Dimissioni, 44 mila mamme hanno lasciato il posto di lavoro: ecco perché

Dimissioni, 44 mila mamme hanno lasciato il lavoro: per il 63% il problema è la conciliazione Dimissioni, 44 mila mamme hanno lasciato il lavoro: per il 63% il problema è la conciliazione

Sono oltre 44 mila le mamme che nel 2022 hanno lasciato il lavoro. È quanto emerge dalla relazione annuale sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri presentate entro i primi tre anni dalla nascita dei figli, presentata martedì 5 dicembre nella sede dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Nel complesso le dimissioni convalidate sono state 61.391 con un aumento del 17,1% rispetto al 2021. Nella stragrande maggioranza dei casi sono state presentate da donne.

Quasi il 73% delle dimissioni riguarda le donne

A licenziarsi sono soprattutto le mamme, visto che il 72,8% dei provvedimenti, ovvero 44.669 dimissioni convalidate, riguarda le donne che denunciano le difficoltà di conciliazione tra vita privata e lavoro. Il 63% delle neo mamme ha indicato come causa delle dimissioni la fatica nel tenere insieme l’impiego e il lavoro di cura dei figli, contro il 7,1% dei padri. Per gli uomini, invece, la motivazione principale che li porta a rassegnare le dimissioni è il passaggio a un’altra azienda (78,9%), motivazione che viene indicata solo dal 24% delle lavoratrici donne.

Le motivazioni: dalla mancanza di asili nido alle condizioni di lavoro

Il 32,2% delle motivazioni relative alle difficoltà di conciliazione riguardano l’assenza di parenti di supporto, l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato come asilo nido o baby-sitter e il mancato accoglimento al nido. Le motivazioni concernenti le difficoltà di conciliazione dovute all’organizzazione del lavoro o a scelte datoriali, invece, rappresentano il 17,6% del totale delle motivazioni indicate e riguardano condizioni di lavoro particolarmente gravose o difficilmente conciliabili con le esigenze di cura della prole, distanza dal luogo di lavoro, cambiamento della sede di lavoro, orario di lavoro .Il 37,5% del totale delle motivazioni è connesso altresì al passaggio ad altra azienda.

La metà delle dimissioni dopo il primo figlio

Il 79,4% dei destinatari delle convalide si colloca nella fascia di età tra i 29 e i 44 anni. Il maggior numero di provvedimenti si riferisce a lavoratori/lavoratrici con un solo figlio (o in attesa del primo figlio), il 58% del totale. Solo nel 32,5% dei casi i provvedimenti riguardano genitori con 2 figli e solo nel 7,5% lavoratori o lavoratrici con più di 2 figli. Il che conferma, come sottolinea l’Inl, che la fascia critica per restare nel mercato del lavoro è quella subito dopo la maternità.

Le dimissioni per categoria

Il 92% delle dimissioni convalidate riguardano la qualifica di impiegato e operaio mentre è limitato il numero di provvedimenti relativi alle qualifiche di quadro e di dirigente. Le dirigenti che lasciano sono in valore assoluto superiori agli uomini (410 contro 326). «Si deduce pertanto - scrive l’Inl - che la qualifica professionale non costituisce un deterrente all’uscita dal mercato del lavoro in condizione di genitorialità». Di tutte le 44.699 convalide riferite a donne, la quota più consistente (il 32%) è legata alla microimpresa. Segue la grande (26,2%), la piccola (22,3%) ed infine la media (15,5%). Di tutte le 16.692 convalide riferite a uomini, la quota più rilevante (35,2%) si colloca invece nella grande impresa, seguita dalla piccola (24,9%), dalla media (20,7%) ed infine dalla microimpresa (17,3%).

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