�Ma scusate, perch� Andreotti s� e io no?�. Se si � messa a spulciare i precedenti, vuol dire che Meloni � pronta a candidarsi alle Europee. Il lavoro di ricerca � il segno che la premier attende solo di ufficializzare la decisione, svelata dai riferimenti storici di cui si potr� servire per smontare la tesi che sta �truffando gli italiani�, chiedendo un voto per Strasburgo mentre sta seduta a Palazzo Chigi: �Come se i cittadini non sapessero cosa faccio�. E per non limitarsi ai trascorsi della Seconda Repubblica, ha preso ad esempio i casi pi� famosi della Prima. Uno su tutti: nel giugno del 1989 Andreotti era ministro degli Esteri quando per la Dc si present� da capolista nel Nord-Est. Ottenne 530 mila 858 preferenze e fu eletto. Ma invece di lasciare l’Italia ci rest�, e un mese dopo divenne (di nuovo) presidente del Consiglio.
Tutti i calcoli di Meloni sulla strada per le elezioni europee: perché Andreotti sì e io no?
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� vero, lei lo � gi�. Ma c’� pi� di un motivo se intende imitare il �divo Giulio�. Intanto potrebbe presentarsi all’Europarlamento con una delle maggiori delegazioni dell’Ue e con una messe di suffragi personali che sarebbero funzionali al momento delle scelte di potere a Bruxelles, smentendo cos� la tesi �provinciale� dell’isolamento. Eppoi potrebbe sfruttare l’operazione anche per consolidare il risultato nazionale del 2022, ridisegnando la geografia del centrodestra secondo i nuovi rapporti di forza. Per farlo, Meloni avrebbe due strade: la via politica e quella elettorale. �Ma lei il Pdl non lo far� mai da un predellino�, spiega un ministro di FdI: �Piuttosto lo far� nelle urne�.
Questo disegno ha le sue percentuali di rischio, certo, per� appare un passaggio necessitato e conseguenziale all’idea della premier di �restituire centralit� alla politica�. Le controindicazioni alla sua candidatura vengono valutate nei colloqui riservati, a partire dalle possibili reazioni nella maggioranza e nel governo. Perch� una �Giorgia pigliatutto�, terremotando gli attuali equilibri di centrodestra, potrebbe innescare ripicche in Consiglio dei ministri e agguati in Parlamento. A parte il fatto che i bradisismi nell’alleanza sono all’ordine del giorno, se le scosse dovessero superare in futuro la soglia fisiologica, tutti sanno che in questa legislatura non ci sarebbe spazio per governi alternativi. E allora chi nella coalizione si assumerebbe la responsabilit� del �tutti a casa?�. � un’ipotesi di cui c’� traccia nelle discussioni interne a FdI ma che viene indicata come �non realistica�.
Semmai il timing che ha in mente Meloni vuole essere rispettoso delle scelte dei leader alleati. Per questo aveva prospettato di parlarne prima con loro, immaginando persino l’annuncio comune delle loro candidature. La mossa di Salvini, che si � chiamato fuori dalla competizione, non cambia il suo schema: �Far� sapere la sua decisione solo dopo averne discusso con gli altri leader�, racconta una fonte molto autorevole. Anche se ieri nel centrodestra tutti — compresi i dirigenti di Forza Italia — hanno commentato le dichiarazioni del segretario della Lega con le stesse parole di un rappresentante del governo: �� un atto di chiara debolezza�.
Il desiderio di Salvini di candidare il generale Vannacci potrebbe garantire al Carroccio �un bel pacchetto di voti�, come riconosce un esponente di FdI. Ma lo spostamento sempre pi� a destra dello scenario politico — che non piace ai leghisti del Nord — non sarebbe vissuto come una minaccia da Meloni. Almeno, a sentire chi ha avuto modo di parlarle, e dice che �a Giorgia � utile una forza all’estrema che le consenta di liberarsi dagli impedimenti e le permetta di somigliare a quel 30% che la vota�. Tesi che non si discosta da quella sostenuta dal ministro dell’Economia Giorgetti, secondo il quale �mentre FdI per gli italiani resta un partito di destra, Meloni � vista come un politico di centro�. E lei, che deve candidarsi se vuole fare il pieno, da giorni evoca la scelta di Andreotti del 1989: �Perch� lui s� e io no?�.
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10 gennaio 2024 (modifica il 10 gennaio 2024 | 06:55)
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