Case, prezzi alti e mutui super cari: se ne comprano sempre meno (-11%)

«Le banche non stanno più facendo pubblicità ai loro mutui». Una frase, quella pronunciata dall’ad di Nomisma Luca Dondi nel corso della presentazione del rapporto sul mercato immobiliare delle grandi città, che coglie la maggiore criticità con cui chi vuole comprare casa deve fare i conti: non solo si fanno molti meno mutui perché i tassi li hanno resi meno sostenibili mentre i redditi dei lavoratori dipendenti (i maggiori utilizzatori del finanziamento immobiliare per la casa) non sono stati indicizzati all’inflazione, ma anche perché gli istituti di credito si fidano poco a concederli. In primo luogo per le incertezze che ancora permangono sulla congiuntura economica, in secondo luogo perché dare un mutuo ai tassi di oggi significa avere la certezza che quando il costo dl denaro invertirà la sua curva il cliente se ne andrà via sfruttando la possibilità di surrogare. L’istituto bolognese stima che a fine anno le erogazioni di mutui risulterà inferiore del 29% rispetto al 2022, mentre le compravendite caleranno del 13%. Due dati che messi uno accanto all’altro significano che chi dispone delle liquidità per comprare cash continua a farlo come e più di prima.