Il primo Topolino ora diventa di tutti, addio al copyright della Disney

Il primo Topolino ora diventa di tutti, addio al copyright della Disney Il primo Topolino ora diventa di tutti, addio al copyright della Disney

Topolino al timone del battello a vapore diventa di tutti. Disney perde il copyright sulla prima versione di Topolino, protagonista del cortometraggio del 1928 che ha lanciato il personaggio di Mickey Mouse in tutto il mondo. Poiché negli Stati Uniti la legge sulla proprietà intellettuale, aggiornata l’ultima volta dal Congresso nel 1998, consente di detenere il diritto di autore per 95 anni, ieri sono scaduti i diritti su «Steamboat Willie», il film animato, in bianco e nero, diretto dallo stesso Walt Disney con Ub Iwerk e realizzato da Disney Cartoon Studios.

La pellicola, uno dei primi cartoni animati sonori, è considerata il vero debutto di Topolino: nonostante fosse il terzo film centrato sul nuovo personaggio, è stato il primo a essere distribuito al grande pubblico (da Columbia Pictures). Però quella versione di Mickey è molto diversa dal Topolino che conosciamo oggi, che resta invece un marchio registrato, di proprietà della Disney. La legge sui marchi protegge i brand, i logo e i nomi, mentre il copyright si applica a film, libri, opere teatrali, canzoni e quant’altro.

Quello che da ieri diventa disponibile a tutti è soltanto quella particolare apparizione in quel film particolare: è una specie di Topolino 1.0, che non indossa la maglietta, no porta i guanti o le scarpe gialle fuorimisura a cui siamo abituati, mentre i suoi occhi sono piccoli ovali neri senza pupille.

D’ora in poi, quindi, ognuno è libero di riusare in modo creativo soltanto il Topolino di «Steamboat Willie» del 1928. Si potrà riprodurre, ad esempio, un’immagine tratta dal film su una T-shirt o una felpa e commercializzarle; inserire una clip della pellicola in un progetto artistico o in un video amatoriale; usare il personaggio pr renderlo protagonista di racconti inediti o cartoons. Senza chiedere il permesso e pagare i diritti d’autore. Ma questo non vale per il Mickey Mouse del fim «Fantasia» del 1940. O per quello di «Mickey Mouse Clubhouse», il popolare programma per bambini trasmesso da Disney nel 2006, in onda per una decina d’anni.

«Fin dalla prima apparizione di Topolino nel cortometraggio Steamboat Willie del 1928, le persone hanno associato il personaggio alle storie, alle esperienze e ai prodotti autentici di Disney. Questo non cambierà», precisa un portavoce del gruppo californiano. «Le versioni più moderne di Topolino non saranno influenzate dalla scadenza dei diritti d’autore di Steamboat Willie e Topolino continuerà a svolgere un ruolo di primo piano come ambasciatore globale della Walt Disney Company nelle nostre storie, nelle attrazioni dei parchi a tema e nel merchandising».

Topolino rappresenta per Disney quello che lo Swoosh è per Nike o il colore turchese per Tiffany’s. «Non può essere utilizzato in modo così riconoscibile per la pubblicità», spiega alla Cnn Stacey Lee, docente della Johns Hopkins Carey Business School. E alla radio Usa Npr la professoressa alla Harvard Law School, Ruth Okediji, aggiunge: «Disney e altre aziende usano i marchi per estendere il controllo sulla proprietà intellettuale. Finché il marchio rimane distintivo nella fornitura di prodotti e servizi, il proprietario può proteggerlo».

Quindi, da un lato c’è la legge sui marchi o trademark, dall’altro i diritti d’autore o copyright. Il primo ci vieta di utilizzare Topolino in modo da indurre i consumatori a pensare che il nostro lavoro sia prodotto o sponsorizzato da Disney; il secondo invece ci impedisce di utilizzare nuove versioni di Topolino soggette a copyright fino alla scadenza di tali diritti. Con un avvertimento: se l’uso creativo del primo Topolino viola il marchio o minaccia di diluirlo a causa del modo in cui viene utilizzato, la Disney può ricorrere alla legge per far valere la sua proprietà, mette in guardia Okediji. Difficile insomma che possa avvenire quanto successo all’orsacchiotto Winnie-the-Pooh, che l’anno scorso è diventato protagonista di un film dell’orrore, dopo che nel 2022 è scaduto il copyright sul personaggio originale creato da A.a.Milne.

Per la cronaca da ieri sono di pubblico dominio anche il film «The Cameraman» di Buster Keaton e il debutto comico di Stanlio e Ollio come duo («Should Married Men Go Home?»), oltre a diverse opere letterarie, tra cui «Orlando» di Virginia Wolff, «L’amante di Lady Chatterley» di DH Laurence e «L’opera da tre soldi» di Bertol Brecht.

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