Sinner oggi a Wimbledon (dopo il primo abbraccio pubblico con Anna Kalinskaya). In campo anche Paolini, Musetti ai quarti («la paternità a 22 anni l’ha destabilizzato»)

diGaia Piccardi

Sinner oggi sfida Medvedev da favorito: Jannik ha trovato anche l'amore, Lorenzo Musetti una nuova maturità, Jasmine Paolini il tennis che cercava, è un'Italia mai vista a Wimbledon

DALLA NOSTRA INVIATA
LONDRA - Questi prati, dopo 147 anni di storia, sono una miniera d’oro. Tra i fili d’erba Lorenzo ha ritrovato se stesso, Jannik l’amore, Jasmine il tennis che cercava. Tre italiani per la prima volta nei quarti di Wimbledon, due di loro — Sinner e Paolini — giocano oggi sul centrale: siamo la favola di un torneo che sembrava ostile, 61 anni per vedere qualcuno (Berrettini) che si spingesse oltre le colonne d’Ercole della semifinale di Pietrangeli datata 1960 e poi, d’un tratto, tutto insieme.

L’ultimo arrivato alla grande abbuffata è Lorenzo Musetti, il baby portatore di gesti bianchi a cui annunciano un futuro da maestro da quando sa camminare («È tutta la vita che convivo con le aspettative: nessuno ha sentito il condizionale, dovresti essere, più di me»), mai oltre il quarto turno di uno Slam prima che lo swing sul verde lo illuminasse di luce nuova. Semifinale a Stoccarda, finale al Queen’s, ieri una vittoria di carattere sul carneade francese Giovanni Mpetshi Perricard, pivot di 2,03, figlio di un calciatore, ripescato come lucky loser. In una sfida tra monomani, Lorenzo ha immolato il primo set all’adattamento e poi si è impadronito del match con polso bloccato e rasoiate precise, fino a crollare singhiozzante sul prato. «Sto tirando fuori qualcosa che non usciva da tanto — ha raccontato il toscano, proiettato nella top 20 —, ho attraversato momenti bui e fatto sacrifici: vengo da una famiglia semplice, le spese erano tante, mia madre mi ha fatto da taxi per anni. Non ero mai maturo al punto giusto: vorrei che Wimbledon fosse un punto di partenza».

Musetti e Sinner, il segreto è la famiglia

Mentre Lorenzo ringrazia per gli applausi, in un angolo piangono in due: il maestro Simone Tartarini, che lo segue da quando era bambino («È un ragazzo fragile: la tecnica l’ha sempre avuta, mancava la convinzione nei suoi mezzi») e Veronica, mamma di Ludovico, 4 mesi, compagna di Musetti. «La paternità a 22 anni l’ha destabilizzato — spiega —, temevo potesse diventare un alibi per i risultati, invece Lore è cresciuto ed è pronto a prendersi le sue responsabilità». Nonna Nicoletta è volata a Londra per dare una mano con pappe e pannolini, il clan Musetti ha preso casa vicino al circolo ed è proprio nella dimensione della famiglia, come Sinner, che i semi dei piccoli miracoli che stanno fiorendo sono stati piantati. «Ludovico è solare e tranquillo, ci fa riposare la notte — prosegue Veronica —. Della salsa di pomodoro per la pasta mi occupo io, Lorenzo deve solo riposare e stare tranquillo. È un ragazzo sensibile e di cuore. Si merita tutto». Prossimo rivale: Fritz.

Sinner-Medvedev, ma ora Jannik è favorito

È la legge del globetrotter: ricreare, dove sei, una routine quotidiana che ti faccia sentire protetto, al sicuro. Anche Jannik, che oggi incrocia il diavolo Medvedev (alle 14:30) per un posto in semifinale, ha le sue abitudini londinesi. Il barbecue la sera, la partita della girlfriend Anna Kalinskaya (ieri costretta al ritiro da un infortunio con Rybakina: poi il barone rosso ha cercato di consolarla con un gesto che passerà alle cronache come il primo abbraccio pubblico tra Jannik e Anna), un po’ di Playstation, la strategia per la 12ª sfida in carriera con Medvedev (6-5 per il russo ma l’azzurro ha vinto le ultime cinque volte) da elaborare insieme ai coach. 

«Il servizio sarà fondamentale — ha detto dopo la vittoria su Shelton —, sull’erba è il colpo più importante. Mi aspetto un match fisico, molti scambi con la palla sempre bassa». A Pechino vinse con il serve and volley, a Vienna ci riprovò ma il russo aveva trovato le contromisure, a Torino fu un match ancora diverso, Miami una caporetto (per l’uomo di Mosca) e Melbourne, ah Melbourne, primo titolo Slam: «Furono due partite in una» chiosa il ragazzo che alzò la coppa in rimonta.

Il primo confronto sull’erba introduce qualche incognita ma è impossibile non considerare Sinner favorito, tanto quanto Jasmine Paolini (n.7) con Emma Navarro (n.17), l’ennesima giocatrice di college uscita dall’enorme vivaio americano. Figlia di un miliardario, si è fatta largo nella terra di nessuno: Rybakina a parte (semifinale contro Svitolina in lacrime per la sua Ucraina), andrà in finale la più in forma. Un re e una regina di Wimbledon italiani sembrano fantascienza. Ma dati i tempi, hai visto mai?

9 luglio 2024 ( modifica il 9 luglio 2024 | 07:45)

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