Il papà di Macron, tra baguette e segreti: «Il voto? Il presidente aveva deciso due mesi fa»

diAlessandra Coppola

Il padre del capo dello Stato francese, dottore pensionato, intervistato da un piccolo giornale: «Ho paura che il Rassemblement National andrà al potere. Di mio figlio approvo l'80% di quello che ha fatto».

L’ometto scarmigliato con la baguette sotto il braccio, il sacchetto della spesa appeso a un dito e il mazzo di chiavi sull’uscio di casa, conosce retroscena della politica francese a cui nessun altro ha avuto accesso: «Lo scioglimento del Parlamento era stato deciso dall’Eliseo due mesi prima della sconfitta alle Europee». Ed è possibile che abbia ragione: la confidenza gliel’ha fatta il figlio, che è il presidente della Repubblica.

Jean-Michel Macron, 74 anni, papà di Emmanuel, ha eccezionalmente parlato ieri con un piccolo glorioso giornale alsaziano, Dernières Nouvelles d’Alsace (DNA), che ha temerariamente mandato il proprio inviato a fargli la posta davanti alla villetta di Amiens, nella Somme. Vecchia abitazione di famiglia dove lo stesso giovane capo di Stato è cresciuto.

A sorpresa, il neurologo in pensione, chiudendo lo sportello dell’auto e raccogliendo le buste delle compere, ha molto garbatamente risposto al giornalista, sul sito è possibile anche ascoltare un estratto audio del colloquio. «Non è stata una decisione presa in base ai risultati di quella sera (il 9 giugno, la vittoria del Rassemblement National al voto per l’Europarlemento, ndr) — rivela il dottore Macron —: me ne aveva già parlato due mesi prima». Dello scioglimento, balbetta incredulo il reporter? «Sì — conferma il padre del presidente — un’Assemblea ingovernabile». Non un gesto impulsivo, dunque, ma una scelta meditata da tempo di fronte a una maggioranza instabile.

È spaventato dell’avanzata della destra estrema? «Sì - confessa -, ho paura che il Rassemblement National andrà al potere. Ora, se i francesi lo vorranno, lo sperimenteranno. Vedranno il risultato». E anche in questo caso Macron padre sembra conoscere il retropensiero del figlio: «Per la Francia è meglio viverla per due anni piuttosto che per cinque anni». Meglio subito un governo Bardella alla prova difficile di Matignon, lascia intendere, che Marine Le Pen vincitrice alle prossime presidenziali. «Se tra due anni (tre, per la verità, ndr) il RN dovesse dimostrare di essere del tutto incapace di governare, possiamo sperare che non vada oltre». Non è il caso della sua circoscrizione, ma avrebbe votato France Insoumise, nel caso? «Sarei stato in imbarazzo — ammette — perché sono di una maleducazione insopportabile».

Come valuta l’operato di Emmanuel all’Eliseo? «Approvo l’80 per cento di quello che ha fatto — risponde papà —. La riforma delle pensioni andava fatta, anche se ai francesi non piaceva, visto l’aumento dell’aspettativa di vita». Inciampi nel percorso del figlio? «Non credo che abbia commesso grossi errori — continua —, forse qualche goffaggine nel modo in cui ha annunciato le cose. Ma non molti politici sarebbero riusciti a uscire da una crisi come quella dei gilet gialli».

Non che i due parlino sempre di politica, conclude Jean-Michel, quelle rare volte che si incontrano. Anche troppo rare, si lamenta. «Domenica scorsa era il mio compleanno e non mi ha nemmeno fatto gli auguri…».

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4 luglio 2024

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