Webuild, super contratto da 4,7 miliardi nella capitale dello sci in Arabia Saudita
di Francesco Bertolino
«L’economia è in una fase di rallentamento ciclico, nel trimestre scorso la crescita è stata stentata come l’Europa, anzi l’Italia ha racimolato qualche decimale di crescita mentre a livello europeo la variazione del Pil è stata negativa». Fabio Panetta guarda all’anno che si spalanca e mette in guardia sugli indicatori del cruscotto italiano. Parlando al comitato esecutivo Abi a Milano, il governatore della Banca d’Italia prevede infatti che «il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6% e lo 0,7% e nel 2024 sarà sotto l’1% per poi passare all’1% nel 2025». L’Istat a dicembre prevedeva +0,7% sia nel 2023 che nel 2024. Il motivo principale di questo rallentamento è chiaro per Panetta e lo preoccupa da prima di assumere l’incarico in via Nazionale: è «la restrizione monetaria, non solo in Europa ma a livello globale. Questa è una delle fasi rare, come negli anni ‘70, in cui le principali banche centrali restringono le condizioni monetarie con effetto sulla domanda globale molto forte». Il governatore ha però citato anche altri fattori come le difficoltà dell’economia cinese e i «colli di bottiglia» delle catene di forniture globali. A riconoscere le difficoltà pure il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che dal forum di Davos rileva: «Se scoppia una guerra al mese sarà difficile» raddoppiare la stima di crescita dell’anno scorso».
di Francesco Bertolino
Tuttavia il quadro economico presenta anche note positive per Panetta: «L’inflazione in Italia è sotto controllo, è tornata stabilmente sotto il 2%» e si prevede e «che rimanga in media» sotto questa soglia «nel prossimo triennio, nonostante una prevista ripresa dei salari». Il governatore dal canto suo si dice «convinto che la disinflazione sia in atto» e proprio sui tassi è cauto: «Non so quando si taglieranno e anche se lo sapessi non ve lo direi, ma credo che le condizioni consentiranno un aggiustamento monetario e che si stia andando nella direzione giusta». Il tema preoccupa non poco il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli: «Temo che si arrivi tardi a decidere la riduzione dei tassi ufficiali di sconto», osserva il presidente delle banche italiane. «Si attende che tutta l’Europa vada sotto il 2% di inflazione, ma poi nasce il problema opposto. Auspicherei un calo più tempestivo e più graduale».
di Redazione Economia
E dal vertice di Davos in Svizzera la presidente Bce Christine Lagarde non scioglie le riserve: sulla possibilità di trovare in estate nel Consiglio direttivo dell’Eurotower una maggioranza favorevole al primo taglio dei tassi «direi che è probabile», risponde in una intervista a Bloomberg. Lagarde si dice tuttavia «fiduciosa» sulla possibilità che sui tassi «abbiamo raggiunto un picco». Per ora, riflette, «dobbiamo restare in territorio restrittivo» senza decisioni affrettate: «Penso che il rischio sia maggiore se andiamo troppo veloci» e poi dobbiamo invertire la rotta. E per una banca centrale «la credibilità conta molto». L’incertezza sul taglio dei tassi, però, unita a quella sulla crescita cinese ha mandato in rosso i listini europei, con Milano che ha chiuso ieri a -0,79%; a correre sono stati solo i titoli bancari.
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
18 gen 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Francesco Bertolino
di Claudia Voltattorni
di Daniela Polizzi
di Andrea Ducci
di Federico Fubini