Settimana corta e smart working illimitato, Sace lancia il test da gennaio

Settimana corta e smart working illimitato, Sace lancia la sperimentazione Settimana corta e smart working illimitato, Sace lancia la sperimentazione

La settimana corta, a parità di salario, entra nell’orbita del settore pubblico. Dopo EssilorLuxottica e Lamborghini nella manifattura, Sace sarà la prima partecipata in Italia a sperimentare una nuova organizzazione del lavoro basata sulla flessibilità massima e sulla settimana di quattro giorni. Segno che, dalle fabbriche ai servizi, è possibile disegnare un nuovo tempo del lavoro. La società, partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze , si occupa del sostegno alle imprese e al commercio estero e ha presentato un nuovo modello organizzativo, “Flex4Future”, con l’idea di rispondere ai bisogni dei 950 dipendenti.

L’ad di Sace, Alessandra Ricci

Spiega l’amministratrice delegata di Sace, Alessandra Ricci: «Si tratta di un nuovo importante passo nella trasformazione culturale intrapresa un anno fa con il Piano Industriale Insieme2025. Grazie a valori quali la fiducia reciproca, la trasparenza e la responsabilizzazione, rafforzerà la nostra efficacia, garantendo il benessere, il senso di appartenenza e un sano equilibrio tra la vita personale e quella professionale di tutti i colleghi».

Settimana breve e smart working illimitato

Il programma, che verrà implementato dal 1° gennaio 2024, prevede l’addio al cartellino da timbrare a prescindere dal livello di inquadramento, lo smart working illimitato e la sperimentazione su base volontaria della settimana corta. Sarà possibile lavorare quattro giorni a settimana per un totale di 36 ore scegliendo qualsiasi giorno per il riposo. Il tutto sulla base di una programmazione mensile a livello di area. «Oltre il 50% dei dipendenti — spiega Gianfranco Chimirri, chief people officer di Sace — ha già espresso interesse rispetto alla sperimentazione di gennaio. La settimana di quattro gironi potrà essere declinata in base alle esigenze dei lavoratori alternando, ad esempio settimane standard da cinque giorni lavorativi a settimane da quattro».

Un’organizzazione del lavoro taylormade in cui la scommessa è sull’autonomia del singolo e sul coordinamento a livello di team. «Come per lo smart working vogliamo spostare l’attenzione dal concetto del “numero di giorni in ufficio” al contenuto delle attività svolte. Vogliamo concentrarci sul lavorare in modo smart: occorre chiedersi quando è più utile o necessario lo scambio in presenza e quindi valorizzarlo», aggiunge Chimirri.

La sperimentazione è data driven

L’approccio alla nuova organizzazione del lavoro sarà poi data driven. La sperimentazione sarà monitorata e analizzata dall’Osservatorio smart working della School of management del Politecnico di Milano e vede la partnership di Microsoft per lo sviluppo delle tecnologie in grado di sostenere la nuova flessibilità. «È un sistema — conclude Chimirri — che si basa interamente sulla fiducia tra azienda e dipendente. Riteniamo che questo nuovo modello possa portare non solo a un aumento del benessere e della produttività ma avere risultati importanti in termini di attrattività, turnover e sostenibilità con la riduzione degli spostamenti casa-ufficio». L’attesa è quindi per i dati, fondamentali per meglio definire gli impatti di questo nuovo modo di lavorare. Che lega a stretto nodo crescita, benessere e qualità della vita.

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