Trattori & riforme. Dai pesticidi ai prezzi, chi ha vinto (e chi no) tra gli agricoltori

di Michelangelo Borrillo

Il ritiro della proposta sulla riduzione dei fitofarmaci, l’esenzione dall’Irpef per i redditi fino a 10mila euro, il superamento del vincolo del 4% di superficie da lasciare incolto per destinarlo alla biodiversit�. Due imprenditori - Nicol� Bertorello e Mariangela Costantino -, che hanno fatto scelte diverse, si confrontano

Trattori & riforme. Dai pesticidi ai prezzi, chi ha vinto (e chi no) tra gli agricoltori

Gli imprenditori Nicol� Bertorello e Mariangela Costantino

BERTORELLO: �L’OBIETTIVO DI RIDUZIONE DEI FITOFARMACI
DEVE RIMANERE, MA VA RAGGIUNTO GRADUALMENTE�

Non chiamateli pesticidi, sono agrofarmaci. Pesticida � la traduzione pedestre dell’inglese pesticidee questo termine li identifica subito come una cosa negativa�. Nicol� Bertorello, 32 anni, frutticoltore di Revello, provincia di Cuneo, si oppone alla demonizzazione dei fitofarmaci. Anche nell’azienda che porta il suo cognome di famiglia - che aderisce a Coldiretti - la riduzione del loro utilizzo per produrre mele, mirtilli, ciliegie, ribes, uva da tavola, kiwi e castagne � un obiettivo; ma da raggiungere per gradi. Per questo, da imprenditore agricolo legato a un modo di concepire l’agricoltura che unisce innovazione e tradizione, ha accolto favorevolmente l’annuncio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, di voler ritirare la proposta di regolamento che mira a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030: meglio la posizione della Commissione agricoltura del Parlamento europeo che punta a una riduzione del 30% dell’uso dei pesticidi entro il 2035. E questo � sicuramente uno degli obiettivi raggiunti dalla protesta dei trattori che da settimane interessa mezza Europa (Coldiretti ha manifestato a Bruxelles mentre in Italia le strade e le piazze sono state riempite soprattutto da sigle indipendenti dalle grandi associazioni, come Riscatto agricolo e Comitati riuniti agricoli) come pure il superamento (almeno per il 2024) del vincolo del 4% di superficie da lasciare incolto e da destinare alle biodiversit�. Ma gli agricoltori chiedono anche di sospendere i negoziati sull’accordo di libero scambio con il Mercosur, ovvero le principali aree economiche del Sud e Centro America. Agrofarmaci e non pesticidi.

Ci spiega cosa cambia?
�Il fitofarmaco � l’aspirina della pianta. Noi con il raffreddore ci prenderemmo un pesticida? No. Ma l’aspirina s�
. Ecco perch� dico che l’obiettivo della riduzione degli agrofarmaci o pesticidi che si vogliano chiamare viene posto in maniera sbagliata�.

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NICOL�
BERTORELLO,
TRENTADUE ANNI,
FRUTTICOLTORE
DI REVELLO,
IN PROVINCIA
DI CUNEO,
CHE UNISCE
TRADIZIONE
E INNOVAZIONE

Nel senso che non vanno demonizzati?
�Noi agricoltori siamo i primi che viviamo nell’ambiente. Chi pi� di noi ha interesse a tutelarlo? Perci� dico che il problema viene posto in maniera sbagliata. Talvolta, quando un fitofarmaco viene revocato, non � perch� fa pi� male ma solo perch� per quel prodotto la Ue richiede pi� adempimenti burocratici. Quindi occorre prestare pi� attenzione al tema ed � giusto dire che gli agrofarmaci non vanno demonizzati. Per tornare all’esempio dell’aspirina, anche quel medicinale ha controindicazioni. Ma senza vivremmo tutti peggio�.

