Caroline Yadan: «Il Rassemblement national si mostra amico degli ebrei solo per strategia elettorale»

diStefano Montefiori

La deputata macronista dei francesi all’estero, eletta nella circoscrizione che comprende anche Italia e Israele, spera di vincere il ballottaggio di domenica contro il gollista Meyer Habib

La députée du groupe Renaissance, Caroline Yadan pose lors d'une photo de séance dans le jardin de l'Assemblée nationale, le 25 octobre 2022 à Paris, France. Photo by David Niviere/ABACAPRESS.COM

Caroline Yadan

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Caroline Yadan è una deputata macronista dei francesi all’estero, eletta nella circoscrizione che comprende anche Italia e Israele, e spera di vincere il ballottaggio di domenica contro Meyer Habib, esponente dei gollisti che però sembra avere fatto un accordo elettorale con il Rassemblement national.

Che cosa pensa del fatto che sul tema dell’antisemitismo, diventato centrale in queste elezioni, molti ebrei francesi sembrino avere più fiducia nell’estrema destra del Rassemblement national?
«Rischiano di cadere in una trappola, perché il Rn si mostra cambiato ma non lo è veramente, nel profondo. Io ho sempre combattuto gli estremisti, di destra e di sinistra, e penso che non si possa continuare la lotta votando per uno di loro. Né il RN, né la France insoumise».

Il presidente Macron però è uscito da questa equidistanza, e ha lanciato un appello al “fronte repubblicano” chiedendo ai francesi di votare chiunque si opponga all’estrema destra, anche se è un candidato della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Lei fa parte della sua maggioranza, non è d’accordo?
«No, per niente. E non avrei mai rinunciato alla mia candidatura, desistendo a favore di un candidato della France insoumise, anche se lo chiedeva Macron. Le loro posizioni al limite dell’antisemitismo sono inaccettabili. Ma questo non fa del Rassemblement national un interlocutore possibile».

Come mai?
«Perché il Rassemblement national ora si mostra amico degli ebrei solo per strategia elettorale, è una tecnica inaugurata nel 2013 da Louis Aliot per permettere al Front national di rompere il soffitto di cristallo. Cercano di seduire gli ebrei e in parte ci riescono, ed è un errore perché c’è continuità tra la vecchia estrema destra e la nuova».

Jordan Bardella non è un leader diverso, da questo punto di vista?
«Se il mio rivale Meyer Habib sarà eletto, appoggerà il tentativo di Jordan Bardella di diventare primo ministro. Ma dobbiamo ricordarci che Bardella si è sempre rifiutato di riconoscere e condannare l’antisemitismo di Jean-Marie Le Pen, ha cominciato a fare il militante del Front National a 16 anni quando questa presunta svolta era ben lontana e lui si dichiarava affascinato da un noto antisemita come Alain Soral. Nel Rassemblement national sono in tanti a non avere rinnegato in fondo l’impronta fascista e antisemita, e infatti partecipano a manifestazioni neonaziste con slogan contro gli ebrei capitalisti e a favore dell’Intifada».

I dirigenti del partito si proclamano lontani dalle “pecore nere”, come le ha chiamate Jordan Bardella.
«Ma guardiamo come ha votato il Rassemblement national in questi anni: contro la legge che vieta il velo islamico a scuola, contro l’ultima legge sul separatismo islamista. E penso che gli ebrei di Francia dovrebbero sentirsi inquieti, quando il RN promette misure sulla bi-nazionalità».

In questo momento lei si trova in Israele, nei giorni scorsi è venuta a incontrare i suoi connazionali in Italia, a Milano. Che impressione ha ricavato dai francesi di Milano?
«Mi hanno accolta molto bene. Anche loro sono preoccupati per l’avanzata delle estreme, anche da un punto di vista economico».

Pensa che lo sbarramento anti-RN alla fine funzionerà?
«Me lo auguro. Ma purtroppo ogni eccesso di Jean-Luc Mélenchon, ogni provocazione della France insoumise all’estrema sinistra, è una scheda elettorale nell’urna per il Rassemblement national».

4 luglio 2024 ( modifica il 4 luglio 2024 | 18:55)

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