Elezioni in Francia.Le rinunce dolorose ai ballottaggi. L’«insoumis» fa largo all’ex premier
Il caso dei candidati che si sono ritirati per dare alla coalizione maggiori possibilità di contenere la destra
Desistere è resistere. L’ha linea l’ha dettata il lider maximo Jean-Luc Mélenchon la sera stessa del primo turno delle legislative: il terzo arrivato della coalizione di sinistra Nuovo fronte popolare (di cui fa parte la France insoumise) si ritira per sbarrare la strada al Rassemblement national. E in buon ordine l’insoumis Noé Gauchard ha obbedito. Per cedere il passo a un’arcinemica: l’ex premier macronista Élisabeth Borne. «Non saremo complici dell’ascesa dell’estrema destra al potere».
È la nuova Francia delle alleanze che non ti aspetti, saldate da un risultato dei candidati del partito di Marine Le Pen senza precedenti. Succede così che il giovane ecologista Gauchard, orgoglioso discendente di agricoltori del Calvados, si faccia da parte per lasciar passare la quintessenza della galassia presidenziale, Borne, allieva del Politecnico, ingegnere, 63 anni, già socialista, quindi seguace di Macron dalla prima ora, «premiata» con il ministero della Transizione ecologica, poi del Lavoro, infine seconda donna alla guida del governo in Francia. Durante tutti i suoi incarichi ferocemente contestata dall’opposizione di sinistra della France Insoumise.
È un caso incrociato di disciplina di partito: Borne si è dimessa nel 2022, pur essendo stata eletta deputata, per lasciare il posto nel rimpasto al brillante premier Gabriel Attal; Gauchard ha adesso desistito dalla sua amata sesta circoscrizione del Calvados per regalare almeno una parte del suo 23% al secondo turno alla macronista, che ha realizzato il 28,9.
E permetterle di tentare il sorpasso del candidato lepenista in vantaggio, Nicolas Calbris, forte di un 36,2. Per convincere a un gesto simile la vice-ministra con delega allo Sviluppo rurale (cruciale in Francia) Dominique Faure sono dovuti intervenire i maggiorenti del partito, addirittura alla fine Macron e Attal in persona. Terza classificata nell’Haute Garonne, l’esponente di Ensemble sulle prime aveva dichiarato di voler restare in gara; secondo i suoi calcoli, aveva detto, avrebbe potuto farcela, non era il caso di andare in panico. Solo alla chiusura finale delle candidature si è decisa a spostarsi di lato, con una spinta, per consentire al primo classificato, il socialista Jacques Oberti di avere buone possibilità di successo sulla candidata Rn Caroline Falgas-Colomina.
Resta in gara in seconda posizione la sottosegretaria all’Infanzia e alla Famiglia Sarah El Haïry. E, contraddicendo tutti i buoni propositi di patto tra il Nuovo fronte popolare ed Ensemble di cui sopra, nella sua triangolare fa campagna scatenata contro «la sinistra casinara» (sic) e dunque contro il vincitore del primo turno, il socialista Fabrice Roussel. Rischiando di avvantaggiare il terzo arrivato, del Rassemblement national.