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di Mario Gerevini
Hacker, impresario del porno, fondatore di un colosso della telefonia, editore del primo quotidiano del Paese, compagno della figlia dell’uomo più ricco d’Europa, mecenate di startup per l’intelligenza artificiale. Racchiudere tante vite in una sembra possibile soltanto in un romanzo sul sogno americano. E invece è la vera storia francese del 56enne Xavier Niel, l’imprenditore che ha preso in contropiede l’intera industria europea delle telecomunicazioni.
Mentre tutti i gruppi europei giocano in difesa tagliando costi e personale, da 30 anni il fondatore della francese Iliad va continuamente all’attacco. Sbaraglia la concorrenza in patria, compra e vende nel giro di un anno il 15% di Tim, rileva la maggioranza dell’operatore irlandese Eir, entra nel mercato polacco e italiano, diventa socio di Vodafone con il 2,5%. Da ultimo, dopo un primo tentativo respinto, riprova l’arrembaggio a Vodafone Italia, presentando a dicembre del 2023 un’offerta - tutta a debito - da 10,45 miliardi che, nel giro di cinque anni, porterebbe Iliad a conquistare il 100% delle attività del gruppo britannico nel Paese. Uno stile corsaro: all’insegna dell’«ottimismo», direbbe Niel, o dell’azzardo, i suoi detrattori. D’altra parte, lo «Steve Jobs francese» — com’è soprannominato invece dai suoi ammiratori — si può permettere l’uno e l’altro. Iliad è una sua creatura e, controllandone il 99% del capitale, suoi sono anche tutti i rischi d’impresa. Niel non ha mai disdegnato assumerne.
Nato nel 1967 a Maison-Alfort, pochi chilometri a Sud di Parigi, Niel deve la sua fortuna a un regalo: il computer Sinclair ZX81 ricevuto in dono a 15 anni dal padre. È una folgorazione per l’adolescente che in breve diventa un hacker o, per meglio dire, un cyber-criminale, piratando i decoder di Canal+ per vedere le trasmissioni criptate senza pagare l’abbonamento. L’inventore dell’antenato del moderno «pezzotto» viene colto in flagrante dai servizi di sicurezza francesi che, anziché denunciarlo, decidono di assoldare il 17enne e la sua cricca di smanettoni. Niel diventa così per qualche tempo collaboratore dei servizi segreti, arrivando a infiltrarsi nel telefono del presidente della Repubblica francese, François Mitterrand, e nei sistemi informatici interni della casa automobilistica Renault.
di Mario Gerevini
Non è chiaro in quale momento, ma dopo qualche tempo il rapporto fra Niel e le «barbe finte» francesi si interrompe. Il giovane informatico autodidatta è nel frattempo diventato sviluppatore per Minitel, un terminale distribuito dallo Stato francese che consente di accedere a servizi in linea per consultare meteo, quotazioni di Borsa e altre informazioni. Un World Wide Web in salsa francese che diventa però celebre e iper-redditizio soprattutto grazie a un’applicazione: le chat erotiche del di Minitel Rose, sviluppate proprio dall’équipe di Niel. Dopo aver venduto il servizio per alcuni milioni, memore della lezione appresa, Niel reinveste in night club, siti porno e vendita per corrispondenza di giocattoli erotici. Qualche anno più tardi ,queste iniziative gli varranno un processo per sfruttamento della prostituzione, finito con un non luogo a procedere, una condanna sospesa a due anni di carcere per l’utilizzo indebito di 200 mila euro di fondi societari e l’appellativo di «homme du peep-show» da parte dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, contrario all’ingresso nel 2010 di Niel nell’azionariato del primo quotidiano francese, Le Monde. Il soprannome spregiativo affibbiatogli da Sarko rifletteva in realtà un passato ormai lontano. Oltre 20 anni prima, nel 1990, Niel era entrato nelle telecomunicazioni, iniziando a vendere connessione internet.
È nel 1999 infatti che Niel fonda il gruppo Iliad, destinato a rivoluzionare il mercato francese. La società riceve un investimento da 15 milioni di euro da Goldman Sachs nel 2000 e un anno più tardi arriva la svolta: il lancio del cosiddetto triple-play con la Free Box, che racchiude in una sola scatola telefonia, rete internet e televisione. È un successo colossale che accelera enormemente la diffusione della fibra in Francia e la crescita di Iliad. Da lì è un percorso in rapida ascesa che porta , tramite acquisizioni e crescita organica - il gruppo di Niel a diventare il sesto operatore mobile in Europa per numero di abbonati (47,8 milioni), con 17.400 dipendenti, ricavi per 9 miliardi negli ultimi 12 mesi e tre mercati di attività (Francia, Italia e Polonia).
Nel percorso, Niel ha fatto fortuna, con un patrimonio accreditato di oltre 6 miliardi, e ha investito in diverse startup, creando dapprima l’incubatore Station F a Parigi e poi fondando il suo fondo di venture capital Kima. Pur mantenendo uno stile tutt’altro che paludato, insomma, Niel è entrato a far parte dell’élite industriale francese, mettendo anche più di un piede nell’editoria. Poche settimane fa, ha rilevato le quote del finanziere ceco Daniel Kretinsky, diventando l’unico azionista di Le Monde. La sua compagna, Delphine Arnault, è poi figlia di Bernard, patron del colosso della moda Lvmh, nonché proprietario dei quotidiani «Le Parisien» e «Les Echos». Non ha però perso il gusto per l’attivismo «bucaniere», come dimostra la campagna NewGAMe lanciata con la sua cassaforte personale Njj per rilanciare il gestore del risparmio svizzero Gam. Né il gusto per l’innovazione, come prova l’investimento da 200 milioni a sostegno dello sviluppo dell’ecosistema francese dell’intelligenza artificiale e la partecipazione all’aumento di capitale da 105 milioni di MistralAI, la rivale transalpina dell’americana OpenAI -ChatGpt.
di Giuliana Ferraino
Nonostante le tante avventure imprenditoriali, però, Niel resta ancorato all’antica passione. «La mia sola e unica professione sono le telecomunicazioni», ha confessato in una recente intervista. «La esercito in molti posti diversi, ma ciò che davvero mi piace è farlo in Francia, il mio Paese natale». Sarà; ultimamente, però, Niel pare aver messo gli occhi soprattutto sull’Italia. A febbraio del 2022 Iliad ha avanzato un’offerta da 11 miliardi per le attività nel Paese di Vodafone, rispedita al mittente. Niel non si è dato per vinto e, secondo indiscrezioni, dopo l’estate si è rifatto avanti in via riservata con il gruppo britannico, senza però ricevere risposta. Da qui, in piena tattica da «bucaniere», la decisione di Iliad di annunciare pubblicamente la nuova proposta di alleanza da 10,45 miliardi con Vodafone in Italia, costringendo il gruppo guidato da Margherita Della Valle a fornire una risposta e anticipando sul tempo l’eventuale interesse di Swisscom, controllante di Fastweb. Per il momento, da Vodafone non è arrivato né un sì né uno, ma un «le faremo sapere» quando e se arriverà anche la chiamata dalla Svizzera. Difficile che Niel resti in attesa: «Sono imprenditore perché ho deciso di non dipendere più dagli altri».
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19 gen 2024
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