Tra India, Turchia, Marocco e il ritorno della Cina: i Paesi Emergenti più interessanti per il 2024
di Pieremilio Gadda
L’inflazione annua in Turchia ha raggiunto il 64,77% a dicembre (contro il 62,2% di un anno prima). secondo i dati ufficiali resi noti dall’Ufficio centrale di statistica di Ankara TUIK. Il dato è in salita rispetto al 61,98% per cento di novembre, con una crescita che si registra nonostante l’aumento dei tassi d’interessa da parte dell e viene nonostante la banca centrale abbia aumentato in sei mesi di 34 punti percentuali i tassi d’interesse, portandoli al 42,5 per cento.
In particolare, sono cresciuti i prezzi degli alimentari (72,01 per cento), i costi di trasporto (77,14 per cento) e per hotel e ristoranti (93,24 per cento). I prezzi alla produzione, dal canto loro, sono cresciuti del 44,22 per cento su base annua e dell’1,14 per cento su base mensile. Nel mese di dicembre il dato mensile ha comunque segnato un lieve rallentamento al 2,93%, contro il 3,28% di novembre.
di Pieremilio Gadda
In questo contesto, il salario minimo è stato aumentato del 49% a partire dal primo gennaio, per raggiungere le 17.000 lire turche, ovvero circa 520 euro. La corsa dei prezzi, leggermente inferiori alle previsioni della Banca centrale, potrebbe quindi non essere finita, alla luce proprio della decisione del governo di alzare il salario minimo, e potrebbe scavallare il 70% entro maggio, superando la traiettoria disegnata dalle previsioni della banca centrale, che ha già preannunciato un inasprimento della stretta avviata a giugno.
di Leonard Berberi
Sebbene elevati, i dati ufficiali sono contestati dagli economisti indipendenti dell’Inflation Research Group (Enag), che calcolano l’aumento dei prezzi al consumo al 127,2% su base annua, mentre per il 2022 l’inflazione era stimata nel 137,5%. In questo contesto, il salario minimo è stato aumentato del 49% a partire dal primo gennaio, per raggiungere le 17.000 lire turche, ovvero circa 520 euro. La corsa dei prezzi, leggermente inferiori alle previsioni della Banca centrale, potrebbe quindi non essere finita, alla luce proprio della decisione del governo di alzare il salario minimo, e potrebbe scavallare il 70% entro maggio, superando la traiettoria disegnata dalle previsioni della banca centrale, che ha già preannunciato un inasprimento della stretta avviata a giugno. La banca centrale prevede di chiudere il 2024 con un’inflazione al 36%, grazie a una frenata nella seconda parte dell’anno. Si tratta di un livello, in ogni caso, superiore di sette volte all’obiettivo della banca centrale.
Anche per l’altra iperinflazione mondiale, quella argentina, la prospettiva è di un inasprimento dei prezzi. I principali operatori del mercato della distribuzione di benzina dell’Argentina hanno applicato da ieri un ulteriore aumento dei prezzi del 27% che porta oltre il 100% l’incremento complessivo registrato negli ultimi 30 giorni. La decisione è frutto della politica di deregulation del settore applicata dal governo ultraliberista di Javier Milei fin dal suo insediamento e segue una tendenza all’allineamento dei prezzi interni con quelli internazionali. La benzina premium verde passa in questo modo a costare tra i 900 e 1000 pesos al litro (poco meno di un euro) dopo aver iniziato il mese di dicembre a circa 450 pesos. Gli aumenti si ripercuoteranno inevitabilmente sull’inflazione quando già le ultime stime relative al mese di dicembre, secondo la società di consulting Ecolatina, indicano un incremento dell’indice nell’ordine del +25% mensile e del 210% annuale.
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04 gen 2024
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