Aereo perde quota sul volo Sydney-Auckland. Il pilota: «Gli strumenti hanno smesso di funzionare»
di Leonard Berberi
Il Boeing 787 della compagnia cilena Latam Airlines avrebbe perso all’improvviso quota sul volo da Sydney ad Auckland — ferendo 50 persone a bordo — perché un’assistente di volo ha premuto «inavvertitamente» un pulsante collocato sul retro dei sedili dei due piloti. La dinamica, che smentisce la prima versione (quella degli strumenti che hanno smesso di funzionare per alcuni secondi), ha spinto Boeing a ricordare a tutti i vettori di ispezionare i sedili la cabina di pilotaggio. Ma tre comandanti dei modelli 777 e 787 consultati dal Corriere non nascondono i dubbi sulla ricostruzione fornita. E sostengono che è più probabile che i piloti abbiano commesso una leggerezza.
L’11 marzo scorso un velivolo di Latam in volo tra l’Austalia e la Nuova Zelanda — prima di proseguire per Santigo del Cile — ha perso repentinamente quota in fase di crociera. In quel momento decine di passeggeri non avevano le cinture di sicurezza allacciate e gli assistenti di volo stavano camminando nei corridoi servendo pasti e bevande. Per questo all’atterraggio ad Auckland una cinquantina di persone sono state medicate per le ferite riportate.
di Leonard Berberi
Nei giorni successivi — come ha rivelato il Wall Street Journal — Boeing ha inviato una comunicazione a tutti i vettori che hanno nelle loro flotte il 787 (ce ne sono 375 in servizio queste settimane in tutto il mondo) raccomandando di ispezionare le poltrone della cabina di pilotaggio «per verificare che non vi siano coperture allentate» e ricordando come disattivare l’alimentazione del motore del sedile del pilota, nel caso fosse necessario. «Abbiamo preso la misura precauzionale di ricordare agli operatori del 787 un bollettino di servizio emesso nel 2017 che includeva istruzioni per l'ispezione e la manutenzione degli interruttori sui sedili del ponte di volo», spiega Boeing in un comunicato.
La nota — che non è un bollettino di sicurezza — è stata inviata perché da Latam hanno spiegato al costruttore di aeromobili che nel volo tra Sydney e Auckland una hostess avrebbe premuto involontariamente l’interruttore sul sedile del pilota mentre stava servendo un pasto in cabina: il pulsante, che si trova nella parte posteriore, avrebbe innescato la funzione motorizzata che serve a muovere il sedile con maggiore facilità in cabina. In quella occasione la manovra avrebbe fatto abbassare bruscamente il muso del 787 perché avrebbe «schiacciato» il pilota verso la cloche, dando così il comando per la discesa.
Come funziona il meccanismo dei sedili del Boeing 787
Ma i tre comandanti consultati dal Corriere negli ultimi giorni raccontano di non aver mai sentito o assistito a una dinamica del genere. «È una storia che francamente sta poco in piedi — spiega uno di loro, che chiede l’anonimato perché non autorizzato dalla propria compagnia a pronunciarsi pubblicamente —. I parametri di volo si vedono, sanno quale è il comando attivato poco prima della perdita di quota improvvisa». Per questo ritengono, tutti e tre i professionisti da oltre 20 anni in servizio, che sia stata fornita una «versione ufficiale accomodante». Salvo poi intervenire in separata sede prendendo «i dovuti provvedimenti» nei confronti dei responsabili.
I tre comandanti non escludono che il meccanismo automatizzato si sia inceppato, ma lo ritengono poco plausibile. Il pulsante di movimento del sedile è coperto da uno sportellino, sottolineano. «O lo sportellino era mancante o è rimasto aperto, anche se non esiste una tale posizione: bisogna infilare la mano, alzarlo e muovere il sedile». E comunque, proseguono, «anche ammettendo che fosse aperto o che mancasse, il sedile si muove molto lentamente e la manovra è accompagnata da un rumore abbastanza forte: chi è seduto sopra non si può non accorgere del movimento, a meno che non sia distratto da qualcosa».
di Leonard Berberi
Per questo, proseguono, «che il sedile si sia mosso fino al punto da costringere il pilota a premere con il corpo sui comandi buttando giù il muso del jet fa venire diversi dubbi». A meno che, ipotizzano due dei tre comandanti, «l’assistente di volo non fosse seduta per qualche motivo in uno dei due posti dei piloti e abbia toccato qualcosa che non doveva». Un comportamento — «ovviamente non autorizzato e autorizzabile» — che potrebbe aver spinto chi c’era in cabina di pilotaggio a concordare una versione di comodo.
L’inchiesta delle autorità dell’aviazione civile del Cile (il Paese della compagnia aerea), della Nuova Zelanda, di Boeing, di Ipeco (che realizza quello specifico sedile per i piloti) va avanti e presto gli esperti dovrebbero essere in grado di incrociare i dati delle due scatole nere a bordo, una che registra i parametri di volo, l’altra che memorizza le conversazioni audio in cabina di pilotaggio. Che la vicenda non sia ancora chiusa lo conferma anche la replica al Corriere di un portavoce di Latam Airlines: «Continuiamo a lavorare in coordinamento con le autorità per sostenere le indagini in corso», sostiene via e-mail.
lberberi@corriere.it
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