Eni, il Tesoro studia cessione del 4%, ma non perderà il controllo: ecco perché

Eni, il Tesoro studia cessione del 4%, ma non perderà il controllo: ecco perché Eni, il Tesoro studia cessione del 4%, ma non perderà il controllo: ecco perché

Circa 2 miliardi di euro pari al 4% del capitale. È l’incasso che il governo conterebbe di realizzare se procedesse con la vendita di una parte minoritaria della quota detenuta in Eni, che in Borsa capitalizza oltre 49,3 miliardi in base a dati di Borsa Italiana. L’ammontare della cessione («No comment» ieri da parte del Mef) è stato riportato ieri da Bloomberg, che ha riparlato dell’ipotesi — finalizzata, assieme ad altre privatizzazioni, a ridurre il debito italiano — dopo che la notizia era stata anticipata da Reuters e riportata dal Corriere il 9 dicembre 2023.

Il piano di buyback

Come fare a non scendere sotto la quota di controllo del 30% visto che il governo detiene, attraverso il Tesoro e Cpd, il 32,34% del capitale? L’ipotesi si regge sul piano di buyback del gruppo guidato da Claudio Descalzi, che a settembre 2023 ha avviato la seconda tranche per un acquisto massimo approvato di 1,375 miliardi per un massimo di 275 milioni di azioni (circa l’8% del capitale sociale). «Le azioni proprie acquistate nell’ambito della Seconda Tranche — aveva precisato il Cane a sei zampe — saranno annullate senza riduzione del capitale sociale». Con l’annullamento delle azioni riacquistate il governo, se vendesse, non diluirebbe la sua quota. Una prima tranche di acquisti era già stata eseguita tra il 12 maggio e il 24 agosto 2023 con l’acquisto di 62 milioni di azioni per 825 milioni.

L’anticipo della chiusura

La durata massima del piano prevedeva una scadenza ad aprile 2024, ma in seguito il gruppo ha dichiarato di voler anticipare la chiusura. In base alle ultime comunicazioni, la settimana scorsa San Donato Milanese ha comprato azioni per 67.530.602 euro e tra il 2 e il 5 gennaio per 71.998.563 euro. A partire dall’avvio del buyback, Eni ha acquistato complessivamente il 2,25% del capitale per 1.151.386.903 euro. Mancano circa 220 milioni per concludere la seconda tranche. In base al numero finale di azioni riacquistate che dipende dal prezzo e in base al numero di azioni che saranno annullate si saprà a quale quota salirà la partecipazione del governo, indicativamente più o meno del 34 per cento.

Le privatizzazioni per 20 miliardi

Al Question time del 29 novembre il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, sollecitato in merito, aveva risposto: «È una proposta che ha senso, è una buona idea». Il piano di privatizzazioni prevede di ottenere in tre anni circa 20 miliardi. Tra le altre partecipate, il governo potrebbe cedere quote di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. Attualmente sta procedendo la vendita del 25% del Monte dei Paschi di Siena e di Ita Airways.

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