Con questi presupposti ha accolto favorevolmente l’annuncio della Ue di un rinvio dell’obiettivo di riduzione del 50% dei pesticidi.
�Lo abbiamo accolto con un sospiro di sollievo per la tempistica. L’obiettivo di riduzione dei fitofarmaci deve rimanere, come � rimasto, ma va raggiunto gradualmente. Bene, quindi, se la politica ci d� pi� tempo per uniformare i sistemi produttivi alle nuove regole�.

A patto che questo tempo aggiuntivo non venga sprecato.
�Certamente, non dobbiamo dormire fino al 2030 o 2035, ma dobbiamo utilizzare questo tempo ulteriore che ci � concesso per adattarci agli obiettivi richiesti: se la riduzione del 50% degli agrofarmaci fosse stata richiesta in 15 anni, e non in 5-6, non ci sarebbe stata alcuna protesta o lo sarebbe stata in forma minore. Il green deal va perseguito ma con gradualit�, cos� come adesso ci si sta rendendo conto per la sostituzione delle auto a combustione con quelle elettriche: ogni cosa ha il suo tempo, perch� se la maggior tutela dell’ambiente va a discapito della produzione, allora � un problema�.

�IL FITOFARMACO � L’ASPIRINA DELLA PIANTA. NOI CON IL RAFFREDDORE PRENDEREMMO UN PESTICIDA? NO. MA L’ASPIRINA S̻
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Come utilizzerete questo tempo ulteriore che vi viene concesso?
�Va fatta una precisazione: fino ad ora non � stato sprecato un attimo nel percorso che porta a un’agricoltura pi� sostenibile. Da alcuni anni si stanno studiando variet� di melo pi� resistenti alle malattie pi� diffuse. Ma fatta 100 la produzione totale, non arriviamo a 10 variet� resistenti. La ricerca ha bisogno dei suoi tempi. E alla ricerca segue l’applicazione dei risultati. Quando si fanno incroci genetici, magari si arriva a frutti pi� resistenti in tempi relativamente brevi ma poi quei frutti non sono idonei alla commercializzazione perch� troppo piccoli o per altri effetti che non li rendono idonei alla vendita. Perci� per verificare gli effetti positivi di una ricerca e rendere il risultato commercializzabile su grande scala passano 5 e anche 10 anni. Serve pi� tempo e meno regole�.

In che senso meno regole?
�Nel senso che noi agricoltori sappiamo come comportarci. Io sono il primo che, se e quando posso limitare i fitofarmaci, lo faccio. Produrre mele biologiche � molto pi� difficile da fare rispetto ad altri frutti. Colture come il mirtillo, che riusciamo a fare in biologico, le facciamo senza pesticidi perch� cambia poco rispetto al metodo tradizionale. Ma la ticchiolatura del melo, almeno ad oggi, va trattata con fitofarmaci. Detto questo, se ci sono buone pratiche, come la cosiddetta confusione sessuale degli insetti che si ottiene posizionando erogatori di feromoni delle femmine che portano in confusione i maschi e ostacolano la riproduzione degli insetti, noi le mettiamo in pratica, diminuendo cos� i trattamenti di agrofarmaci. Ma per ridurre drasticamente il loro utilizzo dobbiamo prima attrezzarci dal punto di vista tecnologico�.

�NON SERVE IMPORRE UN LIMITE: L’AGRICOLTORE LO SA DA SOLO QUANDO UN TERRENO � STANCO E LO METTE A RISPOSO�

Ma non lo si pu� fare senza regole.
�Senza regole no, ma con un po’ pi� di buonsenso s�. � un problema che ci riguarda poco non avendo colture come i cereali, ma che senso ha imporre di far riposare il 4% dei terreni ogni anno? L’agricoltore lo sa da solo se il terreno � stanco e, in tal caso, lo mette a riposo, glielo assicuro. Perch� � nel suo interesse farlo. Due anni fa, con l’inizio della guerra Russia-Ucraina ci si � resi conto dell’insufficienza di grano tenero e ci si chiedeva di coltivare ogni spazio utile. E adesso si chiede di mettere a riposo? Non c’� un criterio logico. E se proprio serve maggiore regolamentazione, la si faccia in un’altra direzione�.

