Carburanti, i cartelli resteranno ma vuoti: non sarà esposto il prezzo medio

Carburanti, i cartelli resteranno ma vuoti: non sarà esposto il prezzo medio  Carburanti, i cartelli resteranno ma vuoti: non sarà esposto il prezzo medio

Dopo che il Tar del Lazio ha bocciato il decreto sul cartello dei prezzi medi dei carburanti (previsto dalla legge di conversione del Decreto Carburanti), i cartelli resteranno esposti, ma vuoti: non sarà dunque esposto il prezzo medio. Le federazioni dei gestori degli impianti Fegica e Figisc/Anisa, infatti, hanno diffuso una nota in cui elencano i comportamenti adeguati per i benzinai in modo da spazzare via ogni incertezza dopo la stroncatura del decreto del ministro Urso.

Cartelli ancora bene in vista

Il provvedimento varato dal governo, e in vigore dal primo agosto scorso, era stato subito visto come il fumo negli occhi dalle rappresentanze dei benzinai, che si erano appunto rivolte al Tar per far sospendere il provvedimento. La decisione del ministero risaliva al periodo di forti speculazioni sul prezzo dei carburanti, ma il Tar non ha esaminato la ratio del provvedimento e si è limitato a un cavillo legale: il decreto è stato dichiarato non valido “perché non è stato informato preventivamente il Presidente Meloni e il Consiglio di Stato”. Dunque, una pecca nella procedura. Questo, ha fatto sì il Tar abbia annullato il decreto, ma ovviamente non la legge che ha istituito il Cartello del Prezzo Medio (Regionale per gli impianti di viabilità ordinaria, Nazionale per le Autostrade). Dunque, i benzinai devono ancora lasciare ben in vista il cartello (che in realtà, spiegano le Federazioni, è stato installato dal titolare dell’impianto e pertanto non potrebbe essere rimosso a libera scelta del gestore stesso), ma il cartello non deve indicare alcuna cifra, deve restare cioè vuoto.

Perché non si deve esporre il prezzo

La spiegazione di questa direttiva, scritta con il supporto di un team di legali, è che il Decreto annullato prevedeva un aggiornamento quotidiano e la decorrenza di tale obbligo era dal 1 agosto 2023, obblighi che ora sono decaduti in fatto e in diritto. Così come sono decadute, secondo le Federazioni, le relative sanzioni legate al mancato aggiornamento. Nessuna autorità di vigilanza, dunque, potrebbe in questi giorni elevare i relativi verbali in merito. Restano invece in vigore tutte le altre norme in materia di comunicazione dei prezzi all’Osservatorio del MIMIT e di esposizione di tutti gli altri cartelli sulle modalità di vendita e sui prodotti speciali.

Il ministro annuncia ricorso

Intanto, il ministero ha detto che provvederà immediatamente a proporre il ricorso contro la sentenza del Tar, presso il Consiglio di Stato, in sede di appello, cosa che potrebbe richiedere molto tempo, lasciando un nuoto normativo. Vuoto che non potrebbe comunque essere colmato da un nuovo decreto emanato dal governo perché sarebbe anch’esso soggetto a immediato blocco, dato l’appello pendente.

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