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Musk contro Altman, storia di un'amicizia finita in scontro: perché i fondatori di OpenAI non si sopportano più
Quasi un decennio fa si sono conosciuti e uniti in una missione: creare un laboratorio (no profit) per sviluppare un'intelligenza artificiale «nel modo in cui è più probabile che l'umanità nel suo complesso ne tragga beneficio». Così si leggeva nel post del blog ufficiale di OpenAI scritto nel dicembre 2015.
Poi sono arrivate le magagne, le frecciatine e le accuse. Una storia di amore e odio quella fra Elon Musk e Sam Altman, che nel 2015 hanno unito le proprie forze intorno a un progetto e che adesso si preparano per una battaglia in tribunale. Il Ceo di X (ma anche di Tesla e SpaceX, oltre a essere il fondatore di Neuralink) ha accusato Altman di avere trasformato l’organizzazione senza scopo di lucro in un’azienda che genera grandi profitti anche a beneficio di Microsoft. «Sotto il nuovo consiglio di amministrazione, non solo sta sviluppando ma sta perfezionando un’intelligenza artificiale per massimizzare i profitti di Microsoft, piuttosto che per il bene dell’umanità», si legge nel documento depositato al tribunale di San Francisco dai legali di Musk.
Non si può dire che il miliardario non abbia pensato sempre all’interesse dell’umanità. Già a ottobre 2014, prima ancora di dar vita a OpenAI, aveva detto che l’intelligenza artificiale rischiava di diventare uno dei «più grandi rischi per l’esistenza». Posizione che ha continuato a sostenere (anche se non sempre) anche negli anni successivi.
Leggi anche:
- Elon Musk raccontato da Walter Isaacson: 10 dettagli inediti sulla sua vita
Poi sono arrivate le magagne, le frecciatine e le accuse. Una storia di amore e odio quella fra Elon Musk e Sam Altman, che nel 2015 hanno unito le proprie forze intorno a un progetto e che adesso si preparano per una battaglia in tribunale. Il Ceo di X (ma anche di Tesla e SpaceX, oltre a essere il fondatore di Neuralink) ha accusato Altman di avere trasformato l’organizzazione senza scopo di lucro in un’azienda che genera grandi profitti anche a beneficio di Microsoft. «Sotto il nuovo consiglio di amministrazione, non solo sta sviluppando ma sta perfezionando un’intelligenza artificiale per massimizzare i profitti di Microsoft, piuttosto che per il bene dell’umanità», si legge nel documento depositato al tribunale di San Francisco dai legali di Musk.
Non si può dire che il miliardario non abbia pensato sempre all’interesse dell’umanità. Già a ottobre 2014, prima ancora di dar vita a OpenAI, aveva detto che l’intelligenza artificiale rischiava di diventare uno dei «più grandi rischi per l’esistenza». Posizione che ha continuato a sostenere (anche se non sempre) anche negli anni successivi.
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