Il sorriso amaro di Marine Le Pen: «Siamo stati noi i più votati. Il potere? Una gioia rinviata»

diStefano Montefiori

Il primo giorno nella nuova Assemblea per la leader del Rassemblement national che, grazie al ballottaggio del 7 luglio, ha aumentato i seggi da 89 a 125: «Non possono escludere i 10 milioni di francesi che ci hanno votato»

Il sorriso amaro di Marine Le Pen: «Siamo stati noi i più votati  Il potere? Una gioia rinviata»

La leader del En Marine Le Pen, 55 anni 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Marine Le Pen arriva con il suo ormai tipico sorriso, quello delle continue avanzate elettorali che non si tramutano mai nella presa del potere. Un sorriso smagliante per nascondere la delusione e quasi beffardo, che sembra voler dire «tanto prima o poi ce la faccio». Accompagnato oggi, nel giorno dell’ingresso all’Assemblea nazionale, da una gonna molto sopra al ginocchio, forse in omaggio al ministro Bruno Le Maire e al proclama identitario di qualche giorno fa: «La Francia è il Paese della minigonna e non del burqa» degli oscurantisti islamici. 

Dopo socialisti e Insoumis del giorno precedente, ieri è toccato ai deputati del Rassemblement national presentarsi in Parlamento per la foto di gruppo: erano 89 prima delle elezioni anticipate decise da Macron, adesso sono 125 (più gli alleati di Éric Ciotti, 143 in totale). Prima che Le Pen entrasse in aula e si facesse rieleggere capogruppo parlamentare, insieme agli altri giornalisti le abbiamo rivolto alcune domande sulla piazza del Palais Bourbon.

Che cosa pensa della volontà del Nouveau Front Populaire di governare ed esprimere il nome del primo ministro? «Hanno atteggiamenti faziosi, se ho capito bene vogliono prendere di forza Matignon (il deputato insoumis Adrien Quatennens aveva invocato una marcia sulla sede del primo ministro, ndr). È la loro versione dell’assalto al Campidoglio. Ma è Macron che deve prendersene la responsabilità politica, è lui che li ha fatti eleggere». Marine Tondelier ha annunciato che nel nuovo Parlamento gli ecologisti cercheranno di eliminarla da tutte le commissioni, che cosa risponde? «Non mi sorprende molto, gli ecologisti sono esattamente sulla stessa linea della France Insoumise. Non prendiamoci in giro. Queste persone sono profondamente antidemocratiche, perché il regolamento dell’Assemblea nazionale stabilisce che le posizioni di responsabilità devono essere distribuite in base al peso politico di ciascun gruppo. Quindi, a meno che non violino le regole dell’Assemblea — e ci sono abbastanza vicini, visto quello che abbiamo sentito oggi —, non possono escludere i 10 milioni di francesi che ci hanno votato. Perché questa è la verità: abbiamo preso 10 milioni di voti, più delle altre due coalizioni (sette per il Nfp, sei per i macronisti, ndr).

È un argomento ricorrente nella retorica del Rassemblement national in queste ore: l’idea che la vittoria sia stata loro rubata dalle desistenze e dalle alleanze elettorali degli avversari, favoriti dal sistema maggioritario uninominale a due turni. «Mi presento a voi con un gruppo di deputati che è risultato in testa alle elezioni legislative in termini di voti, e anche di numero di deputati (se contiamo per singoli partiti e non per coalizioni, ndr). Le desistenze, ci hanno privato della maggioranza assoluta. Ma un deputato del Rassemblement national rappresenta tre volte più elettori di un deputato di qualsiasi altro gruppo».

Poi arriva la dichiarazione di sempre, quella sull’incrollabile fiducia nell’esito finale: «Ma la gioia è solo rinviata, perché non si può continuare a ignorare la volontà popolare per sempre. Come suggerisce il nome, l’Assemblea nazionale deve rappresentare tutti i francesi, in termini di peso politico. Oggi non è così, ma lo sarà domani. Per ora è un ginepraio, dal momento che nessuno è in grado di sapere da quale schieramento proverrà il premier, né quale politica sarà condotta. Non mi pare un gran successo di Macron».

Sulle cene «cordiali» con l’ex premier macronista Edouard Philippe, Marine Le Pen mostra stupore per lo scandalo: «Parlare con tutti è una cosa assolutamente normale», e gode dell’imbarazzo di quanti in pubblico sono tornati a trattarla da appestata prima del voto, ma in privato la frequentano.
In serata, la reazione alla lettera di Macron: «Se ho capito bene, propone di bloccare gli Insoumis, che lui ha contribuito a fare eleggere tre giorni fa e grazie ai quali sono stati eletti i suoi deputati. Questo circo sta diventando vergognoso».

11 luglio 2024

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