Sam Altman reintegrato nel cda di OpenAI: «La nostra AI a beneficio di tutta l'umanità»
Il fondatore della startup che ha sviluppato ChatGPT (e che ora vale 80 miliardi di dollari) rientra nel consiglio d'amministrazione dell'azienda «con piena fiducia». Era stato allontanato lo scorso autunno con il sospetto di voler sviluppare prodotti a un «ritmo non sicuro»

Torna la pace, almeno formalmente, in OpenAI dopo la tempesta dello scorso autunno. E così dopo le prime indiscrezioni di stampa, diventa ufficiale il reintegro di Sam Altman, fondatore e attualmente tornato a essere anche ceo, nel consiglio d'amministrazione dell'azienda capace nell'arco di un anno di imporsi all'attenzione mondiale grazie all'exploit del suo ChatGpt, capace di mettere in fila - per porre domande al large language model più conosciuto - oltre 180 milioni di utenti ogni mese. Altman è stato riammesso con «piena fiducia» a conclusione di un'indagine svolta da uno studio legale indipendente secondo cui è idoneo a guidare la sua creatura. Il consiglio di amministrazione ha inoltre annunciato che rafforzerà la propria governance interna, creando un rigido protocollo contro le «talpe» e linee guida chiare sul conflitto di interessi.
La società ha quindi dichiarato nel tardo venerdì che Altman è stato licenziato ingiustamente. E ha salutato i nuovi ingressi nel Cda, ossia tre manager di alto livello quali sono Sue Desmond-Hellmann, ex ceo della Fondazione Bill e Melinda Gates, Nicole Seligman, ex vicepresidente di Sony Corporation, e Fidji Simo, ceo e presidente di Instacart. Le tre andranno a unirsi all'ex co-ceo di Salesforce, Bret Taylor, e all'ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Larry Summers, che erano entrati dopo il tumulto di novembre. «Siamo entusiasti e unanimi nel nostro sostegno a Sam», ha detto il presidente di OpenAI, Bret Taylor. Che sui volti nuovi ha spiegato come «la loro esperienza e la loro leadership ci consentiranno di perseguire la missione di OpenAI, che consiste nel garantire che l'intelligenza artificiale generale vada a beneficio di tutta l'umanità». L'amministratore delegato di Quora, Adam D'Angelo, è di fatto l'unico superstite del vecchio consiglio di amministrazione che aveva preso la decisione di licenziare Altman, decisione per nulla condivisa dai 700 lavoratori dell'azienda.
Secondo quanto riportato dalla commissione che ha svolto l'indagine sui fatti di OpenAI, quanto accaduto è dipeso dalla compromissione della fiducia tra il consiglio precedente e Altman, e non ha trovato prove che l'amministratore delegato avesse invece ingannato gli investitori o fatto pressione per il rilascio di prodotti a un ritmo non sicuro.
Una delle scelte chiave per il nuovo Cda sarà ora capire l'eventuale necessità di apportare modifiche all'attuale struttura societaria, che vede OpenAI - attualmente valutata intorno agli 80 miliardi di dollari di valore - gestita come organizzazione no-profit ma con una branca a scopo di lucro che vede in fila diversi investitori, capeggiati dalla Microsoft di Satya Nadella.