Quale?
�Ci sono zone del mondo che non rispettano i nostri standard produttivi e godono di costi minori: l� bisogna agire, con pi� controlli per i prodotti che arrivano da fuori Europa�.

COSTANTINO: �LA TERRA DOVE SONO CRESCIUTA HA FATTO MATURARE IN ME UNA SENSIBILIT� SPICCATA VERSO LA SOSTENIBILIT�...E HO PRESO CON ME STESSA L’IMPEGNO DEL RISPETTO DELL’AMBIENTE�

L’amore per la terra lo ha ereditato dai genitori. La sensibilit� verso un’agricoltura del tutto sostenibile, invece, l’ha maturata da sola, anche perch� ai tempi in cui l’azienda era guidata dal padre il biologico era un’idea, non un’alternativa concreta ed economicamente sostenibile. Mariangela Costantino, 42 anni, agronoma e imprenditrice agricola, guida l’azienda — che aderisce a Confagricoltura — che porta il cognome di famiglia. Lo fa a Maida, in provincia di Catanzaro: 140 ettari, boschi compresi, con 60 ettari di uliveto, 40 di seminativo (grano tenero di variet� locale in rotazione con segale e lupino) e orto e frutteto funzionali soltanto alla gestione dell’agriturismo annesso all’azienda. Tutta produzione biologica, senza pesticidi. Per questo Costantino non ha esultato quando Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha annunciato alla plenaria del Parlamento riunita a Strasburgo, di voler ritirare la proposta di regolamento che mira a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030: un passo indietro nella marcia verso il green deal.
Uno dei risultati raggiunti dalla protesta dei trattori che da settimane caratterizza le strade di mezza Europa e che in Italia (guidata soprattutto da sigle indipendenti dalle grandi associazioni come Riscatto agricolo e Comitati riuniti agricoli) ha ottenuto anche l’Irpef agricola azzerata per le fasce di reddito fino a 10mila euro e dimezzata per quelle comprese fra 10 e 15 mila euro, con lo sconto che riguarder� anche chi ha redditi superiori e pagher� cos� l’Irpef piena solo dai 15mila euro in su.

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MARIANGELA
COSTANTINO,
42 ANNI,
AGRONOMA
E IMPRENDITRICE
AGRICOLA A MAIDA,
IN PROVINCIA
DI CATANZARO.
LA SUA � UNA
AZIENDA BIOLOGICA

Come nasce l’idea di concentrarsi sul biologico?
�La nostra produzione � tutta bio: l’amore spassionato per questa terra dove sono cresciuta ha fatto maturare in me una sensibilit� spiccata verso la sostenibilit�. Ho sempre vissuto in campagna e ho preso con me stessa l’impegno del rispetto dell’ambiente �.

Come si concilia questo impegno con la sostenibilit� economica?
�La sostenibilit� economica rispettando l’ambiente si raggiunge con la diversificazione della attivit� e l’innovazione. Sul primo punto abbiamo deciso di affiancare all’attivit� della produzione agricola quella dell’agriturismo: cos� � pi� facile conciliare reddito e rispetto dell’ambiente. Sul secondo, utilizziamo tecniche di produzione alternative che sperimentiamo con le universit� e i centri di ricerca, da Bologna a Reggio Calabria fino al Crea di Rende�.

�LA NOSTRA PRODUZIONE � TUTTA BIO: USIAMO TECNICHE ALTERNATIVE, CHE SPERIMENTIAMO CON LE UNIVERSIT��

Ci faccia qualche esempio.
�Con l’Universit� di Bologna abbiamo sperimentato l’origano sotto la chioma della pianta: funge da repellente, come un pesticida, ma � naturale. Con l’Universit� di Reggio Calabria e il Crea di Rende, invece, sperimentiamo prodotti alternativi al rame che oggi viene utilizzato nell’agricoltura biologica ma � destinato ad essere abolito�.

