Biglietti aerei, rincari fino al 180% con le agenzie di viaggio online: dai bagagli al posto, così salgono i prezzi
di Leonard Berberi
I prezzi dei biglietti aerei nei prossimi mesi potrebbe deciderli l’intelligenza artificiale (generativa). Che non solo determina le tariffe in tempo reale, ma è in grado — grazie all’«addestramento» continuo — di individuare per ogni cliente la spesa massima che è potenzialmente disposto a sostenere. Per un vettore come Delta Air Lines — che dai passeggeri ha ricavato 49 miliardi di dollari l’anno scorso — l’1% in più di introiti grazie all’AI rappresenterebbe un aumento del fatturato di 500 milioni. Ma c’è anche chi si chiede se, a livello europeo, questo approccio non finisca per scontrarsi con il regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
di Leonard Berberi
Negli Usa proprio Delta da novembre investe sul machine learning, il sottoinsieme dell’intelligenza artificiale, per aumentare i guadagni. Lo hanno rivelato i vertici dell’azienda a dicembre durante il «Global Consumer and Retail Conference» di Morgan Stanley. «L’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a determinare l’importo che i consumatori sono disposti a pagare per i prodotti premium della compagnia rispetto alle tariffe base», ha detto il presidente Glen Hauenstein. «Le macchine ci mostrano cosa pensano che dovremmo fare e gli analisti guardano cosa raccomandano le macchine». «Se l’AI riuscisse ad incrementare il valore dell’1%, 2%, 3% o 4% per noi sarebbero miliardi di dollari in più», ha aggiunto Ed Bastian, l’amministratore delegato di Delta alla stessa conferenza.
Il machine learning lo stanno sperimentando anche in Ryanair, la low cost europea, sia per la gestione delle operazioni (per anticipare iniziative come la manutenzione o per risolvere delle criticità quotidiane), sia per il cosiddetto «revenue management» che determina poi i prezzi dei biglietti. L’obiettivo di ciascun vettore è capire fino a che punto alzare la tariffa del volo senza perdere il cliente che magari ritiene la cifra troppo elevata. «A volte su alcune tratte nazionali o intraeuropee è questione di pochi centesimi di euro», spiega il dirigente di un vettore a basso costo. «Ma per un colosso come Ryanair, per esempio, anche 10 centesimi di ricavo aggiuntivo a cliente sono circa 20 milioni di euro di introiti in più».
di Leonard Berberi
L’intelligenza artificiale la stanno utilizzando anche nei «laboratori» di Tui, uno dei giganti del turismo: il team guidato dall’ingegnere del machine learning Lukas Schack «addestra» il sistema facendogli analizzare oltre 70 milioni di tariffe ogni giorno. I risultati del cervellone vengono costantemente confrontati con quelli dell’approccio «tradizionale» del revenue management. Il risultato? «Con l’intelligenza artificiale riusciamo a fissare prezzi significativamente migliori», ha detto Schack.
Il Chief technology officer di Ryanair, John Hurley, ritiene che la prima vera applicazione dell’AI sarà nel servizio clienti. «Ci sono domande dei viaggiatori alle quali non riusciamo a rispondere in tempi rapidi perché magari la risposta è da qualche parte nei “Termini e condizioni” (documento di 116 pagine per la low cost irlandese, ndr)», spiega Hurley. «Con l’intelligenza artificiale invece la risposta viene fornita in pochi secondi». Anche Bastian, il ceo di Delta, la pensa allo stesso modo. «Stiamo collaborando con il nostro team per cercare di aiutare i nostri agenti delle prenotazioni ad analizzare le domande — ha raccontato a dicembre —. I clienti dovrebbero stare in attesa cinque secondi per una risposta non cinque minuti».
lberberi@corriere.it
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21 gen 2024
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