Getty Morto di freddo dopo aver atteso ore con il suo tir al confine. Non si ferma la protesta dei camionisti polacchi al confine tra Polonia e Ucraina Ieri l’ambasciata ucraina in Polonia ha fatto appello a Varsavia per porre fine al blocco dopo il decesso di un secondo autotrasportatore per cause naturali. L’uomo sulla 50ina, aveva aspettato fermo per ore al gelo mentre su entrambi i lati del confine si formavano code lunghe fino a 25 chilometri. Qualche settimana fa, la morte sempre in circostanze simile di un altro autotrasportatore. Secondo i media locali, più di mille camion ucraini erano già in coda a Medyka, principale varco di frontiera. Ad essere autorizzati al passaggio sono solo i veicoli passeggeri e i camion che trasportano attrezzature militari o aiuti umanitari, tutto il resto viene bloccato. I manifestanti polacchi hanno bloccato la circolazione dei veicoli merci con l’Ucraina dall’inizio di novembre, in segno di protesta contro la liberalizzazione delle regole di trasporto dell’Ue per i camion ucraini.
- Finora sono stati bloccati quattro passaggi sul confine tra Ucraina e Polonia. E una protesta simile è stata lanciata dagli autotrasportatori slovacchi al varco di Vysne Nemecke-Uzhhorod all’inizio di questa settimana. Gli agricoltori polacchi che si sono uniti al blocco hanno detto che intendono andare avanti con la protesta fino all’inizio di gennaio.
La coda, lunga 30 chilometri (Getty) I funzionari ucraini criticano l’escalation della protesta. Taras Kachka, viceministro dell’Economia e del Commercio, ha affermato che la controversia dovrebbe essere risolta «al tavolo dei negoziati... ma non sulle strade durante l’inverno, dove si danneggiano non solo le economie ma anche la salute e la vita degli automobilisti bloccati». «C’è neve e temperature gelide sulle strade, con persone bloccate senza accesso a condizioni sanitarie adeguate», ha detto giovedì Kachka alla televisione ucraina.
- L’associazione ucraina dei camionisti del trasporto merci su strada avverte che a causa del blocco sono andati perduti 400 milioni di euro di entrate. L’ambasciatore ucraino in Polonia ha definito il blocco «una pugnalata alle spalle dell’Ucraina» e il governo di Varsavia ha esortato gli automobilisti a revocare il blocco.
Secondo i media ucraini, dietro ci sono gruppi di estrema destra filo russi. Ma il governo uscente guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS), che ha finora bloccato il ritorno al potere di Donald Tusk come primo ministro, sta evitando uno scontro diretto con i camionisti, chiave di volta dell’economia polacca. La Polonia ha la più grande flotta di camion dell’Ue e le lamentele dei suoi autisti sono viste anche come un presagio dei difficili negoziati commerciali che attendono l’Ucraina prima che possa aderire all’Ue. Le esportazioni dell’Ucraina verso l’Europa su gomma sono aumentate dopo l’inizio dell’invasione russa e il blocco del Mar Nero. Il blocco polacco danneggia soprattutto le esportazioni ucraine di legno e mobili, componenti di automobili e oli vegetali. Ciò mette in pericolo anche un quarto delle forniture di carburante importate che l’Ucraina trasporta su strada attraverso la Polonia. Il blocco inoltre rende più acuta la disputa commerciale tra Varsavia e Kiev dopo che le importazioni di grano ucraino sono state vietate per proteggere gli agricoltori polacchi, nonostante tale misura violi la politica commerciale comune dell’Ue. I porti ucraini sul Mar Nero nella regione di Odessa continuano a funzionare nonostante gli attacchi russi, rendendo la Polonia meno importante per le esportazioni di grano ucraine. |