Autisti, fuga dalla professione al Nord: stipendi bassi e turni pesanti

Autisti, fuga dalla professione al Nord: stipendi bassi e turni pesanti Autisti, fuga dalla professione al Nord: stipendi bassi e turni pesanti

Turni pesanti, stipendi mangiati dall’inflazione, rischio incidenti. Sempre meno persone vogliono fare gli autisti del trasporto pubblico locale. A raccontare la crisi della professione del tranviere e dell’autista è il rapporto 2023 dell’ Unione internazionale trasporti su strada (Iru). La carenza di conducenti professionali con autobus in Europa è cresciuta del 54% complice il turnover e ben 154mila pensionamenti. Ad oggi mancano così 105 mila posti di guida, il 10% della popolazione totale di autisti professionisti in Ue. In Italia il dato è all’11% ed è previsto un peggioramento al 2028.

La sofferenza al Nord: da Milano a Brescia

La crisi la vivono ogni giorno le aziende dei trasporti. A Milano Atm conta 4 mila conducenti di superficie ma fatica a coprire le 300 posizioni aperte nel 2023 per autisti. Una situazione che ha spinto l’azienda del trasporto pubblico milanese a offrire di più ai neoassunti: sostenere il costo di 2500 euro per le abilitazioni professionali fondamentali per guidare un mezzo pubblico. Quindi patente D e Carta di Qualificazione del Conducente (CQC). L’azienda offre anche un contributo per l’affitto per i neoassunti che si trasferiscono in città . Secondo la Filt-Cgil sarebbero però troppo pochi i 1400 euro offerti come salario di ingresso (che può crescere in caso di straordinari e attività accessorie). Non va meglio a Brescia dove il gruppo «Arriva», che gestisce il trasporto pubblico extraurbano ha affrontato poche settimane fa lo sciopero della Confederazione Cobas per l’intera giornata con una adesione vicina al 60%. Dice al Corriere Brescia Nicola Caletti, sindacalista dei Cobas Trasporti: «Mancano 40 autisti per coprire adeguatamente i turni, perché siamo in 300 a coprire tutta la provincia, quando invece ne servirebbero almeno 340. Questo comporta un lavoro sempre più pesante in termini di ore straordinarie e rinunciare a ferie e permessi, negati dall’azienda».

A Verona a metà ottobre invece sono state circa 200 le corse non garantite per mancanza di autisti, come spiegato da Atv, società al 50% del Comune e al 50% di Fnm Milano. Qui il salario per un neoassunto parte da 1350 euro per 14 mensilità. Poco se si pensa al fenomeno dell’inflazione e del caro affitti. Per sopperire alla carenza di personale c’è anche chi inventa soluzioni inedite. La società di trasporto pubblico Autoguidovie, che opera nelle zone di Pavia, Cremona, Monza, nel Milanese e in Emilia-Romagna, ha lanciato la campagna “Chi trova un collega, trova una sorpresa”. Sul piatto 1.000 euro all’anno di credito in welfare al dipendente che trova una persona da assumere. Nella locandina si legge: «Se supera il periodo di prova riceverai un credito welfare di mille euro».

Il Sud resiste ma il tema è la cultura del lavoro

Ma chi potrebbe essere interessato a guidare i mezzi pubblici d’Italia? Se al Sud il lavoro di autista è ancora apprezzato - l’Anm, l’azienda dei trasporti pubblici di Napoli, nel 2022 ha ricevuto quasi 1300 domande da giovani diplomati per 25 posti di autista di bus, tram e filobus con contratti a tempo indeterminato - al Nord le candidature scarseggiano. Tra i motivi anche il costo della formazione: come detto per avere la patente D servono circa 2.500 euro. Non va poi sottovalutata la questione sicurezza e lo stress legato alle condizioni di guida. a cui si aggiungono i turni nei festivi e l’ampliarsi degli straordinari in mancanza di colleghi con cui dividersi i carichi di lavoro.

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