Eredità Agnelli, scontro fra i legali. Gli Elkann: «Nostra madre ci perseguita». Margherita: «Ha iniziato John»
di Mario Gerevini
Le polemiche su produzione e incentivi in Italia scaldano Carlos Tavares, ma non scalfiscono i conti di Stellantis, che nel 2023 è arrivata a chiudere il bilancio con profitti netti in crescita a doppia cifra. L’anno scorso, infatti, il quinto costruttore mondiale di auto ha consegnato al mercato il 7% in più di veicoli (6,2 milioni) che gli ha consentito di arrivare a 189,5 miliardi di euro ricavi (+6%) mentre l’utile netto è salito dell’11% a 18,6 miliardi; il margine è stato del 12,8%. Il consensus degli analisti attendeva un fatturato a 189,9 miliardi e gli esperti di Equita a 189,2 miliardi mentre per l’utile il consensus era di 18,2 miliardi e di 17,9 miliardi per Equita.
In attesa dell’approvazione degli azionisti, il cda di Stellantis proporrà un dividendo di 1,55 euro per azione ordinaria, con un aumento di circa il 16% rispetto all’anno precedente, che significa per Exor, la holding degli Agnelli-Elkann azionista con il 14,2%, una cedola di 696,5 milioni. Inoltre, quest’anno il gruppo automobilistico avvierà un buyback da 3 miliardi di euro, che include 0,5 miliardi di euro per le azioni da destinare ai piani di remunerazione basati su azioni e all’acquisto di azioni da parte dei dipendenti.
di Mario Gerevini
«I risultati record» dice il ceo di Stellantis «sono la prova che siamo diventati un nuovo leader globale nel settore e che continueremo a essere solidi anche in previsione di un turbolento 2024». «Grazie alla flessibilità delle nostre tecnologie e alla roadmap stabilita in termini di prodotto siamo pronti ad affrontare i vari scenari che potrebbero presentarsi, continuando a realizzare gli obiettivi del piano strategico Dare Forward 2030».
«Gli ottimi risultati conseguiti dall'azienda ci consentono di distribuire quasi 1,9 miliardi di euro in forma di partecipazione agli utili e bonus variabili per il terzo anno consecutivo – aggiunge poi Tavares -. Questi programmi di partecipazione agli utili e retribuzione variabile non riflettono soltanto i risultati e i successi dei nostri dipendenti ma rappresentano anche un giusto riconoscimento del loro impegno a lavorare con successo come squadra».
di Francesco Bertolino
Tradotto per il personale italiano significa complessivamente un bonus ad aprile di 2.112 euro, come viene inquadrato dal Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (Ccsl), e che comprende quest’anno un riconoscimento straordinario ai dipendenti di tutto il mondo legato ai risultati finanziari del 2023 raggiunti dall'azienda sia a livello globale che locale. In particolare verrà distribuito un premio pari al 7,2% della retribuzione, che corrisponde in media a 1.812 euro lordi, a cui si aggiungerà il riconoscimento straordinario di 300 euro lordi, che porterà ad una erogazione complessiva pari all’8,5%. «Il premio medio complessivo che riceveranno i dipendenti di Stellantis in Italia è il frutto positivo dell'accordo siglato lo scorso anno con i sindacati firmatari e riconosce il contributo di tutta la forza lavoro italiana in relazione ai risultati dell'azienda e la qualità del dialogo sociale con i sindacati», riconosce il ceo.
Stellantis, «sulla base dello slancio acquisito nel 2023», ha rilevato che una serie di fattori potrebbe creare un contesto favorevole per i ricavi nel 2024: «la riduzione dei vincoli nelle forniture e logistici, la stabilizzazione e la potenziale riduzione dei tassi di interesse e i vantaggi offerti dall'espansione dell'offerta di prodotti prevista dall’azienda».
di Daniele Manca
Il gruppo ribadisce «l'impegno minimo di ottenere un margine di utile operativo rettificato (AOI) a due cifre nel 2024, nonché un flusso di cassa industriale netto positivo nonostante le incertezze macroeconomiche». La spinta all’elettrificazione in Nord America, nel 2024, sarà accompagnata dal lancio di altri 18 veicoli a batteria, per un totale di 48 modelli disponibili entro la fine dell’anno. L’anno scorso le vendite globali di mezzi Stellantis a batteria (Bev) sono aumentate del 21%, quelle di mezzi a bassa emissione (Lev) del 27%. Negli Stati Uniti quelli plug-in hybrid si posizionano al primo posto e quelli a basse emissioni al secondo.
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