Eredità Agnelli, scontro fra i legali. Gli Elkann: nostra madre ci perseguita. Margherita: ha iniziato John

Botta e risposta pubblico nel giro di poche ore, come non era mai successo nella violenta contesa legale sull’eredità Agnelli. Prima gli avvocati dei fratelli Elkann poi il legale di Margherita Agnelli.

L’accusa degli Elkann

La violazione fiscale ipotizzata dalla Procura di Torino? È «del tutto insussistente», secondo Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re che assistono gli Elkann. In campo, sostengono, «c’è una mamma che perseguita, da più di 20 anni e in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e tre dei suoi figli», ma le sue iniziative «non hanno avuto riconoscimento in alcuna sede giurisdizionale, sia essa penale o civile».

La replica di Margherita

E sul punto la replica di Dario Trevisan, legale di Margherita, è diretta: «Non dipende dalla volontà di Margherita Agnelli che la tutela di tutti i propri figli possa trovare componimento solo nelle aule giudiziarie». Dove il «tutti» è riferito al fatto che la figlia di Gianni Agnelli, oltre ai tre Elkann, ha altri cinque figli dal matrimonio con Serge de Pahlen e quattro di loro l’affiancano nella causa civile torinese per annullare gli atti dell’eredità Agnelli. «È un fatto incontrovertibile — prosegue l’avvocato Trevisan — che, proprio nel giorno della morte di Marella Caracciolo (23 gennaio 2019 ndr), John Elkann, con i suoi due fratelli, abbia promosso un’azione giudiziaria in Svizzera contro la propria madre, prima ancora che fosse sollevata qualsiasi contestazione sull’eredità della nonna, non essendo, a quella data, neppure stato pubblicato alcun testamento. A quella data, peraltro, l’unica altra azione giudiziale pendente, era quella relativa ad un contenzioso svizzero, iniziato nel 2016 da Marella Caracciolo, subito dopo sostituita da John Elkann, contro Margherita Agnelli che, conseguentemente, faceva valere le proprie difese».

La sintesi della vicenda

Breve riassunto: dopo la morte di Gianni Agnelli nel 2003 la figlia Margherita firma un doppio accordo in base al quale accetta l’eredità del padre e rinuncia a quella futura della madre per un corrispettivo complessivo di circa 1,3 miliardi. Nella cifra è compresa la vendita alla madre di oltre un terzo della cassaforte Dicembre al vertice del gruppo industriale che oggi fa capo a Exor.

La prima iniziativa del 2007

La prima iniziativa giudiziaria per disconoscere quegli accordi è del 2007 quando Margherita ritiene di aver scoperto un patrimonio del padre tenuto segreto. L’azione di rendiconto, che chiama in causa i professionisti e i consulenti più vicini al padre, viene però negata fino in Cassazione. Successivamente avvia ulteriori cause. Oggi sono in corso tre procedimenti civili in Svizzera, uno a Ginevra e due a Thun, promossi anche dagli Elkann, e uno in Italia.

L’esposto penale

Ma al contenzioso civile torinese aperto nel 2020 si è aggiunto poi nel dicembre 2022 anche un esposto penale della stessa Margherita che ha dato il via all’attuale inchiesta per l’ipotesi di reati fiscali. L’esposto? «È l’ultimo di una lunga serie di iniziative giudiziarie - osservano gli avvocati Siniscalchi, Cecconi e Re - che Margherita Agnelli ha esercitato da ormai venti anni in Italia e all’estero. Tutte queste iniziative hanno lo scopo di disconoscere sia le chiare volontà dell’avvocato Giovanni Agnelli prima e di donna Marella Caracciolo dopo, sia, addirittura, gli stessi accordi sottoscritti dalla medesima Margherita Agnelli con la madre Marella nel 2004, accordi che le hanno permesso di beneficiare di un ingente patrimonio a valere sull’eredità del padre».

La crisi della Fiat

E aggiungono che la madre di John Elkann, «ritenendo evidentemente critica e incerta la sorte delle attività imprenditoriali di suo figlio e della sua famiglia d’origine, ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte, salvo poi cercare paradossalmente di beneficiare (...) del successo del piano di rilancio della Fiat, al quale non ha contribuito in alcun modo, ma di cui, come madre, dovrebbe gioire ed essere orgogliosa essendone stato il figlio l’artefice principale».

La strategia di Margherita

Il metodo di Margherita, secondo questa prospettiva, è «contestare tutto» e perfino «rinnegare gli accordi sottoscritti pur di non riconoscere le volontà dei suoi genitori». E nella nuova vicenda giudiziaria Margherita «non riveste la qualità di persona offesa dal reato essendo totalmente estranea all’interesse leso dalla contestazione per la quale si stanno svolgendo accertamenti. Si tratta, infatti, di una violazione fiscale, a nostro avviso del tutto insussistente».

Il testamento di Gianni Agnelli

Dal canto suo l’avvocato Trevisan si dice «confidente che gli accertamenti in corso facciano luce sui fatti per come si sono effettivamente svolti, non avendo Margherita Agnelli nulla da nascondere. Le sue volontà sono quelle di assicurare un equo trattamento a tutti i propri figli, secondo le norme di legge». «Non risulta, inoltre, in nessun testamento di Gianni Agnelli - conclude la nota dell’avvocato Trevisan - che Margherita Agnelli e i suoi discendenti dovessero essere estromessi da quella parte di asse ereditario a lei mai rendicontato, né risulta che Marella Caracciolo si sia mai effettivamente espressa in tal senso».

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