Da una parte ci sono i record storici degli indici di Borsa di Wall Street. Dall’altra c’� la conferenza-stampa fiume di Vladimir Putin: quattro ore, una prova di resistenza fisica da parte di un leader che all’inizio del 2023 veniva dato per malato terminale, moribondo, costretto a farsi sostituire dai sosia (secondo alcune voci).
I record di Wall Street e tutti i paradossi della strana sfida Biden-Putin
Da una parte c’� un’economia americana che scoppia di salute, e anche nei confronti di lungo termine stravince su tutte le altre, Europa inclusa. Dall’altra c’� una guerra dove la Russia con le forniture militari di paesi poveri (Iran, Corea del Nord) � in vantaggio sull’Ucraina che gode dell’appoggio di un’Occidente opulento. Un bilancio di fine anno sulla “strana sfida” tra Joe Biden e Vladimir Putin deve mettere insieme questi paradossi estremi.
Wall Street � un indicatore che non va sopravvalutato perch� l’umore dei mercati � volatile, l’euforia pu� essere effimera, gli alti e bassi delle Borse non vanno scambiati per dei verdetti definitivi. Comunque registriamo il fatto che gli indici azionari americani sono ai massimi storici, mentre la seconda economia del pianeta, la Cina, continua a subire un’emorragia di capitali, in fuga dalle sue Borse.
La ragione per cui Wall Street festeggia? Da ultimo, il fatto che la Federal Reserve sembra vicina a compiere il miracolo di un “soft landing” o atterraggio morbido, che pochi credevano possibile un anno fa: cio� un abbassamento dell’inflazione ottenuto senza pagare il prezzo di una recessione. I tassi della banca centrale Usa potrebbero cominciare a scendere gi� l’anno prossimo. Nel frattempo la crescita del Pil � rimasta vigorosa e il mercato del lavoro continua ad essere vicino alla piena occupazione.
Al di l� di questa congiuntura favorevole nell’immediato, � sul lungo termine che la forza americana rimane ineguagliata. Un modo per misurarla � la distanza che separa l’America dall’Europa. � un tema che ho segnalato in passato, suscitando lo scetticismo di qualche lettore, allibito davanti alle cifre di una "retrocessione" europea umiliante. Oggi tornano a confermarlo dei saggi autorevoli. Fareed Zakaria sull’ultimo numero della rivista Foreign Affairs elenca i dati che seguono.
Nel 1990 il reddito pro capite degli americani (misurato a parit� di potere d’acquisto, quindi depurandolo dal livello dei prezzi e dalle fluttuazioni dei cambi) era del 17% superiore a quello giapponese e del 24% superiore all’Europa occidentale. Oggi � del 54% superiore al Giappone e del 32% superiore all’Europa. Nel 2008 gli Stati Uniti e l’Eurozona erano due potenze economiche praticamente uguali, oggi l’economia Usa vale il doppio dell’Eurozona (attenzione: il confronto essendo fatto con l’Eurozona, non c’entra nulla Brexit e l’uscita del Regno Unito dall’Ue visto che Londra non � mai stata parte dell’unione monetaria). Poich� un altro segno distintivo della superiorit� di una potenza imperiale � il dominio sulle tecnologie avanzate, anche qui la supremazia americana � aumentata anzich� diminuire. Negli anni Settanta e Ottanta fra le aziende leader nelle tecnologie di punta di allora c’erano delle americane ma anche tedesche giapponesi olandesi. Nel 1989 per valore di Borsa tra le prime dieci solo quattro erano statunitensi, le altre sei erano giapponesi. Oggi nove su dieci nella Top Ten sono americane.
Un altro saggio che va nella stessa direzione � a firma di Tom Stevenson suThe Guardianed � la sintesi del suo libro “Someone Else’s Empire: British Illusions and American Hegemony”. Stevenson ricorda che le profezie sul declino dell’America sono ricorrenti da decenni e sono sempre state smentite. Tra le osservazioni di Stevenson: la Cina non riesce a ridimensionare il ruolo mondiale del dollaro; sul piano militare una parit� con gli Stati Uniti a livello globale non � alla portata di Pechino in tempi realistici.
Se il confronto non avviene con la Cina ma con la Russia e i suoi pi� fedeli fornitori di armi, Iran e Corea del Nord, la distanza � ancora pi� abissale. Putin riesce a sostenere la sua offensiva in Ucraina trasformando la Russia in una economia di guerra, ma questo sacrifica ulteriormente le speranze di sviluppo in altri settori; l’esodo di popolazione e la fuga di cervelli continuano; la colonizzazione cinese promette un futuro umiliante. Su questo sfondo per� spicca il trionfalismo della conferenza stampa di Putin, una maratona oratoria con cui lo Zar ha celebrato il suo rilancio. Il 2023 era cominciato con gli annunci di una controffensiva ucraina che prometteva di essere folgorante; a met� dell’anno c’era stata la rivolta del Gruppo Wagner. Tutto sembrava procedere in discesa. Il 2023 si � chiuso con la tourn�e di Putin in Arabia saudita e negli Emirati: una conferma che il suo isolamento internazionale non � quello descritto in Occidente.
L’America ha un’economia irraggiungibile per la sua forza, ma qual � la rappresentazione che essa fa di se stessa? Mezza America – o i media che le parlano – sta discutendo se tra un anno avremo un regime fascista instaurato da Donald Trump. Le universit� pi� prestigiose del paese hanno subito un tracollo di credibilit�. L’altra mezza America si vede assediata da un’immigrazione illegale incontrollata, un aumento della criminalit�, la perdita di fiducia nei valori tradizionali del paese. I rappresentanti politici di queste due trib� in guerra fra loro stanno tenendo in ostaggio gli aiuti all’Ucraina, perch� non trovano un accordo su un compromesso (che chiama in causa anche l’emergeza migratoria).
Il Pil degli Stati Uniti, insieme con quello degli alleati Nato e del Giappone, vale venti volte il Pil della Russia e dei suoi fornitori d’armi (Iran e Corea del Nord). Eppure le armi e munizioni affluiscono dal lato russo mentre scarseggiano dal lato ucraino. Anche perch� di riarmo dell’Occidente si parla dal febbraio 2022 ma quasi nulla � accaduto: gli arsenali Nato sono sottili, le fabbriche che lavorano per la difesa sono sottodimensionate.
La strana sfida Biden-Putin � fatta di questi estremi, difficili da conciliare in modo razionale: l’America � fortissima ma non ci crede; la Russia � debole ma ha un ego ipertrofico.
14 dicembre 2023, 19:24 - modifica il 14 dicembre 2023 | 19:24
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