Jacobs senza medaglia nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi: era primo fino ai 20 metri, ecco in che momento ha perso il podio

di Marco Bonarrigo 

L'azzurro è partito meglio di tutti, quando il vincitore Noah Lyles invece era addirittura ultimo. Poi è successo di tutto (e anche un record di Bolt per poco non è stato battuto)

Disegniamo su un foglio di carta un segmento di 5,8 centimetri e ci renderemo conto di quanto minuscola sia la distanza che domenica sera ha separato il petto di Noah Lyles da quello di Kishane Thompson, la più ridotta di sempre nella storia delle finali olimpiche dei 100 metri. Cinque centimetri sono cinque millesimi di secondo alla velocità di punta raggiunta dal fenomeno Lyles a 27 metri dal traguardo: 43,2 chilometri l’ora. 

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È stata una finale da record, per molti motivi. La prima nella storia in cui tutti i finalisti (otto) sono scesi sotto i 10” netti, la prima in cui il vincitore e l’ultimo arrivato sono stati distanziati da soli 12 centesimi di secondo, la più veloce delle storia per media dei tempi a pari merito con Londra 2012 (9”82, lì calcolati su sei atleti, qui su otto) dove però il lunare 9”62 di Bolt sbilanciò tutto. L’analisi cinematica della gara di domenica mostra soprattutto quale miracolo agonistico sia stata la vittoria di Lyles, un duecentista che presto potrebbe battere il record di Bolt (sui 200) e che per primeggiare rispetto ad atleti più esplosivi (tutto relativo, ovvio) ha dovuto inventarsi un miracolo.

Lyles e il miracolo degli ultimi 20 metri 

Dopo dieci metri di gara percorsi in 1”95, l’americano era ultimo e rendeva ben 8 centesimi al nostro Jacobs (secondo dopo Kerley a uscire dai blocchi ma un razzo a mettersi in moto) e 5 centesimi a Thompson. Lyles è rimasto ultimissimo fino ai 40 metri anche se sul lanciato dai 30 ai 40 è stato il più veloce di tutti: l’uomo cannone era innescato. La rimonta successiva ha del mai visto prima: 7° ai 50 metri, terzo dai 60 agli 80, secondo ai 90 metri, Noah ha fatto un miracolo negli ultimi dieci (dove la velocità già decresce per la fatica) rubando un decisivo centesimo a Thompson che già pensava di aver vinto e ritrovandosi con 5 millesimi di vantaggio. Il tempo negli ultimi 20 metri (1”70) è il primo ad avvicinarsi all’1”67 realizzato da Bolt a Londra (Olimpiadi) e Berlino (Mondiali) in occasione di due record del mondo che resteranno a lungo imbattuti. In una disciplina dove è normale che dei centisti di altissima qualità allunghino con successo fino ai 200 metri, Lyles ha fatto il contrario recuperando il gap.

Ecco quando Jacobs ha perso il podio 

Passando all’analisi della buona gara di Marcell Jacobs, il bresciano ha sprintato in (molto relativa) regressione: primo fino ai 20 metri, terzo fino ai 50 metri, ha perso il podio tra i 50 e i 70 metri cedendo quattro centesimi decisivi a Fred Kerley che s’è vendicato dello smacco di Tokyo quando Marcell gli scippò l’oro. Jacobs in Giappone vinse con 9”80 (qui con quel tempo sarebbe arrivato 3°) e i 5 centesimi rispetto al Giappone li ha ceduti tra i 50 e gli 80 metri.

Quanto hanno pesato le super scarpe con tacco e intersuola in carbonio in un risultato collettivo così importante? I tecnici parlano di margini inferiori a quelli nelle corse di fondo, compresi tra 1% e 2% ovvero tra uno e due centesimi di secondo. Quanto basta per vincere (o perdere) una medaglia d’oro. Per la cronaca Adidas (Lyles) ha battuto Nike (Thompson) e Asics, per la prima volta sul podio dello sprint puro con Fred Kerley, mentre Puma (il brand di Jacobs ma anche di Usain Bolt) scende dal podio.

6 agosto 2024 2024 ( modifica il 6 agosto 2024 2024 | 12:16)

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