Stellantis, le critiche dei consulenti dei fondi azionisti al compenso di Tavares (e al jet di John Elkann)
di Francesco Bertolino
Botta e risposta tra il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Durante una visita a Torino, il numero uno del gruppo automobilistico ha criticato il proposito del ministro - senza mai citarlo direttamente - di attrarre in Italia un secondo costruttore, probabilmente cinese. A giudizio del manager, l’arrivo di una casa cinese potrebbe innescare una guerra dei prezzi, intaccando le quote di mercato di Stellantis nel Paese e quindi riducendo le sue necessità produttive. In altri termini, metterebbe a rischio le fabbriche in Italia. A stretto giro è arrivata la replica del ministro Urso, secondo cui è Stellantis a dover fornire rassicurazioni all’Italia che è l’unico Paese europeo ad avere un solo produttore di auto. ««Ove Stellantis riuscisse, e ce lo auguriamo tutti, a raggiungere il milione di veicoli prodotti in Italia in un tempo che secondo me dovrebbe essere prima del 2030, questo divario sarebbe ridotto, ma non assolutamente colmato», ha puntualizzato il titolare del Mimit.
««Introdurre un nuovo competitor in Italia, molto aggressivo sui prezzi come potrebbero essere i cinesi, andrebbe a colpire direttamente i leader di mercato, ovvero noi», ha detto Tavares. Per reagire, ha aggiunto, «potremmo per esempio provare ad accelerare la produttività per ridurre i costi», ma se alla fine Stellantis dovesse perdere quote di mercato «potremmo avere bisogno di meno impianti». Il nuovo concorrente «sarebbe quindi una minaccia per Stellantis, comunque noi combatteremmo perché le nostre persone sono pronte e fantastiche, abbiamo idee, piani e i mezzi per attuarli.
Ma in una battaglia, ci sono vittime e non ci si può aspettare di uscirne vincitori, ma senza cicatrici».
di Francesco Bertolino
Alle parole di Tavares ha prontamente replicato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «L’Italia è l'unico Paese in Europa con un’unica casa automobilistica, in altri Paesi sono da quattro a molte più case automobilistiche che producono», ha detto. «Questo dovrebbe valere anche per noi, ma comunque la conseguenza è che il divario di auto prodotte in Italia (circa 450mila) e auto immatricolate (1,5 milioni) a diventare enorme, che esiste solo in Italia». Questa anomalia, ha proseguito, «va sanata e se Stellantis riuscisse ad arrivare a un milione di auto prodotte il divario
comunque non sarebbe colmato del tutto. Ma l’Italia ha l'indotto più importante di tutti che dobbiamo rafforzare, che ci fa particolarmente attrattivi per chi vuole realizzare nuovi stabilimenti. Tante case automobilistiche europee e non solo che vogliono investire, non vedo perché noi dovremmo favorire» un sistema per il quale l'Italia resta con un solo produttore, ha concluso.
Tavares ha smentito comunque ogni volontà di disimpegno dall’Italia. «Ci sono fake news che dicono che Stellantis se ne va dall'Italia: noi qui ci sentiamo a casa», ha rimarcato. «Siamo i leader di questo mercato con più del 34% di quota. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene dall'Italia, stiamo investendo pesantemente, abbiamo progetti, idee la capacità per tenere fede ai nostri impegni». A riprova di ciò, Tavares ha oggi inaugurato a Torino, nel polo di Mirafiori, l’eDct Assembly Plant, un nuovo impianto per la produzione di cambi elettrificati, fondamentali per la riduzione delle emissioni delle auto ibride. Il nuovo stabilimento di 17 mila metri quadri occuperà circa 500 operai e sarà in grado di produrre fino a 2.100 unità al giorno e 600 mila trasmissioni ogni anno.
Durante l’inaugurazione, Tavares non ha mancato di assestare un’altra stoccata al governo, stavolta sui nuovi incentivi annunciati a dicembre ma non ancora varati. ««Ai consumatori italiani sono state fatte tante promesse ma gli incentivi annunciati per l'acquisto di elettrico non sono stati ancora rilasciati: abbiamo deciso di non stare qui ad aspettare che quelle promesse vengano mantenute e abbiamo deciso di investire non meno di 100 milioni per dare all'iconica 500e una nuova batteria che permetterà di percorrere più chilometri e diminuire il costo».
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