Il private banking è il suo core business in Italia. E ora Ersel, attraverso l’integrazione in organico di un nuovo team dedicato ai mercati nordici, punta a rafforzarsi nel mondo degli Ultra high net worth individual (i Paperoni, per intenderci) anche in Lussemburgo, dove è già presente dagli anni ’90 con le attività di asset management. Si tratta di un’operazione che «da un lato ci consente di avere un presidio maggiore in uno dei cuori finanziari dell’Europa e di poter intercettare eventuali opportunità per i nostri clienti, e dall’altro di diversificare la provenienza delle masse gestite e aumentare il nostro peso in quanto banca privata», commenta Andrea Rotti, amministratore delegato di Ersel. L’obiettivo della società, nata a Torino nel 1936, è «continuare a sviluppare le attività di gestione, di family office e di corporate finance, portando a bordo una clientela imprenditoriale fuori dal perimetro italiano, ma con connotazioni ed esigenze simili a quella domestica, che può favorire ulteriori sviluppi — prosegue Rotti —. L’accesso a una rete internazionale di private banker rende il nostro modello unico e più flessibile rispetto all’offerta bancaria tradizionale».
Da Torino al Nord Europa: Ersel vuole crescere fuori dall’Italia e con le partnership


Gli sviluppi in Italia
Intanto, Ersel vuole continuare a crescere anche in Italia dove, sebbene il mercato sia già maturo, c’è ancora un enorme potenziale. «C’è tanto spazio: a fronte di una ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie di oltre cinquemila miliardi di euro, quella privata ammonta a circa 1.200 miliardi, di cui solo la metà è seguita da operatori di private banking — spiega l’amministratore delegato —. Quindi c’è una nicchia da coprire ancora molto ampia e noi siamo ben posizionati per intercettare questa clientela, grazie a un’offerta molto completa e capace di soddisfare le esigenze dei clienti su tutto il patrimonio». A oggi, considerando l’intero perimetro del wealth management, dal private banking all’asset management, dalle fiduciarie al family office, il gruppo Ersel «controlla» masse per 20 miliardi di euro. «Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita importante, grazie soprattutto all’inserimento di nuove figure professionali — racconta Rotti —. Inoltre, oltre a rafforzare la presenza su Milano, abbiamo aperto una sede a Roma e nei prossimi anni vogliamo proseguire nel nostro sviluppo geografico, arrivando a coprire anche un’area importante come quella del Veneto».
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Partnership e joint-venture
Tra le iniziative più recenti di Ersel, poi, c’è la nascita di Meti, una joint-venture con l’investment banker Vincenzo De Falco finalizzata a supportare gli imprenditori italiani nelle operazioni di finanza straordinaria, come fusioni e acquisizioni. «È una risposta alle esigenze della nostra clientela che ci chiede di affiancarla, oltre che nella gestione del loro patrimonio personale, anche nella ricerca di soluzioni per gli assetti attuali e futuri delle aziende di famiglia — dice l’amministratore delegato —. L’iniziativa rientra nella strategia di sviluppo di servizi a valore aggiunto realizzati anche tramite partnership specialistiche». E sempre in quest’ottica, è stata creata la fiduciaria Simon WealthLex, di cui Ersel detiene il 30% del capitale, una società di avvocati che offre consulenza legale su tutte le tematiche legate al patrimonio, come per esempio il passaggio generazionale. Sul fronte investimenti, invece, «continuiamo a lavorare sull’evoluzione e sul perfezionamento degli investimenti in banca. Nei prossimi giorni ufficializzeremo la prima operazione di club deal: un investimento diretto, al fianco di Azzurra Capital, nel capitale di Desa-Chanteclair, società attiva nel settore degli sgrassatori guidata dalle famiglie Silva, Sala e Malagoli. L’idea è offrire operazioni di qualità in totale allineamento con gli interessi dei nostri azionisti», conclude Rotti.
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05 dic 2023
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