Dl energia, via libera ai rigassificatori e incentivi alle imprese energivore: le novità
di Claudia Voltattorni
E arrivò anche Sky mobile. Andrea Duilio ha passato gran parte della sua storia dentro uno dei maggiori gruppi telefonici mondiali, Vodafone. Oggi, è alla guida di Sky. Due anni fa fu chiamato dagli azionisti americani, il colosso Comcast che quest’anno ha festeggiato i venti anni di presenza della tv a pagamento sul mercato italiano. «A dire il vero non abbiamo tanto festeggiato, per rispetto verso una personalità che ha fatto la tv italiana, Silvio Berlusconi, scomparso lo scorso giugno proprio durante l’anniversario», spiega Duilio che si appresta a guidare questa nuova avventura nel mondo della connettività.
Il modello, nemmeno tanto nascosto, è quello della casa madre Usa. Comcast è il maggiore operatore americano via cavo, offre servizi telefonici ma è anche uno dei media più rilevanti al mondo, un brand per tutti: la Nbc Universal è parte integrante del gruppo.
Tv a pagamento, connessione Wi-Fi e adesso connessione per i telefonini, un po’ di confusione...
«Tutt’altro. Rendiamo la vita più facile alle famiglie, ai nostri clienti».
D’accordo il Wi-Fi, in fondo molti servizi tv arrivano via streaming, ma il mobile?
«Guardi, sono molti i clienti che vogliono sia banda larga sia mobile e noi vogliamo essere un punto di riferimento per le famiglie Sky, anche per tutte le esigenze di connettività. Abbiamo un partner tecnologico con il quale lavoriamo da tempo, Fastweb. È stato naturale pensare a loro per completare la nostra strategia e siglare un accordo per lanciare nei primi mesi del 2024 Sky Mobile. Così insieme a Sky Wifi, in forte crescita, completiamo la nostra offerta».
Ammetterà che però si può far fatica a capire quale sia il vostro business principale...
«Il nostro core business è e resterà senza dubbio la tv, ma abbinando contenuti e tecnologia, innovazione e connettività».
Però questo significa anche spendere un bel po’ di soldi.
«È naturale che le persone inizino a diventare più selettive con il moltiplicarsi delle offerte. Per questo saranno la qualità dei contenuti e l’esperienza di fruizione a fare sempre di più la differenza. Ma noi facciamo una cosa in più: investiamo nell’industria culturale del nostro Paese».
Questo lo dicono tutti.
«Non tutti però hanno speso 280 milioni solo nell’ultimo anno in produzioni italiane, con una crescita del 35% negli ultimi tre anni. Con Vision Distribution, insieme a 5 tra le principali case di produzione indipendenti, stiamo puntando molto sul cinema italiano, per valorizzare i talenti e le storie del nostro Paese».
E cioè?
«Ad esempio, l’ultimo film di Paola Cortellesi, un vero e proprio manifesto civile, è distribuito da Vision. Nel 2024 sarà su Sky e su Now. Quando parlo di qualità è questo che intendo, nei contenuti come nella tecnologia. E questo lo sanno anche gli appassionati di sport e calcio».
Giusto, la Serie A...
«È un altro esempio. L’accordo raggiunto è un salto di qualità, avremo oltre 30 dei 78 top match a stagione. In pratica, ogni sera e solo su Sky avremo una partita tra campionati, Champions League, Europa League e Conference League, che dal prossimo anno tornano in esclusiva su Sky. Anche qui, grazie a un importante investimento. Senza contare Euro 2024. Lo sport è e sarà sempre uno dei nostri punti di forza».
Ci sarà qualche sorpresa?
«In un momento davvero storico del tennis italiano abbiamo annunciato che dall’anno prossimo il grande tennis per 5 anni sarà tutto su Sky: Atp, Wta e Wimbledon. E questi andranno ad aggiungersi a Formula 1, Moto Gp, il basket dell’Nba, rugby, golf e tante altre discipline».
Vale anche per Tv8, che è un po’ il vostro Calimero?
«Sta dando buoni risultati e ripagando gli investimenti. È un canale giovane dall’anima pop su cui puntiamo. Non proprio un Calimero, come ascolti è il canale che cresce di più tra le prime 9 reti generaliste in questo 2023, grazie allo sport e a contenuti pensati ad hoc per il canale come il GialappaShow».
In tutto questo i conti? La marginalità non è soddisfacente.
«In questi due anni abbiamo avviato un percorso di trasformazione di cui siamo molto soddisfatti. Avere alle spalle un investitore che ha una prospettiva di lungo periodo come Comcast non ti limita a inseguire solo la redditività a breve termine, visto l’interesse dimostrato e gli investimenti in Italia di questi anni».
Sì, ma i numeri restano non soddisfacenti.
«C’è ancora un po’ di strada da fare per tornare alla piena marginalità, anche per i grandi investimenti che abbiamo realizzato in questi anni. Il core business della tv è già in positivo. La stagione è iniziata bene, il tasso di abbandono è il più basso di sempre e l’indice di soddisfazione è in continua crescita. Indicatori per noi molto importanti, soprattutto in questo scenario macroeconomico ancora incerto».
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28 nov 2023
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