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di Mario Gerevini e Daniela Polizzi
Il cda di Fininvest e i cda delle società a monte (Holding Italiana Prima, Holding Italiana Seconda, Holding Italiana Terza, Holding Italiana Ottava) hanno approvato le modifiche statutarie che recepiscono i patti parasociali firmati dai cinque fratelli Berlusconi l’11 settembre, dopo la scomparsa a giugno del padre Silvio.
Il nuovo statuto prevede, che nell’ipotesi, al momento remota, di soggetti terzi che presentino una proposta di acquisto della maggioranza di azioni, una clausola di co-vendita faccia scattare il diritto per le minoranze di cedere anche le loro quote allo stesso prezzo, e una clausola di trascinamento dia alla maggioranza il diritto di coinvolgere nella vendita anche le azioni delle minoranze, alle medesime condizioni. In questo modo il prezzo di vendita da parte dei soci in minoranza, cioè Barbara, Eleonora e Luigi, sarebbe lo stesso di quello al quale eventualmente venderanno i fratelli in maggioranza, cioè Marina e Pier Silvio. Resta in piedi anche l’accordo di lock-up in cui gli eredi di Silvio Berlusconi si sono impegnati a non vendere quote per 5 anni e viene confermata la previsione della distribuzione annua da parte di Fininvest di almeno il 50% dell’utile netto.
Intanto anche Eleonora, l’unica dei cinque figli non ancora presente, è stata cooptata nel Consiglio d’amministrazione della holding di famiglia. La prossima settimana, il 30 novembre, Fininvest ratificherà definitivamente l’intera l’operazione in assemblea, con l’innalzamento del numero massimo di componenti del Cda a 15, anche se per ora la composizione effettiva si ferma a quota dieci, con l’ingresso, oltre a Eleonora, anche di Michele Carpinelli, storico consulente che ha seguito il gruppo dalla quotazione in Borsa di Mediaset. Finora i consiglieri erano Barbara Berlusconi, Luigi Berlusconi, Pier Silvio Berlusconi, Adriano Galliani Ernesto Mauri, Salvatore Sciascia, oltre al presidente Marina Berlusconi e all’amministratore delegato Danilo Pellegrino.
di Mario Gerevini e Daniela Polizzi
Secondogenita di Veronica Lario, classe 1986, Eleonora ha frequentato la scuola di Business management alla St. John University e ha tre figli. Molto legata alla madre, si dice che sia l’erede più affine al carattere di Veronica Lario. Con i fratelli Barbara e Luigi, Eleonora è azionista della Holding Italiana Quattordicesima che detiene oggi il 48% di Fininvest. Figura anche fra gli azionisti di H14, altra holding dei tre figli del secondo matrimonio di Berlusconi, che è diventata una piattaforma di investimento, con un attivo di 400 milioni, composto perlopiù da partecipazioni in startup.
Le modifiche degli statuti definiscono il futuro della finanziaria che controlla Mfe, Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum, sulla quale è ancora attesa la risposta della Bce perché il Biscione possa tornare a disporre completamente della quota del 20% congelata da quasi dieci anni per la questione dei requisiti di onorabilità del fondatore. Con la famiglia Berlusconi che da secondo azionista «pieno» potrà riannodare il patto di sindacato con i Doris, primi soci al 40%.
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Oggi intanto è in programma la conference call di Mfe-Mediaset sui risultati dell’ultimo trimestre. Le prospettive sono discrete, con i manager della società ottimisti. Bene hanno fatto i dati di crescita dell’8% della raccolta pubblicitaria in ottobre, con novembre atteso sullo stesso livello. Il «consensus» degli analisti sui conti dei primi nove mesi dell’anno di Mfe-Mediaset vede ricavi a 1,86 miliardi, contro 1,9 miliardi realizzati nello stesso periodo del 2022. Il risultato prima degli oneri finanziari, secondo la media degli analisti fornita dalla società, è stimato a 81 milioni, rispetto ai 97 milioni di Ebit dei primi nove mesi dell’anno scorso. L’utile netto è visto a 56 milioni, contro un risultato consolidato a quota 78 milioni dello stesso periodo 2022.
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23 nov 2023
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