Dl energia, via libera ai rigassificatori e incentivi alle imprese energivore: le novità

Dl energia, via libera ai rigassificatori e incentivi alle imprese energivore: le novità  Dl energia, via libera ai rigassificatori e incentivi alle imprese energivore: le novità

Dai siti per lo stoccaggio delle scorie nucleari a quelli per impianti eolici offshore. E poi sì ai rigassificatori a Porto Empedocle e Gioia Tauro e agli incentivi alle Regioni per l’installazione di impianti fotovoltaici, oltre a nuove concessioni per estrarre idrocarburi per fornire gas a prezzi calmierati alle imprese e incentivi alle imprese energivore. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il nuovo decreto Energia, un provvedimento, spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, «che vale 27,4 miliardi di investimenti: vogliamo sostenere famiglie e imprese per renderle ancora più protagoniste di una transizione bilanciata e realistica».

L’addio al mercato tutelato

Nel testo non c’è però la (attesa) proroga del mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas che scadrà (la prima scadrà il 10 gennaio 2024, il secondo il 31 dicembre 2023): assieme all’idroelettrico c’è un confronto ancora aperto con l’Europa, viene spiegato dal governo. Ma sul tema le opposizioni sono sul piede di guerra e accusano l’esecutivo di voler lasciare «le famiglie nel caos». E per oggi, la leader pd Elly Schlein ha convocato una conferenza stampa al Nazareno con Pierluigi Bersani e il responsabile economico del Pd Antonio Misiani: «Su un tema come questo il governo fa orecchie da mercante e gioca a scarica barile».

Le novità del Dl Energia

Il decreto contiene però misure per sostenere le imprese più energivore, come quelle della chimica, del vetro e del tessile (circa 3.800) che negli ultimi mesi stanno soffrendo il caro energia. Ci sono incentivi per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili con il Gse (Gestore dei servizi energetici) che anticiperà per i primi 3 anni gli effetti dei nuovi impianti con energia rinnovabile a prezzi calmierati. Per loro sarà anche possibile acquistare gas a prezzi vantaggiosi dalle imprese che lo estrarranno sul territorio: sono previste nuove concessioni per le estrazioni di idrocarburi, «a fronte dell’impegno di cedere quantitativi di gas al Gse». Non c’è la norma che consente ai concessionari nell’idroelettrico di rinnovare le licenze senza gare. Ma sono considerate «di pubblica utilità, indifferibili e urgenti» opere pubbliche per la rigassificazione di gas naturale liquido on-shore: via libera quindi agli impianti di Porto Empedocle e Gioia Tauro. Saranno poi individuate due aree demaniali marittime nel Mezzogiorno «per lo sviluppo di investimenti nella cantieristica navale». Per le Regioni che ospiteranno impianti fotovoltaici c’è un fondo compensativo annuo da 350 milioni di euro, mentre i Comuni potranno candidarsi a siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. E arrivano semplificazioni per l’assegnazione delle concessioni nel geotermoelettrico.

Decreto Anticipi

Intanto è stata rinviata ad oggi la presentazione degli emendamenti del governo al decreto Anticipi, collegato alla manovra economica. Tra le proposte di modifica, che dovrebbero essere circa una dozzina, rientra anche quella sugli affitti brevi con l’introduzione del Cin, il codice identificativo nazionale proposto da Forza Italia, obbligatorio per chi affitta un immobile per meno di 30 giorni. L’emendamento serve anche per modificare l’articolo 18 del disegno di legge Bilancio che aumenta la cedolare secca dal 20 al 26% per le locazioni brevi: nella nuova versione l’innalzamento della tassazione sarà solo dal secondo immobile dato in locazione, e non già dal primo come era previsto in precedenza. Il dl, in scadenza il 17 dicembre dovrebbe arrivare in Aula al Senato il 5 dicembre. Poi, sarà la volta dell’esame della legge di Bilancio. Intanto oggi il governo riceve incontra i sindacati a Palazzo Chigi. Il Mef fa sapere che nel 2024 ci sarà un adeguamento all’inflazione pari a +5,4% delle pensioni. Con aumenti per le più basse fino a 130 euro. Nessuna proroga per il Superbonus 110%. Il governo è deciso a non intervenire, né nel dl Anticipi né in manovra. L’agevolazione al 110% per i condomini si conclude il 31 dicembre 2023, anche se i lavori non sono terminati.

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