Casa, crollano le compravendite (ma il ceto medio non ha più soldi da investire)

Casa, crollano le compravendite (ma il ceto medio non ha più soldi da investire) Casa, crollano le compravendite (ma il ceto medio non ha più soldi da investire)

Il mercato immobiliare è stato appesantito, negli ultimi mesi, dal continuo rialzo dei tassi e pagarne maggiormente le conseguenze è stato il ceto medio. Gli ultimi dati della Banca d’Italia e Nomisma, infatti, dimostrano che è questa la categoria di popolazione che deve compiere più sacrifici e rinunce a livello economico per potersi permettere un’abitazione di proprietà, ma anche in affitto. Nonostante il primo stop ai tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) nel 2024 si prevede un ulteriore peggioramento delle condizioni del mercato.

Il sondaggio di Bankitalia

La Banca centrale italiana ha svolto un sondaggio presso gli agenti immobiliari (1.451 interrogati tra il 25 settembre e il 25 ottobre), da cui è emerso come nel terzo trimestre 2023 (luglio-agosto-settembre) i livelli di difficoltà di oggi da parte della popolazione italiana nell’ottenere un mutuo non si registravano dal 2014, con una percentuale del 34,4%. Le principali cause di cessazione dell’incarico a vendere restano due: il valore delle offerte ricevute, ritenuto troppo basso dal venditore, oppure al prezzo richiesto, giudicato troppo elevato dai compratori. Ragione per cui la quota di acquisti di immobili finanziati con un mutuo ipotecario è scesa al 63,4% (dal precedente 64,1%), attestandosi il dato più basso degli ultimi nove anni.

Nomisma: rallentamento del 13%

Dal terzo osservatorio sul mercato immobiliare 2023 di Nomisma emerge, invece, un evidente rallentamento, che aveva iniziato a manifestarsi già dal secondo semestre dello scorso anno. Con il nuovo anno, si è fatto progressivamente più intenso e, secondo gli esperti, minaccia di estendersi anche al 2024. L’analisi della società di consulenza ha coinvolto i 13 principali mercati: Milano, Roma, Torino, Firenze, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Napoli, Padova, Palermo, Torino e Venezia. L’erosione del potere di acquisto delle famiglie e la difficoltà - evidenziata da Bankitalia - ad accedere al credito hanno portato a una conseguente diminuzione delle compravendite del -13%. Mentre, l’erogazione dei mutui ha segnato un calo del -29% nell’anno in corso. «L’improvvisa carenza di ossigeno al mercato immobiliare italiano — si legge nel rapporto — è dovuta dalla mancata indicizzazione dei redditi e dalle accresciute difficoltà di accesso al credito derivante dall’impennata del costo del denaro».

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