L’annuncio dello stop al taglio del 50% dei pesticidi entro il 2030, quindi, rappresenta un passo indietro secondo i suoi canoni.
�Si tratta di un tema molto delicato e complesso. Io, ovviamente, essendo per il cibo “buono, pulito e giusto” sono favorevole a eliminare completamente i pesticidi. Ma so benissimo che chi finora li ha utilizzati, con una svolta in questa direzione, si troverebbe in uno svantaggio competitivo difficilmente colmabile in breve tempo. Capisco, quindi, le proteste di queste settimane�.

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Come si viene fuori da questo dualismo?
�Partendo dal presupposto che prima si andr� nella direzione del green deal, prima ci saranno benefici per tutti. Quindi l’obiettivo di dimezzare i pesticidi deve rimanere un obiettivo nel lungo periodo e occorre sfruttare questo ulteriore tempo a disposizione per investire nella ricerca di soluzioni tecniche alternative. Purch�, per�, il tempo venga sfruttato almeglio: rimandare il problema non deve disincentivare la ricerca ma accelerarla, altrimenti si tratter� di tempo perso. Questo � il rischio che si corre�.

Ci spiega come il green deal potr� dare vantaggi a tutti?
�Porter� dei vantaggi a tutti se consentir� di abbattere i costi. E ci� � possibile solo con la ricerca. Allo stato attuale produrre senza pesticidi ma solo con prodotti naturali come le zeoliti, gli antagonisti, ci costa di pi�: per reggere, il valore aggiunto del prodotto biologico dovrebbe essere quantificato dalmercato dal 30% al 50% in pi� di prezzo.Ma non sempre, anzi di rado, � cos�: perch� il mercato non richiede a sufficienza il prodotto biologico. Lemie battaglie, quindi, sono per una maggiore sensibilizzazione all’uso del biologico e alla valorizzazione, nelle etichette, tra chi fa uso dei pesticidi e chi no�.

�L’ORIGANO SOTTO LA CHIOMA DELLA PIANTA FUNGE DA REPELLENTE COME UN PESTICIDA, MA � NATURALE�

Le interessa pi� questo che contestare il 4% di superficie da lasciare incolto e da destinare alla biodiversit�?
�Certamente. Viviamo in un’era di cali produttivi e c’� necessit� di rigenerare i terreni. Siamo consapevoli che le produzioni del passato, almeno nel breve, non si otterranno pi�. Ma la minore produzione potr� fare alzare i prezzi. Un esempio lo abbiamo gi� avuto quest’anno al Sud: con il calo di produzione dell’olio in tutto il bacino del Mediterraneo, si � passati da un prezzo di vendita di 4 euro al litro dell’anno scorso agli 11 euro di quest’anno per una produzione Dop come la nostra. La qualit� paga�.

Se accompagnata, come ha spesso ripetuto, dalla ricerca: ci spiega a quali tecniche innovative, in particolare, si fa riferimento quando si parla dell’introduzione del biotech in agricoltura?
�Si fa riferimento, in genere, a tecnologie genetiche d’avanguardia, non Ogm, in grado di ridurre l’uso dei pesticidi per chi li utilizza; o alla precision farming che con l’impiego di droni e foto aeree permette di ottimizzare l’efficacia dei fitofarmaci riducendone la quantit� da utilizzare.Ma io penso anche a cose meno tecnologiche: la semplice colonnina metereologica che permette di intervenire, in base al grado di umidit�, nel momento pi� opportuno e non in quello stabilito dal calendario. A volte, per rispettare la natura, basta poco: anche adottare tecniche gi� esistenti nel miglior modo possibile. Prestando pi� attenzione al campo che ci d� da mangiare. Oggi con i droni e la digitalizzazione � tutto pi� facile. Ma se manca l’attenzione e la sensibilit� � anche tutto vano�.


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7 marzo 2024 (modifica il 7 marzo 2024 | 07:55)

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