OpenAI vale 80 miliardi: l’accordo che fa decollare il prezzo (e ricchi i dipendenti)
OpenAI sta diventando una gallina dalle uova d’oro: la società che ha sviluppato ChatGPT vale ora 80 miliardi di dollari, a seguito di un accordo che permette ai dipendenti di monetizzare le azioni in possesso. Il gruppo fondato da Sam Altman ha infatti firmato un accordo con la società di venture capital Thrive Capital che triplica la valutazione rispetto a soli nove mesi fa. Stando a quanto riporta il New York Times invece di un round di investimento standard per raccogliere fondi per l’azienda, i dipendenti potranno incassare le loro azioni aziendali.
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Che cosa sta accadendo
D’altronde siamo di fronte all’ennesimo indizio di una discontinuità storica e tecnologica è l’importo dei capitali che sono già stati impiegati: nel primo trimestre del 2023 le società operanti nell’intelligenza artificiale generativa hanno raccolto solo negli Usa 2,3 miliardi di dollari da operatori di venture capital, cioè i fondi esperti in capitale di rischio.
La stima sugli investimenti
In generale, la stima sugli investimenti nell’AI, a livello aggregato, riportata da Equita è di una crescita annua del 20% fino al 2027, con l’AI generativa che dovrebbe più che raddoppiare ogni anno la sua quota sul totale investito. Il che significa passare dai 37 miliardi di investimenti del 2022 ai 101 miliardi stimati nel 2027.
L’impatto stimato da Goldman Sachs
Gli economisti di Goldman Sachs Global Investment Research hanno d’altronde paragonato l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa a due invenzioni fondamentali nella storia dell’umanità: il motore elettrico nel 1890 e il personal computer nel 1981. In questi due casi il forte aumento della produttività è avvenuto solo una volta che circa il 50% delle aziende ha adottato quel tipo di tecnologia, un traguardo che ha richiesto 20 anni.
La produttività sul lavoro
Dopo aver raggiunto questa soglia però la produttività del lavoro è cresciuta di 1,5 punti percentuali l’anno per oltre un decennio. L’ipotesi è che possa avvenire lo stesso: l’adozione diffusa dell’IA generativa potrebbe produrre effetti simili a un aumento annuale del PIL globale del 7%. Secondo Equita l’aumento sarebbe compreso tra i 2,6 e i 4,4 trilioni di dollari all’anno.
Il rischio disoccupazione
Questa tecnologia può aumentare le capacità dei lavoratori in modo che possano impiegare parte del nuovo tempo a disposizione in attività più produttive. E anche se dovessimo dar retta ai profeti di sventura è immaginabile che i lavoratori delocalizzati dall’automazione possano essere ricollocati e quindi miglioreranno la produzione totale.
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