Stellantis e la produzione «spostata in Marocco»: scontro aperto col governo

«Stellantis sposta la produzione in Marocco»: scontro aperto con il governo «Stellantis sposta la produzione in Marocco»: scontro aperto con il governo Il ceo di Stellantis, Carlos Tavares

La bolla adesso è scoppiata. Lo scontro è aperto tra Stellantis e il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che chiede «una smentita alla lettera che circola sullo spostamento della produzione in Marocco, che sarebbe in palese contraddizione su quello che Stellantis dice di voler realizzare nel nostro Paese». Sollecitando anche la società ad avere un rapporto corretto e lineare con tutto l’indotto. Le prove sono state tutte raccolte: lettera di invito, il programma della giornata da trascorre a Rabat, nel Conrad Hotel, ospiti di Stellantis e un depliant di ben 22 pagine sulle agevolazioni che il Paese del Nord Africa propone a chi si trasferisce in loco.

Accordi disattesi

Stellantis ha collocato nell’impianto di Kenitra altri 300 milioni di euro nel 2022 per raddoppiare la capacità produttiva e lanciare la piattaforma smart car, ampliando così le opportunità che può offrire il Mediterraneo. Altre critiche erano state mosse dal ceo di Stellantis, Carlos Tavares, per la lunga attesa prima dell’arrivo dei nuovi incentivi in Italia sulle auto elettriche; Urso ha immediatamente replicato che «abbiamo dovuto cambiare perché gli incentivi del 2022 sono andati per l’80% a vetture di Stellantis prodotte all’estero».
Tavares ha ringraziato ma ha precisato che «sono stati persi nove mesi». E, in visita, martedì, ad Atessa, in Abruzzo, ha cercato di intiepidire gli umori, dicendo che «in questo impianto verranno costruiti i furgoni di nuova generazione dei brand Fiat, Peugeot, Citroen e Opel ma per essere competitivi servono infrastrutture portuali e ferroviarie e un minor costo dell’energia». Ha voluto anche evidenziare che «il futuro di Melfi non è a rischio a prescindere dai modelli che verranno prodotti». E ancora, dopo le parole della premier Giorgia Meloni: «Abbiamo più di 40mila dipendenti in Italia, che lavorano duramente. Non credo che i lavoratori abbiano apprezzato questo tipo di commenti, ma io non rispondo».

Licenziamenti e chiusure

Dalla sua nascita Stellantis ha licenziato in Italia 7.500 lavoratori ed ora anche un simbolo dell’auto nostrana, la 600 Fiat, viene costruita in Polonia. Quali le ragioni di queste scelte? Gli stabilimenti italiani non sono idonei oppure vi è l’intenzioni di chiuderli. Calenda vede in retrospettiva «una grande presa in giro», partendo dal 2003 quando la Fiat mise i sigilli alla fabbrica Alfa Romeo ad Arese e, ricordando ancora un precedente, del 1990, in cui Fiat, alla presentazione del progetto Melfi, dove si impegnava a produrre 3,5 milioni di veicoli l’anno, in automatico chiuse i siti di Rivalta, di Desio e, poi, di Termini Imerese. Senza articolare sulla vendita di Magneti Marelli, ceduta a una società giapponese, per poi passare al fondo Usa Kkr.

Iscriviti alle newsletter di L'Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18


Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.