Pirelli, Tronchetti Provera rafforza la presa: Camfin sale sopra il 20%

Pirelli, Tronchetti Provera rafforza la presa: Camfin sale sopra il 20% Pirelli, Tronchetti Provera rafforza la presa: Camfin sale sopra il 20% L’ad di Pirelli, Marco Tronchetti Provera

Si rafforza il nucleo italiano degli azionisti della Pirelli. La Camfin di Marco Tronchetti Provera — che ha tra i soci anche Intesa Sanpaolo e Unicredit — si prepara a salire al 20,58% del capitale del gruppo della Bicocca, dall’attuale 14%, attraverso l’acquisto di azioni sul mercato e la presa del controllo di Longmarch dalla famiglia Niù, a cui fa capo il 3,6%. L’operazione di rafforzamento definita a inizio gennaio 2024 prevede due passaggi: l’esercizio da parte della holding di Tronchetti (Mtp) della facoltà di acquisire azioni Pirelli per il 2,8%, attraverso Camfin Alternative Assets, e il passaggio alla holding del controllo del 3,6% mano a Longmarch.

Le fasi

L’acquisto di azioni sarà finanziato attraverso un aumento di capitale da 125 milioni che porterà alla trasformazione di Camfin Alternative Assets in società a responsabilità limitata, controllata al 51% da Camfin e partecipata al 49% da Longmarch. Camfin, inoltre, proporrà all’assemblea di spostare dal 30 giugno 2026 al 30 giugno 2030 la data per l’eventuale scioglimento della società. In questo caso Tronchetti Provera potrà liquidare i soci non bancari per cassa, mentre le azioni verrebbero ripartite in modo proporzionale tra Mtp, Intesa e Unicredit.

Sinochem rimane primo azionista

L’operazione deliberata consente a Mtp di salire, da sola e attraverso Camfin, al 20,58% di Pirelli. Quota che porta al 26,5% la presa dei soci italiani sul gruppo della Bicocca, includendo il 6% in mano a Brembo, con cui Mtp/Camfin ha un patto di consultazione per il voto nelle assemblee del gruppo milanese. Il rafforzamento non cambia nulla nei patti con Sinochem, primo azionista con il 46% del capitale. Ma ha senza dubbio un valore segnaletico. I paletti fissati dal governo attraverso il golden power per i soci cinesi di Pirelli, a cui è poi seguita la decisione del fondo Silk Road di disdettare il patto stretto con China National Tire & Rubber Corporation, potrebbero portare a un cambiamento negli equilibri del gruppo della Bicocca. E salendo al 26% gli azionisti italiani acquisiscono un ruolo più centrale in caso di riassetto.

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