Autovelox nel mirino, dopo il Veneto abbattuti anche in Lombardia

Autovelox nel mirino, dopo il Veneto abbattuti anche in Lombardia Autovelox nel mirino, dopo il Veneto abbattuti anche in Lombardia

Poco dopo il loro «esordio» sulle strade furono presi di mira con lanci di vernice per oscurare gli obiettivi. Poi furono incappucciati con teli o distrutti con mazze, fionde o pistole. Vandalismi sporadici, a macchia di leopardo. Invece, da qualche mese, sono diventati seriali. Pure il metodo è cambiato: li segano in due grazie a dei flex a batteria. Nel Nord Italia è strage di autovelox. A essere colpiti da raid sono quelli piazzati in strade Comunali o Statali: nove in Veneto, uno in Piemonte e uno in Lombardia. «Non abbiamo segnalazioni recenti nella rete autostradale», confermano dalla Polstrada

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I raid

L’ultimo «abbattuto» con un taglio è stato ritrovato sabato scorso sulla Statale Asolana, poco prima di Martignana, nel Cremonese. Un caso davvero paradossale: il rilevatore era stato posizionato poche ore prima e sarebbe entrato in funzione a giorni. La tecnica era già stata usata alla vigilia di Natale in Piemonte quando era stato abbattuto un autovelox sulla Statale 231 nel territorio di Asti e, soprattutto, in Veneto nella zona del Polesine con puntate sul Passo dello Giau, nel Bellunese, contro quello che è considerato uno dei più implacabili e «redditizi» in Italia.

La dinamica

La dinamica è la stessa: lascia intonsi i cavi elettrici per agire in fretta. Fa eccezione un caso a Cadoneghe nel Padovano: sulla Regionale 307 del Santo, un potente petardo ha messo fuori uso uno strumento al centro di polemiche. Il Comune aveva dovuto annullare 58mila multe. Nelle due regioni sono state avviate indagini e al vaglio ci sono dei video di assalti registrati da telecamere di sorveglianza. Non è chiaro se dietro ci sia un gruppo organizzato. «Non posso fare previsioni ma siamo al lavoro», ha detto Edoardo Campora, comandante provinciale dei carabinieri a Rovigo. La pista meno battuta, viste le distanze, sembra quella della «mano» unica negli assalti. Potrebbe essere scattato un pericoloso spirito di emulazione.

Il «pericolo»

«Il clima è davvero pericoloso e c’è una pesante escalation — afferma Luigi Altamura, comandante della Municipale di Verona e nel coordinamento delle polizie locali di Anci — perché si dimentica che, in Italia, la terza causa di incidenti gravi è la velocità. Noi cerchiamo di prevenire anche con gli autovelox». Molti, però, accusano i Comuni di volere fare «solo» cassa: «Sbagliano perché sono installati con un decreto del prefetto che arriva solo se dimostriamo l’elevato tasso di incidentalità, in quel tratto, nel lustro precedente». Eppure sui social «Fleximan», come è stato ribattezzato, non è visto come un criminale. Anzi. È chiamato addirittura «eroe» ed è invitato a «passare anche da noi» perché «tanto rischia solo una sanzione amministrativa». «Sostengono l’applicabilità dell’art. 15 del codice della strada — spiega Francesco Centonze, docente di diritto penale all’Università Cattolica — ma ci sono robusti argomenti per ritenere queste condotte punibili almeno con il reato di danneggiamento che prevede sino a tre anni di carcere e non mi sorprenderebbe se le procure si orientassero in questa direzione. Inoltre, il condannato dovrà risarcire il danno causato». Non proprio due spiccioli: un autovelox, a seconda dei modelli, può arrivare a costare 50mila euro.

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