Germania, se la recessione tedesca ci fa meno paura: Berlino non è più la bussola
di Dario Di Vico
La Germania per il quarto anno consecutivo intende sospendere per il 2023 la norma costituzionale che limita fortemente il ricorso al deficit pubblico. Ad annunciarlo il ministero delle Finanze, dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca che ha dichiarato incostituzionale il trasferimento del debito inutilizzato dal 2021 a un fondo dedicato alla transizione ecologica. Per quell’anno il governo Scholz aveva stanziato 60 miliardi di euro per la pandemia senza che venissero conteggiati nel debito pubblico. Non avendo speso quelle risorse, ha poi deciso di dirottarle su un fondo per la transizione energetica, continuando ad escluderle dal calcolo del debito pubblico. Mossa che la corte di Karlsruhe ha giudicato incostituzionale.
di Dario Di Vico
Il governo ha quindi deciso di presentare «un bilancio collettivo» per «garantire» la spesa prevista per quest’anno e per farlo invocherà «una situazione di urgenza», condizione necessaria per sospendere ancora una volta la norma costituzionale nota come «freno al debito», che limita il deficit pubblico allo 0,35% del Pil. Dal 2020 ad oggi il governo tedesco ha già sospeso quattro volte la norma: nel 2020 e nel 2021 per la pandemia di Covid-19 e nel 2022 causa della guerra in Ucraina.
di Federico Fubini
Se da un lato la sospensione del freno sul debito per il 2023 dovrebbe garantire la legalità delle misure di sostegno alla transizione energetica adottate quest’anno, dall’altro non è chiaro che fine faranno i 60 milioni di euro che erano stati destinati al fondo per il Clima e la Trasformazione che il governo è stato costretto a congelare dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca. La Germania ha bisogno di quelle risorse per raggiungere i suoi obiettivi climatici. I partiti della coalizione di governo si sono impegnati ad arrivare all’80% di elettricità da rinnovabili entro il 2030.
di Francesca Basso
Il Schuldenbremse, ovvero il freno all’indebitamento, è un fondamento della politica di bilancio tedesca sancito dalla Costituzione tedesca nel 2009. Questo meccanismo limita il deficit in condizioni “normali” allo 0,35% del Pil. Un limite che gode di una certa popolarità in Germania, ma negli ultimi anni è stato messo fortemente in discussione soprattutto dai socialdemocratici e dai verdi, al punto che diversi esponenti dei due partiti hanno dichiarato ai media tedeschi che riterrebbero opportuno sospendere la regola nel 2024. L’idea di chi si oppone allo Schuldenbremse è che la politica dell’austerity a oltranza che per anni ha guidato la politica economica tedesca, in particolare negli anni in cui a capo del ministero delle Finanze c’era Wolfgang Schäuble, abbia finito per danneggiare anche l’economia tedesca frenando la crescita.
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24 nov 2023
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