F2i) che si trova nell’azionariato degli aeroporti di Milano Malpensa e Linate, Napoli e Salerno, Torino, Trieste e Bologna. Ha anche una partecipazione minoritaria in Skyports, operatore specializzato nei vertiporti e nei droni.

lberberi@corriere.it

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