Usa, la Fed lascia i tassi fermiMa prevede tre tagli nel 2024

Usa, la Fed lascia i tassi fermi Ma prevede tre tagli nel 2024 Usa, la Fed lascia i tassi fermi Jerome Powell, presidente della Federal Reserve

La Federal Reserve lascia fermi i tassi di interesse americani, per la terza volta consecutiva, al 5,25-5,5%, intervallo invariato da luglio. E’il livello più alto da 22 anni, ma la banca centrale segnala la probabilità di tre tagli dei tassi l’anno prossimo, per 75 punti base totali, con un costo del denaro al 4,6% alla fine del 2024. E Wall Street ha subito festeggiato, toccando nuovi record: Il dow Jones ha guadagnato l’1,4%, l’indice S&P l’1,37% e il Nasdaq l’1,38%.

La cautela impedisce al presidente della Fed, Jerome Powell, di dichiarare «missione compiuta», ma durante la conferenza stampa al termine della riunione di politica monetaria l'avvocato- banchiere ammette che i rialzi dei tassi sono «probabilmente finiti». Spiega: «L’inflazione si è attenuata nell’ultimo anno, ma rimane superiore al nostro obiettivo del 2% nel lungo periodo», e così lascia la porta aperta a «eventuali nuovi rialzi» dei tassi, se saranno appropriati dagli sviluppi dell’economia. «Non sono probabili, ma neppure esclusi».

L’economia cresce, il mercato del lavoro è robusto, l’inflazione fa progressi, ma è presto per dichiarare vittoria, secondo Powell. Perché «l’inflazione sta scendendo, ed è una buona notizia, ma i prezzi non diminuiscono», afferma chiarendo che «i salari stanno aumentando più di quanto diminuisce l’inflazione», scesa al 3,1% a novembre dal 3,2% di ottobre. Quale sarà il segnale per spingere la Fed a tagliare i tassi?, viene chiesto in conferenza stampa. «Probabilmente una recessione», sostiene il presidente Fed. Non è prevista, ma nemmeno esclusa l’anno prossimo. Secondo le nuove stime, l’inflazione «core», il dato preferito dalla Fed che esclude i prezzi volatili di energia e beni alimentari, è indicata al 2,4% a fine 2024 dal 2,6% delle previsioni di settembre. L’anno prossimo rallenterà anche l’economia, ma gli Usa dovrebbero evitare una recessione: il Pil crescerà dell’1,4% nel 2024 (con la disoccupazione in aumento dall’attuale 3,7% al 4,1%) e dell’1,8% nel 2025.

La Fed ha avviato la stretta monetaria in ritardo, considerando l’inflazione un fenomeno transitorio. Ora il pericolo è di aspettare troppo per l’allentamento. Esite «sempre un rischio» di agire troppo tardi, conviene Powell, riconoscendo che bisogna interrompere la politica restrittiva «ben prima che l’inflazione raggiunga il 2%», altrimenti si supera il limite. Però preferisce non rivelare qual è il valore chiave. Anche perché «questa non è la classica inflazione da domanda», piuttosto è una combinazione di domanda molto robusta e di restrizione dal lato dell’offerta.

Giovedì tocca alla Bce. Se il mercato si aspetta una nuova pausa della stretta monetaria dopo quella di ottobre, l’attenzione è tutta puntata sulle parole della presidente Christine Lagarde, per capire i tempi di un taglio dei tassi che in europa potrebbe avvenire prima ancora che negli Stati Uniti.

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