Una notte di tanti e tanti anni fa, a una festa politica a Castel Sant’Angelo, una di quelle notti in cui la luna rende inutile la luce artificiale. Un anziano e importante rappresentante di un partito della sinistra, di quelli che non esistono pi�, almeno nella versione originaria, sta l� a cincischiare una cena rimediata, di quelle che i cuochi volontari hanno accrocchiato per gli ultimi pochi, quelli che non se ne vanno mai. �Vedi? — racconta —. Io la mia carriera l’ho fatta, sia personale, sia come risultati per Roma. Sarei soddisfatto. Ma adesso ci sono le elezioni e si fanno le liste. Come glielo racconti ai parenti, e soprattutto ai nipoti, che non fai pi� il senatore? E allora stai l�, in queste riunioni che finiscono alle cinque del mattino, e non te ne vai neanche un minuto prima, per controllare che non ti facciano fuori�.
Europee, Elly Schlein alla disfida delle correnti del Pd (che non tollerano gli esterni)
Le anime del Partito democratico come l’araba fenice. L’�ingorgo� per i posti migliori alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno

Marco Tarquinio, Cecilia Strada e Lucia Annunziata
Il tempo passa, le cose cambiano, gli esseri, invece, meno, recitava Giorgio Gaber. E allora eccoci qui, nel Pd di Elly Schlein, quella che non l’hanno vista arrivare, ma che pure lei sta l�, costretta con in mano il bilancino delle candidature alle elezioni europee, a fare i conti con le ambizioni dei singoli e con le pretese delle correnti, quelle che aveva giurato di abbattere e che invece rinascono dalle ceneri, che manco l’araba fenice. Per� poi a inizio maggio le liste devono essere fatte, che equivale a dire che a fine aprile la partita deve essere chiusa. E quindi chi sa mai come finisce: se tratti troppo rischi e non hai garanzie che ti serva da salvagente. Se ti imponi rischi lo stesso, ma almeno ci hai provato. Ci� non toglie che le correnti siano al calor bianco: la sfida tra di loro era nel conto, e tutto sommato gestibile, ma Elly gli sta tirando tra i piedi la valanga degli esterni, e ingoiarli non � roba da poco, ch� non sono girini, ma gi� rospi.
Guardiamola per� pure dall’altro lato, che un allenatore per schierare la squadra deve vedere pure quello che fanno gli altri. Giorgia Meloni 98 su cento ci sar�, e parliamo della numero uno. Antonio Tajani pure, ed � gi� un po’ che ha smesso di fare il vaso di coccio. Matteo Salvini fermo un giro, anche per non rischiare di prendere la sveglia, ma punta su Roberto Vannacci. Emma Bonino ha messo in campo una squadra raccogliticcia, ma in grado di superare il quattro per cento, con Matteo Renzi che ancora una volta ha trovato un rimorchiatore che lo porti fuori dalle secche. Carlo Calenda aveva detto di no, ma � rimasto solo, e se vuole sperare dovr� candidarsi. Pure Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli stanno pensando di buttare nella mischia Ignazio Marino, con l’obiettivo di strappare qualche voto ai dem, che l’hanno tritato quando stava in Campidoglio. E pure Giuseppe Conte sta pensando a Virginia Raggi, anche se gli sta pesantemente sulle scatole.
E allora eccola la partita di Elly Schlein, che sta facendo ferocemente imbestialire le correnti. Lucia Annunziata, probabilmente al Sud. Ilaria Salis, incatenata a Budapest, anche se una che gira con un manganello retrattile fa venire le bolle a un bel pezzo di partito. Cecilia Strada al Nord, lei che � la figlia di Gino, la famiglia che salva chi ha meno dalla morte. Marco Tarquinio, fin troppo neutro sulla Russia, ma che pu� tenere la bandiera dei pacifisti. Ci sarebbe stato anche il padre di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, ma pare che sia determinato nel no grazie. E poi, Elly Schlein, che farebbe il numero tre in tutte le circoscrizioni, tranne forse piazzarsi al numero uno nelle isole. Con le correnti avvertite: fatemi arrivare seconda e poi ce la vediamo. Donne del Pd pi� che scocciate perch�, se lei sta al terzo posto e le esterne al primo, per loro non restano che gli avanzi, con possibilit� di elezione vicine allo zero virgola, la bonacciniana Pina Picierno compresa.
Per il resto: un posto in prima fila per Stefano Bonaccini, che dei dem � il presidente, la possibilit� di fare il pieno per il franceschiniano Dario Nardella, apripista della battaglia per il sindaco di Firenze, un contentino con il pacifista Tarquinio per la sinistra di Andrea Orlando. E poi posti nel loggione per Matteo Ricci e Nicola Zingaretti, e Alessia Morani. Se la giocano Camilla Laureti e un po’ Marta Bonafoni. Partita ancora aperta, perch�, quando si parla del posto di lavoro, non ce n’� per nessuno. Ma chi conosce Elly Schlein pensa che, pur con le correnti furiose, far� quello che vuole. E se la giocher�. Le serve per� almeno, come minimo sindacale, il numero due davanti. Altrimenti ciao Elly, e avanti un altro.
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29 marzo 2024 (modifica il 29 marzo 2024 | 20:31)
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