I 20 minuti di terrore sul volo del Boeing 737 Max: «Poteva essere una catastrofe». «Fuori uso» una scatola nera
di Leonard Berberi
Il Boeing 737 Max 9 di Alaska Airlines ha perso in volo un pannello perché non aveva quattro bulloni che lo tenevano attaccato alla fusoliera. Lo sostiene l'Ntsb, l'ente investigativo statunitense, nel rapporto preliminare sull'incidente del 5 gennaio scorso che ha costretto il velivolo a rientrare in emergenza a Portland, in Oregon, e spinto l'autorità federale dell'aviazione americana a mettere a terra 171 esemplari in tutto il mondo (quasi tutti sono tornati in servizio negli ultimi giorni).
L'Ntsb ricostruisce nelle 19 pagine il percorso che ha portato all'incidente. Spirit AeroSystems, fornitore dei 737 Max, ha consegnato la fusoliera con difetti attorno a quel «tappo». A quel punto negli stabilimenti di Boeing, notato il problema, sono intervenuti riaprendo il pannello per gli interventi necessari. Ma al momento della chiusura i tecnici si sarebbero dimenticati di inserire i bulloni per tenere «ancorato» quel pezzo.
I danni dopo il distacco del pannello (foto Ntsb)
L'ente investigativo si è concentrato su come il pannello - previsto nel 737 Max 9 al posto di un'uscita di emergenza opzionale negli aerei - si sia staccato dall'aereo. Il pezzo è tenuto fermo da quattro bulloni e poi «ancorato» da 12 altri in diverse posizioni lungo il telaio. L'Ntsb sottolinea di non aver recuperato i bulloni e di aver condotto «estesi test e analisi per determinare se fossero presenti prima dell'incidente o se si fossero allentati durante l'evento». «L'indagine continua per determinare quali documenti di produzione siano stati utilizzati per autorizzare l'apertura e la chiusura durante gli interventi», si legge nel rapporto.
di Leonard Berberi
Il 5 gennaio scorso il volo Alaska Airlines 1282 era partito alle 16.52 locali di venerdì (l’1.52 di sabato notte in Italia) da Portland, in Oregon, con 174 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio e destinazione Ontario, California. Ma appena arrivato a quota 16.300 piedi (4.968 metri) - sei minuti dopo il decollo - ha iniziato a scendere tornando verso lo scalo originario volando per appena 19 minuti, come mostrano i tracciati del sito specializzato Flightradar24. Il fatto che l’incidente si sia verificato subito dopo il decollo ha scongiurato conseguenze peggiori: i passeggeri in quel momento avevano ancora le cinture allacciate e nel sedile 26A - quello più vicino al portellone - non c’era nessuno.
Un bullone mancante (foto Ntsb)
Alcune ore dopo l'incidente la Faa ha messo a terra 171 dei 209 Boeing 737 Max 9 in servizio nel mondo, tutti quelli cioè che hanno installato quella parete (larga 66 centimetri, alta 121) che pesa 28,5 chili. Gli investigatori dell'Ntsb non si erano espressi sulle possibili cause prima del documento pubblicato martedì 6 febbraio. Ma il fatto ha riportato in primo piano i problemi di qualità degli aerei costruiti dal colosso americano. Tant'è vero che a fine gennaio la Faa ha impedito a Boeing di espandere la produzione dei suoi 737 Max.
«Concordo certamente sul fatto che il sistema attuale di controlli non funziona, perché non sta fornendo aerei sicuri», ha detto il capo della Faa Mike Whitaker durante un'audizione parlamentare. «Questo vuol dire che dobbiamo apportare delle modifiche». Proprio la Faa sta conducendo un'ispezione sulla linea di produzione del 737 Max, inclusi anche gli stabilimenti della fornitrice Spirit AeroSystems.
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